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Sfinge: “Le etichette completano i prodotti ecosostenibili”

da Daniele Bartolucci

“Quando prendiamo in mano un prodotto, la prima cosa che osserviamo è l’etichetta: per leggere gli ingredienti o per comprendere meglio l’utilizzo, ma anche, sempre più, per avere la corretta informazione su come quell’involucro o imballaggio dovrà essere poi smaltito come rifiuto. Oggi l’etichetta è quindi fondamentale per diversi motivi e il nostro impegno è di accompagnare i clienti in queste dinamiche, che non sono solo commerciali, ma frutto di una rinnovata attenzione alla qualità e all’ambiente. E i primi a crederci siamo proprio noi di Sfinge”, raccontano Riccardo e Michele Riccardi, titolari dell’azienda sammarinese leader nel settore degli autoadesivi, “investendo continuamente in ricerca e sviluppo di nuovi materiali, consapevoli che anche le nostre etichette sono parte di quei prodotti e, quindi, dovranno sempre più guardare all’ecosostenibilità”.

DAI DIRITTI AL RISPETTO PER L’AMBIENTE

“La nostra azienda opera nel settore degli autoadesivi da molti anni”, spiega Riccardo Riccardi, “e ne ha accompagnato l’evoluzione sui diversi mercati internazionali. Anche se stiamo parlando di qualche decennio, possiamo evidenziare come il ruolo stesso delle etichette sia stato trasformato in maniera quasi rivoluzionaria: dal semplice logo pubblicitario, infatti, è diventata il biglietto da visita del prodotto stesso, essendo deputata a fornire tutte le indicazioni e le informazioni previste dalle normative. I diritti del consumatore sono diventati, fortunatamente per tutti, un aspetto importante per tutta la filiera produttiva”. “Ma non è solo l’obbligo normativo ad aver avviato questa piccola grande rivoluzione”, spiega quindi Michele Riccardi, “perché il mercato si è mosso di conseguenza, allineandosi alle necessità e alle aspettative di una società oggi molto più sensibile a temi globali come l’ecosostenibilità, il consumo consapevole delle risorse o l’impatto sull’ambiente e quindi al ciclo dei rifiuti”. Di fatto, moltissimi prodotti guardano a questi aspetti e chi li produce trasferisce questa nuova sensibilità anche ai propri fornitori: “La nostra azienda è infatti chiamata a rispettare rigidi requisiti per la produzione delle etichette, proprio per fornire un prodotto completamente allineato agli standard qualitativi del prodotto stesso a cui verranno applicate le nostre etichette. Di fatto”, spiega Riccardo Riccardi, “anche l’etichetta diventa parte del prodotto”.

NUOVE CERTIFICAZIONI E NUOVI MATERIALI

Come noto, Sfinge si occupa, al suo interno, dell’intera produzione di etichette, dalla progettazione grafica, fino alla stampa del prodotto finito, “ma l’attività non si esaurisce in questa dinamica”, avvertono i titolari dell’azienda, “perché la scelta dei materiali e lo studio delle loro caratteristiche chimiche e fisiche è diventato ormai un impegno importante, che assorbe tempo e risorse”. L’esempio viene dall’ultima certificazione ottenuta da Sfinge, quella della Catena di Custoria FSC®: “E’ la dimostrazione della grande attenzione che, come azienda, abbiamo verso una produzione sempre più sostenibile ed improntata al rispetto della natura e dell’ambiente. Lo stesso atteggiamento responsabile che hanno molte aziende nostre partner, che richiedono etichette certificate FSC® per immettere sul mercato prodotti completamente ecosostenibili, dal prodotto all’imballaggio”.

Ma Sfinge non si limita a questa certificazione: “Ad esempio per i prodotti vegani abbiamo realizzato etichette che seguano i protocolli e i requisiti di tali produzioni. Pur essendo ancora un mercato di nicchia, per noi rappresenta un valore aggiunto poterci presentare alle aziende di questa filiera con il marchio VeganOK, che è il primo ed unico marchio di garanzia etica al mondo, nato in Italia, ed è il più diffuso standard vegan mondiale con oltre 1000 realtà certificate, tra attività ed aziende italiane ed estere”. Questa certificazione, spiega infatti Riccardo Riccardi, “permette a Sfinge di offrire etichette particolari con la garanzia che non vi siano parti di origine animale nei materiali che le compongono”.

LA NUOVA FRONTIERA: L’ECONOMIA CIRCOLARE

“In molti Paesi, inoltre, si stanno normando nuovi obblighi, come ad esempio l’iscrizione di come smaltire correttamente il prodotto, se è carta, plastica o vetro ad esempio. Tutte informazioni che ovviamente vanno riportate nell’etichetta, con la consapevolezza che anche la stessa etichetta diventerà rifiuto: diventa quindi fondamentale utilizzare materiali che possano essere smaltiti nella maniera meno impattante possibile. Oppure essere riciclati”, avvertono ancora in titolari di Sfinge. “La nuova frontiera è l’economia circolare”, spiegano, “per cui molti degli involucri o imballaggi già oggi sono stati sostituiti con materiali riciclabili o riutilizzabili. Anche nelle etichette stiamo sperimentando tale cambiamento, con materiali vegetali ad esempio, che seguono la produzione degli stessi prodotti: etichette create utilizzando speciali tipi di carta prodotta con l’uva per le bottiglie di vino, oppure per quei prodotti che non possano fare a meno della plastica con PE o propilene riciclato. L’obiettivo è e deve essere sempre quello, ridurre i danni all’ambiente: inquinare meno, consumare meno risorse naturali e innescare il virtuoso circolo del riciclo dei materiali”. Etichette comprese.

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