Home Dal giornale Le sfide del Monte Titano: Green Pass e “turismo vaccinale”

Le sfide del Monte Titano: Green Pass e “turismo vaccinale”

da Daniele Bartolucci

La “fase 3” è alle porte, anzi, per alcuni Paesi è già iniziata: Israele, Gran Bretagna e ora anche San Marino, infatti, hanno raggiunto percentuali di vaccinazione della popolazione molto alte, tali da proiettarli prima di altri nella fase delle riaperture e, quindi, della mobilità delle persone. Una mobilità che, però, soprattutto in Europa, verrà in qualche modo regolamentata e per questo occorre creare le migliori condizioni fin da subito perché San Marino possa essere inserito nelle dinamiche virtuose e poterne sfruttare tutti i vantaggi.

LA MOBILITÀ IN ITALIA E NELL’UNIONE EUROPEA

Il Green Pass europeo  dovrebbe entrare in funzione verso metà giugno e ha lo scopo di far ripartire i movimenti all’interno della Ue in sicurezza, soprattutto in vista dell’estate. Il meccanismo dovrebbe essere cartaceo o digitale (con un’app da scaricare sullo smartphone), e dovrà contenere le certificazioni richieste: vaccinazione, guarigione o test negativo. Il Parlamento europeo è al lavoro per dirimere molti nodi, primo fra tutti quello della privacy, ma anche la possibilità di effettuare test gratuiti per evitare discriminazione e di estendere il pass anche a Paesi extra Ue come ad esempio Israele o Svizzera (ma anche la stessa San Marino a questo punto). Resta comunque ferma la scelta di lasciare la possibilità ai singoli Paesi di imporre comunque la quarantena a chi varca i loro confini, al di là del Pass.

Se la discussione sul Green Pass europeo è in atto da tempo, l’Italia ha anticipato tutti, con l’ultimo Decreto del 29 aprile, istituendo la “carta verde” che, in attesa di quello europeo, servirà per muoversi tra le Regioni in Italia, a partire dal prossimo 15 maggio. Quel giorno, infatti, scadrà (e non sarà rinnovata) l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che ha imposto la quarantena di 5 giorni per chi (straniero o italiano che sia) entra in Italia da un Paese dell’Ue (per gli altri Paesi il termine è di 14 giorni). Come noto e come riporta il sito viaggiaresicuri.it gestito direttamente dalla Farnesina, San Marino e la Città del Vaticano sono comunque nel gruppo A, quello per cui non esistono attualmente restrizioni agli spostamenti da e per.  Dal 15 maggio, tornando alle regole italiane, chi entra in Italia (lo straniero che arriva per turismo o l’italiano che vi fa rientro) potrà entrare e circolare liberamente se in possesso appunto della carta verde: una certificazione che dovrà attestare l’avvenuta vaccinazione (con uno dei vaccini attualmente ammessi dall’Ema: Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson), l’effettuazione di un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti o l’avvenuta guarigione dal Covid da non più di sei mesi. I tecnici sono al lavoro per un pass digitale, ma è probabile che dal 15 maggio basti una semplice certificazione rilasciata dalle autorità sanitarie di riferimento che attesti l’esistenza di una delle tre condizioni.

LA VALIDITÀ DEL VACCINO SAMMARINESE PER IL “PASS”

Resta da sciogliere il nodo “certificato”, quindi, essendo i sammarinesi vaccinati per lo più con Sputnik V (una quota minoritaria con Pfizer), che non è approvato dall’EMA: la “tessera vaccinale” già istituita ed erogata ai residenti, infatti, come ha spiegato il Direttore Generale dell’ISS, Alessandra Bruschi, “al momento non è un passaporto, ma solo un certificato di avvenuta vaccinazione”. Varrà anche in Italia e all’estero? La discussione è aperta, perché anche Stati membri dell’UE lo hanno prenotato e utilizzato, prima fra tutti l’Ungheria: quindi, come ipotizza La Stampa con l’articolo di Marco Bresolin, si dovrà trovare una soluzione e in questa dovrebbero rientrare, appunto, anche i sammarinesi. L’iter infatti non è ancora completato e viene rimandato ad una circolare del ministero della Salute, che dovrà verificare i criteri di equivalenza. Tradotto: altro lavoro per la diplomazia del Titano.

TURISMO VACCINALE: IN ARRIVO IL REGOLAMENTO

L’idea di vaccinare i turisti non è made in San Marino, perché già diversi Paesi lo stanno sperimentando (Serbia, Russia, ma anche Maldive e diversi Paesi esotici già mete di turismo internazionale), ma la piccola Repubblica ha un appeal diverso per europei e occidentali in generale, per cui le opportunità sono maggiori. Per questo si sta ragionando come sfruttare al meglio questa occasione: l’idea è di erogare il vaccino a 50 euro, ma con contestuale pernottamento in una struttura alberghiera per 3 notti (a Dubai il pacchetto parte da 11.200 euro). “Le aperture adottate dal Congresso di Stato”,  ha spiegato meglio la Bruschi, “prevedono l’estensione della vaccinazione ai soggiornanti, che siano segnalati alla Gendarmeria, ai quali chiediamo di prenotarsi. Poi seguono i turisti, per i quali stiamo lavorando alla stesura di un regolamento, di concerto con le associazioni di categoria”. Ovviamente la vaccinazione per i turisti “riguarda i soli stranieri non italiani. Al momento sono esclusi anche i frontalieri e gli studenti presenti in territorio, categorie per le quali servono specifici accordi bilaterali”, che comunque sono in corso di definizione. “E lo stesso vale per i cittadini sammarinesi residenti all’estero, che vivono, sono domiciliati e assistiti dal punto di vista sanitario all’estero”.

L’opportunità di aprire alle vaccinazioni per gli stranieri, comunque, non deve distogliere l’attenzione dall’obiettivo principale: portare, in sicurezza, turisti e visitatori a San Marino. Ma anche permettere ai sammarinesi (cittadini, lavoratori e imprese) di spostarsi liberamente fuori dai propri confini.

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