Home AttualitàCultura Musica, sentito per voi: “La natura e la pazienza” di Chiara Raggi

Musica, sentito per voi: “La natura e la pazienza” di Chiara Raggi

da Alessandro Carli

Musicalmente, e in maniera molto più competente, ci hanno già scritto penne e autorevoli riviste di settore (rockit.it e tuttorock.com) ma anche le emittenti nazionali (Sky TG24 e Rai) e il giudizio – pressoché unanime – è più che lusinghiero: “La natura e la pazienza”, terzo album da studio della cantautrice riminese Chiara Raggi e uscito a fine 2020 per l’etichetta “Musica di Seta” (nella discografia va comunque aggiungo “Blua horizonto”, in lingua esperanto), è un “Disco nel vero senso del termine”, quindi contiene, in nuce, tutti i caratteri necessari per essere completo: sonorità arrangiate con cura, voce e parole.  

Interessante – e non del tutto sviscerata – è la scrittura che attraversa, lasciando il segno, le nove tracce presenti nell’album: Chiara, come una Van Gogh al femminile, “virgola” il pentagramma con i colori della vita. Nuance accese, vibranti, vissute: amori quindi, amicizie, crescita e consapevolezza di un tempo macchiato che lascia aloni. Agli slanci del cuore di “Mosaico” – l’iniziale “siamo così diffidenti, impauriti da ciò che sarà” poi squarcia le nuvole e incontra la speranza di un futuro maturo che contempla e accetta, riconosce la diversità (“Abbiamo lividi da ricordare e storie da scrivere insieme”) si contrappone l’amara riflessione di quando una coppia si divide e smette di essere doppia  (in “Horizon” scrive che cerca “un sorso fresco di alibi, un breve bacio d’addio”).

Alla pirandelliana “Naturale” affida il risveglio (“Una mattina ho aperto gli occhi, non mi conoscevo più, sulle mani troppi segni”) da un sogno, forse un incubo, che le ha lasciato un profondo insegnamento iniziale (“Rifarò da capo/ quello che non ho mai fatto”) che alla fine supera, si supera, si lancia oltre il muro del ricordo (“Cominciare ad ogni istante è uguale a rifiorire”). Amore, amicizia quindi, ma anche i pensieri di una novella Alice che ha attraversato lo specchio: “Andare oltre, guardare avanti, sento che il vento soffia dalla mia parte” canta in “Ripensamenti coscienti”, mostrando solo nella chiusa, in un gioco di parole che danza con il suo nome, la consapevole metabolizzazione che “la fine era chiara” e che, nonostante la ferita, “torna a volare”.

La tagliente e satiresca “Lacrimometro” – qui la cantautrice bisturizza il pop dei programmi televisivi – regala stilettate al popolino che squittisce nei talk show (“C’è la lacrima di prima fila, che chiama l’applauso a scena aperta”) anticipa un altro (e alto) quadro d’amore, “Mi ritroverai”, dedicata a una persona che ha scelto di allontanarsi dal binario: “Sopportarsi sempre con il sorriso” è il segreto dell’essere amati e dell’amare non l’amore ma una persona; “Rispettare il tempo che viviamo” è una mano aperta che accoglie e protegge, che indica la via.

In questa “Spoon river” dei sentimenti – non ci sono mai persone definite ma solo le loro ombre – “Navigo a vista” è il mento rivolto verso dove nasce il sole e la mente a quello che è stato. “Non sappiamo rinunciare al piacere di parlare, anche quando non abbiamo niente da dire” svela, nella sua profonda semplicità, la seconda anima pirandelliana di Chiara: è sempre e solo il “detto” che dà vita ai personaggi.

“Vedrai”, la traccia che chiude questo viaggio naturale e ripieno di speranza, rivela lo scambio che accade, quando accade, in una relazione: “Il cielo sarà diverso, ma in realtà diverso sarai tu” è l’incontro, la novità che poi, in un percorso insieme, talvolta scivola, si allontana. “Siamo due stranieri, dal segno opposto, con le braccia tese” sono le ultime parole. Lucidato lo specchio, le immagini proiettate rivelano, spesso o talvolta poco importa, un ri_tratto.

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