Home Dal giornale Milva, ovvero la figlia delle “brume del grande fiume italiano”

Milva, ovvero la figlia delle “brume del grande fiume italiano”

da Paolo Bandini Callegari

Fantini mi dice: “Ti presento Milva” e io, un po’ imbarazzato e molto teso, con uno sguardo inebetito mi faccio sfuggire un “Che bella che sei”. Renzo mi sferra un calcio da sotto il tavolo proprio sul malleolo, dolorosissimo. Sarei di certo scappato, oppure sprofondato per terra se Ilva non mi avesse abbracciato e baciato dicendo “ma che carino che sei… diventerai certo un donnaiolo”. Beh, un donnaiolo non lo sono diventato ma il bacio della Rossa ancora lo ricordo, e sarebbe successo anche a voi se l’aveste vista in quel giugno del 1979 al bar di Campo de’ Fiori, una cascata di capelli rossi al vento e quegli occhi sorridenti spalancati sul mondo. Per un attimo mi sono sentito sul set di “Gilda” – un giovanissimo Glenn Ford baciato da Rita Hayworth – e devo dire peraltro che son stati parecchi gli sguardi ammiccanti dei clienti del bar, anche se io ero rimasto un po’ frastornato da quella reazione che a sua volta mi scioccò non poco. Era così lei, Ilva Maria Biolcati in arte Milva, figlia delle brume del grande fiume che proprio a Goro sta per buttarsi in mare, lei che bambina rivedeva la spiaggia intorno al faro con quel suo costume rigorosamente intero e quelle gambette lunghe, presagio acerbo di una femminilità prorompente, così genuina da parer selvaggia e che faceva di certo il paio con quella voce potente e tagliente quanto a tratti bassa e sensuale. Cantante di balera a soli 16 anni – più per necessità che per passione -, si sposerà col regista Maurizio Corgnati ad appena 22 anni, convinta di poter lasciare la canzone per divenire moglie e madre, e invece sarà proprio Maurizio di venti anni più grande di lei a sostenere quella che sarà una carriera a dir poco incredibile e lunga ben 50 anni di continui successi in tutto il mondo .

Proprio in tutto il mondo, dalla Germania alla Francia, all’Argentina e all’America e addirittura al Giappone… pensate che Ilva ha cantato in ben nove lingue diverse, sempre scoprendo nuove tonalità ritmiche…

Renzo Fantini, manager di Paolo Conte, di Francesco Guccini e di molti altri artisti, mi dice una sera: “Cosa hai da fare nei prossimi giorni?”. E io: “Nulla di importante, Renzo…”. “Allora vieni con me a Roma che devo incontrare delle persone…”. E come si faceva allora alla chiusura della “Trattoria da Vito” a Bologna, la nostra tana notturna, ci beviamo due bei caffè, compriamo tre pacchetti di Marlboro rosse e partiamo per esser presto la mattina alla EMI Discografica, da pochi anni trasferitasi a Roma. Agli studi incontriamo Angelo Branduardi che stava registrando il suo quinto disco, “Cogli la prima mela”, che trasponeva una ballata medioevale ungherese (anche se poi gli verrà sempre attribuita come sua).  Due chiacchiere, tre caffè e via: cuffie e sala di registrazione dopo aver guidato tutta la notte. La testa mi ciondolava orribilmente ma in quegli anni era quasi di rito dormire ogni due giorni o tre. Della registrazione non ricordo quasi nulla, devo essermela dormita tutta a occhi aperti ma ero già rinvenuto quando Angelo lanciò l’idea di un aperitivo in Campo de’ Fiori (e si sa, un Campari soda mica si può rifiutare specialmente se a stomaco vuoto). Ed è lì che avviene il fattaccio: di lì a poco arriva la Rossa con un vestito bianco e una scollatura generosa e quelle sue gambe di due metri che ti facevano andar di traverso le patatine.

Ricordo che disse a Renzo qualcosa a proposito di Astor Piazzolla che si concretizzò poi nell’Ottanta con quel magnifico spettacolo che fu “Nuestro tango” che la portò in giro per il mondo tra scrosci di applausi e pubblico in deliquio. Vedendomi così perso, Renzo propose: “Guarda Ilva che Paolino è un ottimo segretario e autista, se ne hai bisogno te lo presto…”. Lei sorrise ed io sudai freddo… Ma lei partì per la tournée con Giorgio Strehler e io fui preso in giro per anni per la faccia da pesce lesso che feci. E ora son qui, con i capelli un po’ imbiancati e quel bacio ancora caldo sulla guancia, a ripensare a quei tempi e a quegli amici, molti dei quali oramai recitano sulle nuvole con Ilva. Non è una lacrima ma un forte applauso quello che mi nasce dal cuore…

Ciao bellissima.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento