Home Dal giornale Editoriale: nell’uovo di Pasqua i vaccini e le chiusure

Editoriale: nell’uovo di Pasqua i vaccini e le chiusure

da Daniele Bartolucci

Se l’Italia piange, nemmeno San Marino festeggerà troppo a Pasqua e Pasquetta. I numeri dei casi positivi, seppur in lievissimo miglioramento a livello generale, non permettono infatti cali di attenzione e nemmeno allentamenti delle restrizioni. Anzi, si discute da giorni di ulteriori “strette” su quelle situazioni considerate ad alto rischio, come ad esempio bar e ristoranti, ma anche  saloni parrucchieri ed estetisti. Del resto l’Italia l’ha già fatto da settimane e probabilmente anche di queste differenze si è discusso nell’incontro a Roma tra i due omologhi alla Sanità, Roberto Ciavatta e Roberto Speranza. Sul tavolo c’è sicuramente la collaborazione e i “comuni obiettivi” nel vincere la pandemia, ma anche l’accordo per la fornitura dei vaccini da parte italiana (ancora non rispettato, ndr). E’ chiaro che dall’Italia pretendano garanzie su come viene affrontata la pandemia, anche per non passare da “pataca” diremmo a queste altitudini: San Marino tiene aperto più di noi e gli diamo pure i vaccini per aprire tutto prima? A Roma, insomma, non vogliono fare scivoloni, soprattutto nel momento in cui devono accelerare sul piano vaccinale e calmare i bollenti spiriti degli imprenditori del commercio e del turismo, che sono pronti allo scontro, ormai, estenuati da un inverno e oltre di chiusure forzate. Per questo sperano che dopo la Pasqua avvenga anche la loro “risurrezione”. Ma ci vorrebbe un miracolo. A San Marino, invece, si spera di trovare nell’uovo le dosi di vaccino per immunizzare velocemente la popolazione. Sarebbe un modo per addolcire le probabili restrizioni che dovessero arrivare.

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