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Arrivano i ristori alle imprese in base a fatturati e chiusure

da Daniele Bartolucci

Il “Decreto Ristori” è pronto. Dopo settimane di attese, calcoli e discussioni, finalmente si è trovata al quadra. Il Governo ha licenziato infatti una bozza già tra martedì e mercoledì in cui esplicitava i principi cardine dell’intervento: non saranno interventi a pioggia, ma mirati alle aziende che hanno subito un calo di fatturati e corrispettivi almeno superiore al 30% e, in base all’aumentare di questa percentuale (divise per scaglioni), aumenteranno la consistenza e il numero degli aiuti previsti: dallo sconto sulla tassa di licenza ai prestiti garantiti dallo Stato per gli affitti, fino agli sgravi contributivi e ai “fondi perduti”. A parte il ristoro per gli alberghi, che più di altri hanno subito perdite. La manovra dovrebbe costare allo Stato tra i 15 e i 18 milioni di euro.

CALO DI FATTURATI E CONTROLLI SUI CONTI

In pratica, quindi, i ristori potrebbero riguardare potenzialmente tutte le imprese sammarinesi, ma a patto che abbiano davvero subito dei cali di fatturato. L’intenzione del Governo, quindi, è quella di “non attivare interventi a pioggia indistinti”, come aveva annunciato il Segretario alle Finanze Marco Gatti, ma in base a criteri ben precisi, partendo appunto dai fatturati e corrispettivi. La questione diventa quindi “contabile”, visto che ancora i bilanci non sono stati depositati, ma è chiaro che il 2020 è ormai chiuso da qualche mese e le imprese possono fare stime precise e quindi fare la richiesta in base agli scaglioni previsti dal Decreto (che al momento in cui Fixing va in stampa non è stato ancora pubblicato).

Va da sè che sono stati previsti anche specifici controlli. Questi saranno successivi alla presentazione della dichiarazione dei redditi del periodo d’imposta 2020, quando l’Ufficio Tributario effettuerà le verifiche sul fatturato e sui corrispettivi dichiarati dall’operatore economico nell’istanza presentata per accedere agli interventi straordinari di sostegno e ristoro richiesti. In caso di difformità, si ricalcoleranno i benefici spettanti o si procederà al recupero degli stessi. In caso di dichiarazioni non veritiere nell’istanza presentata, invece, il soggetto è punito, se il fatto non costituisce reato più grave, con le pene di all’articolo 297 del codice penale. Inoltre, in caso di indebito beneficio di contributi, gli Uffici e gli Enti competenti, oltre al recupero delle somme non dovute, applicano una sanzione pecuniaria pari al 10%, senza facoltà di oblazione, calcolata sull’importo non dovuto dell’intervento erogato o usufruito dall’operatore economico.

GLI SCAGLIONI E GLI INTERVENTI DI RISTORO

Come anticipato, è prevista una casistica a parte per gli alberghi, mentre per tutte le altre imprese, da quelle industriali a quelle commerciali, si procederà con misure progressive in base alle perdite subite nel corso del 2020. Il minimo quantificato è il 30% (sulla linea di quanto fatto in Italia, ndr), per cui scatterà oltre all’esonero dalla Tassa di occupazione del suolo pubblico e la sospensione del pagamento della quota capitale (che vale per tutti gli operatori economici) lo sconto del 50% sulla tassa di licenza e, nel caso di imprese individuali o lavoratori autonomi, anche lo sgravio contributivo del 6%. Sgravio che scatterà per le imprese solo al superamento della soglia successiva, quindi dal 35 al 40%, in aggiunta ad un rimborso del 10% delle utenze AASS. Su questo fronte l’intervento si fa più deciso per gli scaglioni successivi, fino ad arrivare ad un 60% per chi ha subito più del 70% di cali di fatturato. Importante anche l’intervento riguardante gli affitti passivi, con cui viene disposta la garanzia statale su finanziamenti fino a un massimo di 20mila euro per tutti gli operatori economici.

Infine, previsti, ma con casistiche particolari, anche dei contributi a fondo perduto, che scatteranno per gli operatori economici di tutti i settori solo con cali superiori alla soglia del 55%, mentre per gli alberghi sarà calcolato in base al numero delle presenze per pernottamenti perse nel 2020 rispetto al 2019, determinato in funzione della classificazione assegnata dalla “Commissione per la classificazione e vigilanza sulle imprese ricettive” istituita ai sensi dell’articolo 20 della Legge 27 gennaio 2006.

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