Home FixingFixing San Marino, ANIS: “Gli interventi per le imprese hanno evitato numeri peggiori”

San Marino, ANIS: “Gli interventi per le imprese hanno evitato numeri peggiori”

da Redazione

Romina Menicucci: “70 nuove domande tra ‘stato di crisi’ e ‘causa 5’: sono molte, ma meno del previsto. La CIG ha permesso alle aziende di mantenere i livelli occupazionali”.

Ufficio Policihe Attive Lavoro

 

di Daniele Bartolucci

 

La Cassa Integrazione Guadagni si è rivelata uno strumento efficace per fronteggiare la prima ondata della pandemia da Covid nel corso del 2020, non solo per il ruolo di ammortizzatore sociale nei casi di lockdown o crisi delle aziende, ma soprattutto perché ha evitato che si verificassero cali molto più consistenti dei livelli occupazionali. “Con gli opportuni interventi, oggi ci troviamo una situazione meno grave di quanto poteva essere”, spiega Romina Menicucci, rappresentante di ANIS nella Commissioni del Lavoro e nella Commissione Cassa Integrazione Guadagni. La CIG, ad esempio, che è stata subito portata alla fine del 2020, ha consentito a molte aziende di mantenere la propria forza lavoro e poter sfruttare queste risorse nel momento in cui sono arrivati gli ordini o sono state riaperte le attività sospese dalle restrizioni sanitarie. Siamo però consapevoli”, spiega Menicucci, “che questo abbia comportato dei costi, basti pensare che i dati ancora parziali parlano di oltre 12 milioni di euro di CIG erogata nel corso del 2020: contro i circa 2 milioni del 2019. Per questo, come già previsto negli interventi legislativi, ci aspettiamo che le risorse aggiuntive, recuperate attraverso i prestiti esterni, vengano utilizzate per finanziare questo impegno. Ovviamente ci aspettiamo anche interventi altrettanto consistenti per lo sviluppo, perché sostengano la ripresa economica che era ed è l’unica via per far ripartire gli investimenti privati e generare quindi anche nuova occupazione”.

 

Nel frattempo, a proposito di CIG, sono entrati in vigore ulteriori interventi grazie al Decreto Legge nr. 6 del 26 gennaio 2021, che ha ratificato il nr. 224 del 31 dicembre 2020.

 

“Dalla conoscenza diretta delle reali problematicità delle aziende associate ANIS ha sollecitato diverse migliorie alla prima versione del Decreto, ed elaborato una serie di proposte poi avanzate al Governo. Oltre ad ottenere una riduzione di costi e di oneri per gli operatori economici, sono state recepite anche altre nostre istanze, tra cui segnaliamo l’aggiunta del comma 1 bis all’art. 9 che disciplina la certificazione dello stato di crisi e in cui viene ampliata la possibilità di beneficiarne essendo stato modificato il requisito del calo di fatturato dal 60% al 55%: il nuovo comma ha reso infatti possibile ottenere la certificazione dello stato di crisi anche per l’operatore che, pur non rientrando negli altri requisiti abbia avuto una riduzione del fatturato pari o superiore al 30% e contestualmente abbia fatto richiesta di CIG per ‘causa 4’ e abbia alle proprie dipendenze lavoratori di sesso femminile pari al 50% più uno dell’intera forza lavoro. Questa nuova casistica si è resa necessaria valutando i numeri e le dinamiche dell’occupazione femminile nella nostra Repubblica, che vedono ancora una volta la categoria delle donne lavoratrici tra quelle più colpite”.

 

In tutto questo, ci sono anche dei segnali positivi?

 

“Più che positivi, direi non del tutto negativi. Ad esempio, nell’ultima Commissione sono pervenute circa 30 domande di aziende per stato di crisi e 40 domande di CIG ‘causa 5’: è un numero importante, ma molto inferiore a quello che tutti si aspettavano. Le motivazioni sono diverse, ma sicuramente le imprese private hanno dimostrato di saper reagire alle difficoltà e per questo vanno sostenute ancora di più perché se le incertezze dei mercati sono ancora fortissime, conosciamo bene le criticità del nostro sistema e queste vanno superate quanto prima”.

 

Il riferimento è anche alle riforme in arrivo, tra cui quella del mercato del lavoro?

 

“Nel recente incontro con il Governo abbiamo avuto conferma che questi interventi verranno messi nell’agenda di lavoro di cui si parla da tempo. A tal proposito, da anni ANIS chiede una modernizzazione del mercato del lavoro, in particolare per quanto riguarda la ricerca di determinate competenze e professionalità da parte delle imprese, le quali sono fondamentali per poter crescere e sviluppare i propri business. Siamo quindi in attesa di poterci confrontare con il Segretario competente e con tutto il Congresso di Stato, consapevoli che questa riforma sia trasversale a diversi ambiti e proprio per questo va costruita condividendone tutti i passaggi con chi quotidianamente è impegnato in queste dinamiche. Siamo certi di poter dare, anche in questa fase, tutto il contributo di idee e di esperienza che ANIS ha sempre messo a disposizione del Paese”.

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