Home Dal giornale San Marino, ANIS: “Confronto con il FMI, poi subito i tavoli delle riforme”

San Marino, ANIS: “Confronto con il FMI, poi subito i tavoli delle riforme”

da Redazione

Avviati gli incontri con gli esperti dell’organismo internazionale: occhi puntati sulle priorità del sistema, a iniziare da sistema bancario, Bilancio dello Stato, IVA pensioni e accordo di associazione con l’Unione Europea.

di Daniele Bartolucci

La visita del Fondo Monetario Internazionale chiude, di fatto, il round di incontri sul piano delle riforme annunciato dal Governo e darà, come sempre, indicazioni più chiare sugli interventi più urgenti, a partire dal sistema bancario, Bilancio dello Stato, pensioni, IVA e accordi con l’Unione Europea. Di fatto, le quattro priorità di cui si parla da anni ormai. “Ci aspettiamo quindi che il Governo, subito dopo questo appuntamento”, ha avvertito ANIS nei giorni scorsi, “apra i tavoli di confronto e inizi le attività, condividendo una agenda di lavori contenente gli interventi prioritari per uscire dalla crisi e dall’immobilismo che caratterizzano da troppo tempo la nostra Repubblica”.

ANIS: “NON C’È UN PIANO ORGANICO, ORA I TAVOLI”

La richiesta degli Industriali, condivisa ormai da tutte le parti sociali ed economiche, si è fatta sempre più forte, a maggior ragione dopo l’incontro con il Governo dei giorni scorsi, dal quale è emerso che “non c’è ancora un piano organico delle riforme con interventi e tempi definiti in cui realizzarlo”. “Proprio per reagire e invertire la tendenza negativa”, ha commentato la Presidente Neni Rossini, “ANIS ha chiesto, da tempo, un cambio di passo e un piano strategico per realizzare gli interventi necessari a mettere in sicurezza la stabilità del Paese e rilanciare, al contempo, il suo sviluppo economico. In tal senso, l’annuncio del Governo a inizio anno di voler elaborare un cronoprogramma di riforme, seppur con ritardo, è un fatto positivo. Al momento, però, non c’è alcun documento programmatico su cui lavorare, e si trattano i diversi temi e obiettivi ancora in modo troppo astratto”. Da qui la richiesta: “Ci aspettiamo dalla politica maggiore concretezza, determinazione e coraggio nel portare avanti le riforme che abbiamo condiviso come prioritarie e, con un metodo di confronto reale con il Paese, raggiungere gli obiettivi della stabilità e della credibilità internazionale”. “È vero”, ha chiosato la Presidente Rossini, “che la pandemia ha colpito pesantemente tutte le economie occidentali ma la reazione degli altri Stati è diversa, talmente forte e massiva, che rischia di farci perdere ancora più competitività: tutti gli altri Paesi, oltre ad aver iniziato la campagna di vaccinazione, stanno mettendo in campo ingenti risorse per iniettare liquidità e fiducia nelle loro economie. Al contempo hanno avviato anche importanti piani di riforma per modernizzarsi e altri progetti stanno per essere attivati. Noi quindi non possiamo continuare a restare fermi perché il divario con i nostri competitor, che è già ampio, potrebbe diventare incolmabile”.

BANCHE E BILANCIO LE PRIORITÀ DEL FMI

La delegazione ANIS ha incontrato il FMI nell’ambito degli incontri tecnici che avvengono in queste occasioni. Al termine del “giro”, come sempre, gli esperti del Fondo elaboreranno un rapporto finale in cui fotograferanno la situazione economica e finanziaria del Paese, completandolo con le proprie raccomandazioni. “E’ un’occasione preziosa di confrontarci come Paese con un organismo internazionale di alto livello”, ha anticipato la Presidente ANIS, “ma dovremo essere capaci di utilizzarla al meglio, anche accettandone le valutazioni e attivandoci subito per mettere in pratica le loro raccomandazioni calandole nella nostra realtà nei termini più consoni. Le riforme che da tempo chiediamo sono le stesse che il FMI indica da anni e che fino ad oggi sono state più volte iniziate ma mai portate a compimento – tra cui l’IVA, fondamentale per l’integrazione internazionale -, che per la sua complessità va strutturata il prima possibile. Non possiamo più permetterci di rimandare questi passaggi, il tempo è scaduto”. Per ANIS, quindi, tali raccomandazioni vanno ascoltate e, seppur non eseguite alla lettera, devono indicare una linea precisa. Ma l’importante, ovviamente, è agire per raggiungere quella sostenibilità economica necessaria a progettare anche il futuro sviluppo del Paese, evitando che gli esperti del FMI debbano, di nuovo, come avvenuto negli ultimi anni, ribadire gli stessi concetti e consigliare le stesse riforme, se non altro perché nulla è ancora stato fatto.

E’ anche vero che qualcosa si sta muovendo: il superamento del “5 ter” per la Cassa di Risparmio, vero tallone d’Achille del sistema e oggetto di attenzione straordinaria da parte del FMI, è stato realizzato con i cosiddetti titoli irredimibili, ma non è ancora chiara la valutazione del FMI su questa operazione e se sia sufficiente. Lo stesso vale per il capitolo NPL, su cui stanno per arrivare due importanti progetti di legge (cartolarizzionazioni e procedimenti civili) che daranno nuove prospettive a tutto il sistema: il FMI chiederà ulteriori interventi? La risposta è tutta da costruire, come lo è, in effetti, il piano degli altri interventi che dovranno mettere in sicurezza il sistema bancario perché, come ricorda sempre ANIS, “torni ad operare al meglio come strumento di sostegno e di crescita a tutta l’economia”. Senza un sistema creditizio solido, infatti, non si può parlare di sviluppo. Soprattutto per un Paese piccolo e non sufficientemente integrato nel contesto internazionale come San Marino: in tal senso l’accordo con l’Unione Europea (su cui il FMI ha già espresso un pieno consenso affinché venga concretizzato) potrebbe dare garanzie ulteriori ed evitare oneri ormai insostenibili per tutte le imprese sammarinesi che operano nel mercato unico europeo ogni giorno.

IVA E PENSIONI: PRIMI DUE BANCHI DI PROVA

Riferito all’interscambio, ma ovviamente anche per quanto riguarda la fiscalità interna, il FMI da tempo sollecita il passaggio ad un sistema di imposte indirette basato sull’IVA: sarà questo un punto fondamentale del confronto tra Governo e FMI, a quanto pare. Questo perché se per la fatturazione elettronica si è ormai alle battute finali, sull’IVA il Governo sembra aver tirato un po’ il freno a mano, proprio in attesa degli incontri con i tecnici del FMI. La sensazione, anche dopo gli incontri con le categorie economiche e le parti sociali, è che questo passaggio epocale annunciato già per il 2014 rischi ancora una volta di venire posticipato a data da destinarsi, perché come ha ricordato anche ANIS, i tempi per una sua strutturazione non saranno brevissimi e vanno quindi messi in campo tutti gli strumenti e le risorse necessarie diversi mesi prima: come a dire, se si vuole partire il 1 gennaio 2022, la legge e la struttura amministrativa per renderla operativa vanno strutturati in questi mesi, non tra Natale e Capodanno. Però, va detto, non si parte certamente da zero: c’è già un progetto di legge praticamente fatto a cui si può lavorare per ultimarlo, così come tutte le analisi già completate nel corso degli anni. Inoltre, essendoci diverse complessità, si devono trovare le soluzioni tecniche, che ci sono, come ad esempio le norme transitorie. Ma non è una riforma che si possa ideare e realizzare in un giorno, insomma. Come del resto nemmeno quella delle pensioni, su cui il FMI ha puntato l’attenzione da tempo: dopo gli ultimi annunci, pare che si inizi a fare sul serio, comunque, con i primi incontri convocati dalla Segreteria alla Sanità proprio in questi giorni. Gli esponenti del Governo, nel frattempo, hanno palesato l’intenzione di arrivare alla riforma entro l’anno: il “grande cantiere”, se così si può chiamare, sarà un bel banco di prova, essendo uno dei temi più trasversali di tutti, sia per quanto riguarda categorie economiche e sindacati, sia soprattutto perché coinvolgerà quasi tutte le Segreterie di Stato, non solo quelle alla Sanità e al Lavoro. Anche in questo caso ci sono almeno due progetti di riforma e il gruppo di lavoro incaricato negli ultimi quattro o cinque anni è praticamente lo stesso incaricato anche oggi. L’unico vero problema è semmai che, più il tempo passa (e per le pensioni ne è passato troppo), più la situazione peggiora, con il rischio che gli interventi debbano essere sempre più forti.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento