Datata 1724 ed edita con il nome di Pierre Mortier, è caratterizzata da due “vedute”. L’avvocato Maria Antonietta Bonelli: “Il momento iniziale dell’iconografia tradizionale”.
di Alessandro Carli
Scrive Maria Antonietta Bonelli nella prefazione delle “Cinque stampe di San Marino tra il Seicento e l’Ottocento” realizzate sulla prestigiosa carta “Rusticus” delle Cartiere Miliani di Fabriano (Italy): “Appare in un certo meno ‘umanizzata’ la seconda immagine, con la quale si può identificare il momento iniziale dell’iconografia tradizionale di soggetto sammarinese”. È una stampa che fa parte dell’opera “Theatrum civitatum et admirandorum Italiae” di I. Blaeu e pubblicata in Olanda nel 1663 e che è rappresentata nella successiva edizione del 1724 edita con il nome di Pierre Mortier. La tavola presenta in un unico foglio due distinte vedute: la superiore raffigurante la città, l’inferiore il monte e il vecchio Borgo Maggiore”. È il primo ritratto della Repubblica, reso “ufficiale” da un particolare: lo stemma. “Un’immagine ritenuta fedele alla realtà fisica del luogo ma che appare, se confrontata con l’acquerello di Minguzzi (vedi Fixing nr. 1 del 2021, ndr), più fredda e meno determinata dalla presenza dell’uomo, il cui lavoro e la cui fatica in un ambiente ostile sono testimoniati soltanto dagli asini carichi di peso che appaiono in primo piano e che assolvono la necessaria funzione di determinare dimensioni e altezza” conclude Bonelli.