Home FixingEditoriali San Marino Fixing, editoriale: arriva Joe Biden, il Monte Titano è pronto?

San Marino Fixing, editoriale: arriva Joe Biden, il Monte Titano è pronto?

da Daniele Bartolucci

Nell’agenda del neo Presidente USA probabilmente vengono prima altre questioni rispetto a quella sammarinese, anche se è interessante notare che il partner finanziario per il “prestito ponte” sia proprio una multinazionale americana.

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di Daniele Bartolucci

Alla Casa Bianca c’è un nuovo inquilino da qualche giorno, ma se il nome del nuovo Presidente degli Stati Uniti era noto da tempo (al di là degli “ostacoli” posti da Trump), quello che tutti si chiedono è se e come cambieranno i rapporti con le altre potenze mondiali, in primis l’Europa. E in Europa c’è anche la Repubblica di San Marino, che ha legami solidi – anche se non tanti accordi bilaterali – proprio con gli USA. Nell’agenda di Biden probabilmente vengono prima altre questioni rispetto a quella sammarinese, anche se è interessante notare che il partner finanziario per il “prestito ponte” sia proprio una multinazionale americana e non, come magari gli americani (e non solo) potevano pensare, italiano o europeo. Dettagli? Forse. Quello che non è marginale è, però, il rapporto proprio con l’Italia e con l’Unione Europea che il neo Presidente vorrà costruire. Direttamente e indirettamente, San Marino è legato a questa dinamica e potrebbe sfruttarla a proprio vantaggio, oppure rimanerne fuori, scegliendo – come spesso ha fatto – l’isolamento o, diplomaticamente, la via della “terzietà”, del “diverso” ma simile, dell’allineato ma non del tutto. Una scelta che ancora non è così netta, in verità.

Nel frattempo, quindi, sarà bene osservare le decisioni che prenderà Joe Biden, perché alcune saranno fondamentali, a iniziare dai rapporti commerciali (o “la guerra dei dazi”): l’America First andrà quasi certamente in archivio tra gli slogan del passato, ma non ci si faccia strane idee, perché se Joe Biden non vede l’Europa come un nemico, di certo la vede come un rivale.

Per cui verranno stemperati certi toni, ma nessuno si aspetti un’amicizia fatta di favori reciproci.

Semmai potrebbe tornare in auge il negoziato in merito al TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), lanciato da Barack Obama e dell’UE come il “più grande patto commerciale della storia”, in cui San Marino era (ed è) ancora ai margini, non essendo parte dell’Unione né avendo ancora raggiunto un accordo di Associazione. Sarà lo stesso Biden a spingere la Repubblica di San Marino verso questo obiettivo? Del resto lui stesso è un fan dell’Unione Europea “forte e unita”, così come della NATO, che sicuramente rilancerà al contrario di quanto fatto da Trump che aveva minacciato addirittura di uscirne. Dall’altro canto, invece, quello che non dovrebbe cambiare è l’atteggiamento rivolto a Cina, Russia e Iran: molti analisti di geopolitica, infatti, ipotizzano una certa continuità, che si tradurrebbe anche nella contrarietà verso alcuni Paesi europei (tra cui Italia e Germania) per le aperture commerciali verso la Cina e la questione del 5G. In questo senso, San Marino, da che parte starà?

L’altro aspetto interessante, diciamo “globale”, è il variegato ma sempre più importante mondo della green economy: Biden non ha mai nascosto la sua intenzione di rientrare nell’accordo di Parigi, da cui gli Stati Uniti sono usciti ufficialmente con Trump. Il nuovo Presidente degli Stati Uniti ha inoltre promesso di spendere 2mila miliardi di dollari (1,7 mila miliardi di euro) per affrontare la crisi climatica, con l’obiettivo finale di azzerare le emissioni di carbonio degli USA entro il 2050. Su questo tema, forse più che in altri, San Marino può invece essere un interlocutore interessante, avendo sposato tale causa da tempo.

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