Home FixingFixing Il “cronoprogramma” delle riforme: il Governo vuole accelerare

Il “cronoprogramma” delle riforme: il Governo vuole accelerare

da Redazione

Non c’è ancora il documento ufficiale, ma alcuni interventi sono imprescindibili e urgenti: Bilancio dello Stato e sistema bancario su tutti, poi pensioni, IVA e il nuovo PRG.

Governo

 

di Daniele Bartolucci

 

Se il Governo italiano è alle prese con il nuovo patto proposto dal premier Conte (il terzo in pochi mesi, dopo il governo con la Lega, poi con PD e IV ed ora sempre con PD e i cosiddetti “costruttori” raccolti dall’opposizione), quello di San Marino deve assolutamente rilanciare la propria azione programmatica, perché molti degli obiettivi annunciati nel primo anno di legislatura non sono stati raggiunti, soprattutto quelli prioritari, le famose “riforme” che proprio su queste pagine ANIS ha ribadito anche a inizio anno come fondamentali per dare sostenibilità e sviluppo al Paese. L’appello, che proviene da un po’ tutta la società civile (in primis le imprese, strette tra la crisi economica e le varie restrizioni dettate dalla pandemia), sembra aver finalmente fatto breccia, tanto che il Governo e la maggioranza hanno deciso di accelerare su questo fronte, dandosi un’agenda di lavoro puntuale su cui impegnarsi, più di quanto fatto finora, nel realizzare tutti gli obiettivi del programma delineato all’indomani delle elezioni. Non c’è ancora un documento ufficiale, in verità, ma è facile ipotizzare quali siano questi step: riforma del sistema previdenziale evitando che impatti sempre di più sul Bilancio dello Stato, che comunque va messo in sicurezza con una serie di interventi (anche di spending review, finalmente), così come il sistema bancario, che era e resta un problema enorme. Collegati al Bilancio dello Stato c’è poi l’introduzione dell’IVA sammarinese, che potrebbe garantire risorse in entrata, ma anche facilitare l’interscambio commerciale (con annessa fatturazione elettronica, ormai data per imminente). Allo stesso modo, in ottica sviluppo, c’è la questione del PRG, che va assolutamente aggiornato e reso uno strumento utile ad attirare e spingere gli investimenti, rilanciando anche un settore come quello dell’edilizia, capace a sua volta di mettere in moto un indotto straordinario.

Poi ci sono i rapporti con l’Italia e l’Unione Europea, che nel primo caso vanno potenziati e normalizzati anche su tutte le questioni da anni sul tavolo, mentre nel secondo va finalmente chiarito quali aspetti saranno oggetto di trattativa per un eventuale accordo di Associazione.

 

“LA MAGGIORANZA È UNITA E PRONTA A QUESTA SFIDA”

 

“La sfida di oggi non è solo recuperare il terreno perso a causa del COVID, ma mettere in sicurezza e soprattutto dare prospettiva ad un Paese che già a gennaio 2020 presentava la necessità di interventi mai realizzati”. Questo lo spirito con cui il Governo e maggioranza “si sono riuniti per un confronto sulle linee strategiche prioritarie per il paese, all’inizio di un nuovo anno che dopo mesi di prevalente gestione dell’emergenza sanitaria, vuole essere improntato sul raggiungimento di obiettivi finalizzati allo sviluppo e alla stabilità economica del Paese”. “Un confronto continuo su questi temi”, scrivono congiuntamente, “riteniamo sia necessario nella programmazione dei lavori che ricalcano gli obiettivi già fissati nel programma di governo. Nessuna verifica di governo dunque”, avvertono, “la maggioranza unita lavora come dal primo giorno di questa legislatura per attuare un programma di Governo ambizioso che riteniamo essere la chiave per il rilancio del Paese”. Il primo passo, annunciano infine, sarà quello di “presentare al Paese una agenda di interventi sulla quale siamo pronti ad avviare i necessari confronti con opposizioni parti sociali e associazioni datoriali”.

 

LE PRIORITÀ: BILANCIO E SISTEMA BANCARIO

 

Riesumando il programma di governo, a cui le forze di maggioranza si dicono ancora fedeli, le priorità restano il Bilancio dello Stato che come noto ha già una situazione debitoria importante e il sistema bancario, che continua a vivere una situazione molto difficile a causa dell’enorme peso degli NPL ereditati dal passato e dalle crisi dei diversi istituti, senza dimenticare la complessità della “banca dello Stato”, ovvero la Cassa di Risparmio, per la quale è stata costruita una soluzione al 5-ter con i cosiddetti titoli irredimibili, ma che ha impegnato – forse per sempre – lo Stato a versare quasi 10 milioni di euro all’anno all’istituto.

In questa doppia emergenza, occorre da una parte ridurre le uscite, in particolare per quanto riguarda la spesa corrente (l’attesa spending review), dall’altra aumentare le entrate, mettendo magari a mercato quei servizi non prettamente “statali” (le liberalizzazioni mai realizzate, ad esempio), ma anche revisionando il sistema fiscale, completando la riforma del 2013 introducendo l’IVA sammarinese, che permetterebbe di avere un’imposta indiretta più equa e più europea dell’attuale sistema monofase.

Allo stesso modo, visto che impattano sul Bilancio dello Stato, vanno riformati il sistema pensionistico (superando, questa una delle ipotesi, il retributivo in funzione del contributivo) e la sanità, magari in chiave “aziendale”, mettendo in campo servizi anche a pagamento per garantire comunque quell’universalità che è un valore aggiunto per tutto il sistema Paese.

E’ facile comprendere quanto e quante Segreterie di Stato debbano essere coinvolte in queste operazioni ed è quindi necessario che Governo e maggioranza dimostrino nei fatti, oltre che nelle parole di questi giorni, questa coesione e compattezza, ma anche un coordinamento che finora, evidentemente non è stato così efficace.

 

IL “VOLANO” EDILIZIA: PRG E CASE AGLI STRANIERI

 

Se commercio e turismo sono i settori che più hanno subito la lunga pandemia da Covid (e per i quali occorrerà un “Recovery Plan” dedicato), l’edilizia è in caduta libera da anni ormai, in attesa di quel rinnovamento degli strumenti urbanistici (vedi il nuovo PRG di Boeri, che ancora non c’è), ma non solo di quelli. Il “volano” per tutto l’indotto (artigiani, professionisti, fornitori, produttori tecnologici…), infatti, può essere rimesso in moto dal PRG, certamente, ma per rimandare la macchina a pieno regime occorre superare anche l’antico tabu della vendita degli immobili agli stranieri, che ancora oggi persiste, nonostante i vari tentativi di aprire il mercato. Anche questo è un duplice intervento, che si andrà ad unire agli incentivi fiscali appena varati nella finanziaria, che potrebbe vedere la luce nei prossimi mesi.

 

ITALIA ED EUROPA: RAPPORTI DA RILANCIARE

 

Il rapporto con la vicina Italia è tornato in auge in questi mesi di pandemia per diversi motivi e si è capito molto bene quanto impattino sulle dinamiche sammarinesi: basta guardare alla fornitura dei vaccini, che infatti passerà dal Protocollo d’intesa firmato nelle scorse settimane, ma anche agli accordi per gli spostamenti da e per San Marino nelle Regioni limitrofe.

Chiaramente sul tavolo ci sono tante e altre questioni, oltre a quelle sanitarie, per cui è indispensabile continuare a costruire rapporti sempre più forti e basati sulla fiducia. Fiducia che San Marino deve dimostrare di meritare, anche attraverso le “cose da fare” che l’Italia sembra gli abbia ribadito anche negli ultimi incontri con (ex, purtroppo) il Sottosegretario Scalfarotto. Cose da fare che non riguardano quindi solo la Segreteria agli Esteri, deputata ad aprire questi canali diplomatici: anche in questo caso, il coordinamento deve essere fortissimo.

Ancora più importante, in questa fase ma soprattutto in prospettiva futura, è il rapporto con l’Unione Europea: San Marino non può rimanere ancora ai margini del mercato più ricco del pianeta e, allo stesso tempo, esserne geograficamente all’interno. Vanno fatte delle scelte precise ed è sulla base di questa direzione che si potrà chiedere all’UE determinate concessioni, ribadendo le peculiarità sammarinesi.

Occorre dunque un cambio di passo, su questo fronte come sugli altri, ma anche un nuovo metodo: il “cronoprogramma”, se aprirà un confronto serio e costruttivo con le categorie economiche e le parti sociali, può essere infatti uno strumento efficace.

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