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Speciale cultura: il rito del “tè letterario” in compagnia di un libro

da Redazione

Se sono “buoni” sono un binomio ideale per un pomeriggio uggioso. William Gladstone: “Se hai freddo ti riscalda, se sei agitato ti rilassa”.

libri e te Simona

 

di Simona Bisacchi

 

George Orwell non aveva dubbi, il miglior tè è quello proveniente dall’India o da Ceylon: “Uno si sente più saggio, più coraggioso e più ottimista dopo averlo bevuto”.

In un articolo uscito sull’Evening Standard il 12 gennaio del 1946, il prodigioso scrittore di “1984” fornì undici regole ben precise per preparare una piacevole tazza di tè. Un piccolo, minuzioso vademecum che sottolinea quanto il tè sia una questione seria.

Soprattutto se abbinato alla lettura. Un buon libro e un buon tè sono un binomio ideale per pomeriggi uggiosi. Un ambíto rifugio per pellegrini della lettura e viaggiatori di pagine. Anche il fumettista statunitense Bill Watterson – autore delle straordinarie strisce di “Calvin &Hobbes” – dedica attenzione a questo accostamento. Perché Calvin – un bambino di sei anni, dall’immaginazione e simpatia travolgenti – e Hobbes – la sua tigre di pezza, che con lui prende vita, e parla e gioca come se fosse reale – assicurano che “I giorni di pioggia dovrebbero essere passati a casa con una tazza di tè e un buon libro”.

Il “rito del tè letterario” non è molto celebre, ma sicuramente molto diffuso e ben rodato.

Si inizia con un gesto semplice: metti l’acqua sul fuoco, in un bollitore. Scegli una tazza che ti piace. Va bene anche quel bicchiere di vetro, ma poi devi stare attento a non scottarti. Versa un goccio di acqua calda nella teiera (da non confondere con il bollitore, che è sul fuoco) e muovila gentilmente, in modo da scaldare le pareti del contenitore. Quando la sentirai tiepida, deposita sul fondo le foglioline di tè. Quale hai scelto? Un delicato tè verde? Un tè nero con olio essenziale di bergamotto? O stai provando un prezioso tè matcha giapponese? Quando l’acqua del bollitore sarà calda, senza arrivare a ebollizione, versala nella teiera, con delicatezza. Lascia riposare qualche minuto e il tè sarà finalmente pronto per essere riversato nella tazza.

Se avrai seguito il procedimento con cura, non ci sarà bisogno di usare colini: non uscirà nemmeno una fogliolina. E potrai dedicarti alla scelta del libro e del luogo dove gustare entrambi. Una poltrona davanti al fuoco soddisferebbe l’immaginario collettivo. Ma anche un grande cuscino sul pavimento o una panca accanto a una finestra si sveleranno perfetti.

Curiosare tra le pagine, viaggiare tra le parole, ricercare tra i capitoli sono avventure che l’inverno non può arrestare. E una piccola tazza di tè è un buon compagno di viaggio, perché – come ha sottolineato William Gladstone, primo ministro inglese ai tempi della regina Vittoria – “Se hai freddo, una tazza di tè ti riscalda. Se sei depresso, ti rincuora. Se sei agitato, ti rilassa”.

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