Home FixingFixing L’arte nobile e dimenticata della stroncatura. Poco meno di 40 libri da evitare con rigore

L’arte nobile e dimenticata della stroncatura. Poco meno di 40 libri da evitare con rigore

da Redazione

Il libro di Davide Brullo (Gog Edizioni, pagine 204, euro 12) è la lama del barbiere: pelo e contropelo ma senza disinfettante né cerotti.

Brullo

 

di Alessandro Carli

 

L’avviso è chiaro già dalle prime pagine: “La stroncatura è un genere nobile, connesso alle origini del giornalismo culturale. Non la pratica più nessuno. Perché? Perché in Italia puoi essere (anzi, devi essere) politicamente scorretto, ma non puoi fare il culturalmente anarchico”.

Brullo (di cognome) ma tutt’altro che arido. Carsico però, Davide (Brullo) lo è: il liquido delle parole (degli altri, dei VIP dei salotti e dei libri) lo trapassa, e gli scende dentro, a formare stalattiti appuntite e stalagmiti che lasciano segni indelebili. Il suo libro “Stroncature” (Gog Edizioni, pagine 204, euro 12) è la lama del barbiere: pelo e contropelo ma senza disinfettante né cerotti.

“Ogni stroncatura è sempre l’ultima – quella che può stroncarti la carriera. Altrimenti, è un gioco. E l’arte di stroncare non è un gioco – è teatro. Cioè, il luogo dove si muore per davvero, pubblicamente” scrive prima di mettere in fila nel libro alcuni “re e regine” delle vendite (poco meno di 40) – Baricco, Benni, Scalfari, Saviano, Augias, Ferrante, Giordano, Cazzullo – e ridurli a umili pedoni dello scacchiere. Lui sale i gradini e, raggiunta la torre, butta giù autori, libri e lettori con il badile e il fioretto. Stroncature sonore, cesellate utilizzando una scrittura vivace che fa le capriole con i nomi degli autori, che ha fatto arrabbiare case editrici e scrittori. Un libro che recupera, oggi che tutto è permeato di buonismo alla “Vincenzo Mollica” (tutto bello, tutto fantastico, tutto interessante), la nobile arte della critica. Quello che ci vuole per aprire gli occhi, per capire che anche i giornalisti e i poeti dicono le parolacce. “Stroncature” non è stroncabile, e di questo spero che l’autore mi perdoni.

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