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Consiglio Grande e Generale, 22 dicembre (pomeriggio): il report di SMNA

da Redazione

SAN MARINO – Nel pomeriggio del 22 dicembre l’Aula termina l’esame dell’articolato del Bilancio di previsione 2021. Dopo le dichiarazioni di voto, il provvedimento viene infine approvato con 35 voti a favore e 14 contrari.

Si procede con la riapertura del comma Comunicazioni che si conclude velocemente per passare all’accoglimento da parte del Consiglio grande e generale dell’aggiunta all’ordine del giorno del Comma 1 Bis “Riferimento del Congresso di Stato in merito a ulteriori misure per l’emergenza Covid e in merito alla mobilità transfrontaliera”, come da accordo preso in Ufficio di presidenza.

Il dibattito si apre con gli interventi dei Sds per gli Affari Esteri Luca Beccari e per la Sanità, Roberto Ciavatta che illustrano le necessità di allineamento della Repubblica di San Marino alle misure restrittive della Repubblica italiana per le imminenti festività, a seguito dell’inserimento del Titano nella “lista C”da parte dell’Italia, lista che include Paesi in cui sono previste restrizione per la mobilità trasfrontaliera. Seguono interventi critici dell’opposizione per i rischi nei rapporti bilaterali causati dalla diversità di misure intraprese. Il dibattito proseguirà in seduta notturna.

Di seguito le dichiarazioni di voto sul Bilancio e un estratto della prima parte del dibattito al comma 1 Bis.

 

Comma 4. Bilancio di previsione 2021. Dichiarazioni di voto.

 

Eva Guidi, Libera: “Lo abbiamo ribadito dalla prima lettura, questo pdl rappresenta un documento fonte di preoccupazioni e perplessità. Vero che rispetto la prima lettura sono stati fatti molti interventi, ma non sono arrivati gli interventi richiesti. Non si tratta solo di rappresentare una intenzione, si tratta anche di introdurre una rappresentazione di impegno per la maggioranza di promuovere interventi che non si possono più rimandare. Riteniamo che durante l’esame non sono stati considerati fondi sufficienti da destinare allo sviluppo e al rilancio del paese. Occorre investire, è l’uso che deve essere fatto del bond internazionale e della liquidità che speriamo arrivi presto in Repubblica. Incauta e piena di rischi è invece l’operazione del prestito ponte. C’è in Finanziaria un insieme di interventi che non danno le risposte giuste, manca un piano di riforme serie da portare avanti in tempi rapidi tra i quali i progetti relativi agli Npl. Grande preoccupazione ha rappresentato per noi l’articolo 3 bis che dovrebbe accompagnare il progetto degli Npl: addirittura non bastando l’indeterminatezza di garanzie sul prestito ponte, qui si va ad introdurre una norma per porre garanzie remunerate dello Stato su prodotti finanziari sammarinesi anche quelli che gestiscono Npl… è un passaggio pericoloso. Ci dispiace molto perché è una finanziaria con la quale da gennaio il governo, immagino, farà il giro del mondo per piazzare bond sui mercati internazionali. Avevamo presentato parecchi emendamenti che davano dal punto di vista finanziario un’eventuale alternativa all’operazione del prestito ponte, introducendo strumenti di finanziamento interno temporanei, in grado di riuscire a dare risposte nel breve periodo. Si poteva fare di più e avere più coraggio.

Nicola Renzi, Rf: “Arriviamo alla fine di questa corsa lunga e impegnativa per tutti. Penso si possa dire che le opposizioni hanno cercato di collaborare, parlo per Rf, in maniera costruttiva a questa legge di bilancio, non si è visto ostruzionismo e si sono viste soprattutto proposte che abbiamo cercato di apportare in positivo con le nostre idee che pensiamo possano far bene al paese. Dall’altro c’è stata anche critica verso le cose che avete voluto fare: 1) le cose che potevano essere buone idee, ma hanno avuto una pessima realizzazione 2) cose dannose per il paese 3) proposte che non avete voluto accettare in questa finanziaria, ma speriamo le possiate prendere in considerazione per il futuro. Nel primo punto: le residenze atipiche, crediamo sarà un intervento squalicante e pericoloso per il paese, si demanda a 10 membri del congresso la possibilità di scegliere i prossimi cittadini della Repubblica di San Marino e senza che vi siano requisiti prestabiliti. E senza che ci sia un reale vaglio delle persone che vogliono accedere a questa tipologia. Tempo fa ci si sarebbe strappati i capelli. La residenza per i pensionati poteva essere ottima idea ma non sarà applicabile. Infatti i Dta che ci consentono la tassazione del reddito di pensione sono un numero estremamente ridotto. Ultimo tema, le riqualificazioni energetiche potevano essere un’ottima occasione, ma avete voluto tirare dritto e ci troviamo stanziati solo 500 mila euro per questo tema e la non cedibilità del credito di imposta che renderà nullo o quasi questo intervento. Seconda area: noi abbiamo fatto molte proposte, molte quasi a costo zero. Politiche alla famiglia, introduzione del part time verticale, mettere fine alla convenzione del parcheggione, la libertà di assunzione, riduzione del costo delle utenze e l’aumento del credito agevolato, il pacchetto di crescita per le imprese…non avete voluto confrontarvi con noi, avete tirato avanti. Si è persa un’occasione per il Paese. La vostra risposta sono il prestito ponte e i titoli irredimibili. Questi ultimi per noi non sono la soluzione per cassa di risparmio. Infine dal bond al prestito ponte, fino al recente al prestito passerella da 17, 5 milioni di euro da parte delle banche sammarinesi”.

Denise Bronzetti, Npr: “Abbiamo esaminato oltre 300 emendamenti. Non vi tedierò con le difficoltà del bilancio dovute anche alla situazione pandemica, ma è necessario prendere atto di una situazione cha anche a noi sarebbe piaciuta diversa e anche più facile, in ordine a tante proposte susseguite in Aula in questi giorni che però non avevano sostentamento. Non è stato un bocciare a priori, è che proprio ‘non ce n’è’. Il fatto che questa finanziaria arrivi ad un anno dall’insediamento di questo governo segna il difficile passaggio dalla politica di Adesso.sm alla coalizione attuale e ha necessariamente dovuto da una parte rimediare ad alcuni errori commessi anche nella precedente legislature che pesano sul bilancio. Il famoso 5 Ter: alcune forze di opposizione lo hanno riconosciuto come un intervento importante di politica finanziaria che vuole sistemare quello che è stato compreso da tutti, anche a livello internazionale come un grande errore. Come tutti gli sforzi per contenere la spesa pubblica e anche quello sui trasferimenti dei fondi all’Iss. Se vogliamo contenere la spesa pubblica oltre ad andare a ridurre sprechi e tagliare dove possibile, bisogna rimettere a posto errori e spese rilevate esorbitanti rispetto quanto dichiarato. Per esempio la legge sulla dirigenza medica – i cui costi erano stimati da 500 mila euro e siamo invece a 3,5 mln di euro. Dall’altra anche interventi programmatici senza che si desse vita al così detto libro dei sogni per cui si tendeva mettere in bilancio provvedimenti mai portati a termine. Abbiamo preferito un’altra scelta, quella di mettere interventi immediatamente spendibili, ma rimandando concentrati sulle riforme. Abbiamo parlato di riforma pensionistica e fiscale senza indicare date magari non rispettabili, ma dati economici concreti su cui cominciare a lavorare. Le Segreterie di Stato competenti sono già impegnate nella stesura di queste riforme non più rinviabili. Sugli interventi invece immediatamente spendibili: lavori pubblici, per snellire processi Pa… il paese ha bisogno di interventi immediati, non di rimpalli di responsabilità”.

Rossano Fabbri, Indipendente: “Il bilancio si caratterizza per alcuni provvedimenti necessari, non abbiamo taciuto di evidenziarli. Non siamo per l’opposizione a prescindere: i titoli irredimibili sono una proposta purtroppo necessaria per mettere a posto il famoso 5 Ter. Ma certamente la carenza più grande di questo bilancio si vede in modo emblematico nell’articolo sui titoli di debito pubblico, sulla mancata azione di contenimento della spesa pubblica e di rilancio del Paese. La maggioranza è troppo divisa per mettere in campo il coraggio necessario. E come se stiamo andando a chiedere un fido in una banca, in condizioni anche pesanti, ma non abbiamo messo in campo nulla perchè la spesa pubblica e il bilancio tornino ad essere corretti, alla pari. Ci sono scelte impopolari da fare e per una maggioranza divisa è sempre meglio rimandarle. E’ stato però anche un bilancio per Msi costruttivo, una serie di nostri emendamenti sono stati approvati: crowfunding, proroga dei finanziamenti per le famiglie, legge sull’editoria, per implementare decreti delegati di un termine temporale per l’azione di controllo del parlamento… Comunque il voto di Msi sarà sicuramente negativo a questa finanziaria”.

Carlotta Andruccioli, Dml: “Esprimo il voto favorevole di Domani Motus Liberi a questo bilancio, ma è un voto consapevole che è punto di partenza, non un risultato. Il bilancio non significa fare un esercizio di contabilità, ma significa programmare. Ci sono tanti provvedimenti utili che abbiamo sostenuto, poi ci sono misure che dovranno essere implementate e abbiamo dato mandato all’esecutivo di farlo. Penso alle misure come l’imprenditoria giovanile e per il paese sempre più green e alle politiche per la famiglia. Dal dibattito sono emerse principalmente due cose: da una parte le riforme non sono più rimandabili. E non è un semplice slogan. Dall’altra a questo paese serve ora più che mai un piano di rilancio sistemico e sistematico. Su questo dovremo investire e occorre essere più coraggiosi di quanto lo siamo stati finora. Partiamo da qui”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Ci ritroviamo al bilancio in una situazione incredibile, ringrazio la maggioranza e tutti coloro che si sono adoperati tra prima e seconda lettura per fare quelle migliorie che siamo certi di aver fatto. E’ stato un lavoro certosino e sfiancante finché non si è trovata una quadra, la disponibilità da parte della maggioranza e del governo è stata massima. Questo bilancio è il punto di partenza che ci deve far guardare al 2021, ma anche alla programmazione per il futuro più prossimo. La questione 5 Ter a conti fatti fa risparmiare 30 mln di euro allo Stato, è chiaro che si parte da punti di vista differenti su alcune dinamiche, ma il minimo comune denominatore è di cercare di fare qualcosa per l paese. Ringrazio perciò anche le opposizioni, lo dico in maniera sincera, ci sono stati spunti ottimi che però non si potevano incastrare in questo esercizio finanziario. Vi posso assicurare che saranno meritori di approfondimenti in futuro, anche quelli di Rf, ma non possono esserlo in ambito di bilancio. E’ stato fatto nuovamente un focus sulle residenze atipiche. E’ stato preso un copia-e-incolla del testo delle residenze elettive del precedente governo, ricordo che su quelle sono state fatte correttivi. E’ stato valutato il fatto di fare un emendamento per riportare tutto in capo alla Commissione esteri ed è un passo da fare anche sulle residenze elettive. Sono state fatte delle scommesse, lo ha ricordato anche il Sds alla Sanità, per riuscire a migliorare quel settore. Credo tutti quanti debbano tirarsi su le maniche e capire che la stagione dei conflitti deve terminare. Movimento Rete voterà a favore del Pdl”.

Francesco Mussoni, Pdcs: “Quale capogruppo del Pdcs non possiamo che sostenere con il voto sia il rendiconto che il progetto bilancio. E’ stato un dibattito dove riconosco a tutta l’opposizione un grande impegno negli emendamenti, nel dibattito e anche nella tenuta emotiva e fisica. L’opposizione ha portato un contributo positivo, sottolineo quello di Mis, ma anche di Libera e anche di Rf. Non è stato un dibattito e una finanziaria unidirezionale. È stata una finanziaria costruita per quello che si poteva costruire. E’ una finanziaria che risente di una difficile situazione del Paese ereditata dal governo, è un primo bilancio di questa maggioranza e governo alle prese con tutte le difficoltà dell’economia nazionale, aggravata dalla pandemia covid. E’ una finanziaria con scelte importanti: abbiamo superato l’impostazione 5 Ter, introduce residenze per pensionati e atipiche, è un tema che ha sollevato un dibattito forte, vedremo nell’atto applicativo se e come migliorare, ma introduciamo la silver economy. E’ una finanziaria che ha una scelta legata al territorio con incentivi all’economia sostenibile e circolare, antisismica… tutto quello che è rivalutazione del patrimonio edilizio e del comparto edile. Ci sono almeno 30 articoli per questo supporto e per le famiglie che potranno usufruire di incentivi. E’ una finanziaria che ha norme chiare in tema di rivalutazione di un progetto finanziario, con la scelta dei bond. Si è detto ‘stop’ ai crediti di imposta per le banche. Introduce un piano operativo per investimenti in territorio su siti Unesco e strategici. Mi paiono aspetti qualificanti. Si danno deleghe per la riorganizzazione di incentivi economici, che danno un termine per la legge sulla fatturazione elettronica che è fondamentale. E’ una finanziaria in cui si intravvede un approccio diverso che dovrà essere supportato dalla decisione e dal coraggio politico che è nel DNA della maggioranza, che c’è se fa le riforme per cui l’alleanza è stata creata. Non è un’alleanza politica ideologica, ma strategica per le riforme che il paese necessita. Sosterremo con grande appoggio il progetto di bilancio”.

 

Comma 1 Bis: Riferimento del congresso di Stato in merito ulteriori misure per emergenza Covid e in merito a mobilità transfrontaliera.

Prima parte del dibattito

 

Luca Beccari, Sds per gli Affari esteri: “Ci troviamo a parlare di questo comma in seguito a nuove misure sulla pandemia adottate anche dalla Repubblica italiana e con risvolti sulla nostra mobilità. Ma adottate anche in un contesto in cui a livello europeo si è avuta un’accelerazione improvvisa. Intorno all’8-9 dicembre l’Emilia Romagna e le Marche passavano dallo stato di misure arancioni a giallo, lasciando prospettare una fase di mitigazione di misure, ma solo pochi giorni dopo sono cominciati i lavori per l’adozione di un provvedimento, da parte del governo italiano, in linea con la stragrande maggioranza degli Stati europei, con misure particolarmente restrittive in periodo natalizio. Dieci giorni fa ci trovavamo quindi in un approccio diverso, ora l’approccio è cambiato e a fronte di quella che è stata per noi una diversa impostazione da parte dell’Italia, ovvero garantire sì presidi e controlli, ma nello stesso tempo cercare di garantire il più possibile un’operatività controllata, se questo era possibile un mese fa, e rendeva possibile la coesistenza di misure diverse tra i due Paesi, questa differenza non può più rimanere inosservata. San Marino è stato inserito nella così detta ‘lista C’, dove ci sono Paesi al rientro dai quali sono applicate misure speciali, isolamento fiduciario e esecuzione di tamponi. E’ qualcosa che ci ha sorpreso e che non è stata aiutata dalla notevole pressione mediatica che si è sviluppata sulla differenza delle restrizioni prese da San Marino e dall’Italia a partire dalla seconda ondata. Abbiamo dovuto gestire la disinformazione sulla bontà delle nostre misure. Nel corso del fine settimana, mentre guardavamo le misure del nuovo Dl, nel frattempo dall’Italia è stata applicata questa ordinanza. Proprio nel fine settimana come congresso ci stavamo confrontando con le categorie economiche circa l’opportunità di adottare misure più stringenti delle attuali. Siamo consapevoli che in questa fase di grande attenzione San Marino non è uno Stato diverso dagli altri, il covid c’è e nel vedere un Europa che va in questa direzione non può essere indifferente a certi segnali, così come nell’evoluzione della nuova variante covid individuata in alcuni Paesi. Questo contesto di consapevolezza della necessità di applicare misure più restrittive oggi si scontra con la situazione in cui di fatto San Marino è presente in una lista di paesi e questo condiziona la mobilità tra i nostri due Stati. Posto che questa misura non impatta sul lavoro frontaliero, per motivi di salute e spostamenti, e per la comprovata necessità, riteniamo sia una misura che non debba essere applicata a San Marino e non conforme ad un approccio generale di collaborazione e sinergia con il governo italiano e anche con le autorità limitrofe, assunto da inizio pandemia. Quindi ci troviamo una variabile in più rispetto il fine settimana, l’opportunità o meno di adottare delle misure che ci permettano l’uscita da questo elenco. Qualcuno nelle discussioni generali sostiene che rimanere in lista C e adottare misure che limitino la mobilità cambia poco nella mobilità tra San Marino e Italia, è pacifico. Ma rimanere legati a questo tipo di contesto, con l’ipotesi di isolamento fiduciario ed esecuzione di tamponi, impatta molto di più sulla nostra mobilità e sulle relazioni con i territorio limitrofi rispetto misure sinergiche di contenimento della pandemia. 1) Da una parte dobbiamo considerare che il mantenimento della situazione attuale e con le regole vigenti, a fronte di un trend che non dimostra miglioramenti e con un mondo che invece rafforza le misure di prevenzione, non penso sia un atteggiamento responsabile sotto il profilo sanitario. Le dinamiche di questo virus e la reazione, i casi e le tipologie sono mutevoli di settimana in settimana e non si possono fare programmi a lungo termine nella gestione covid, come fatto da inizio pandemia. 2) Il secondo tema è quello di decidere che tipo di misure adottare e se nell’adottare queste misure si deve cercare un maggior allineamento con le misure italiane e ridurre le differenze per facilitare, non solo in periodo natalizio, ma anche nel proseguo, un allineamento delle misure. Oppure se continuare a giocare sulle nostre specificità, nella consapevolezza che questo è un approccio che non può funzionare nei momenti di maggiore rischio. Questa è la riflessione che dovrà fare l’Aula in questo dibattito, cioè confrontarsi sulla necessità interna di adottare misure più stringenti ma anche guardando allo sviluppo di una strategia comune con l’Italia, elemento determinante di collaborazione da inizio pandemia”.

Roberto Ciavatta, Sds per la Sanità: “In questa seconda ondata abbiamo tenuto posizioni indubbiamente dissimili dalla vicina Italia. Ci siamo confrontati più volte con le controparti italiane per motivare il sostegno alla nostra economia da fonti interne. Nela prima ondata il modo repentino in cui siamo stati colpiti dai contagi non ha permesso altro che il lockdown, pur mantenendo l’apertura dell’industria al 50%. La possibilità di aver avuto un periodo estivo in cui i casi si erano azzerati, ha dato poi la possibilità di avviare strategie diverse su scuola e nelle attività economiche, chiedendo sempre il rispetto di misure dettagliate di distanziamento. La differenza portata da questa ondata rispetto la prima nei numeri: nella prima si sono avuti 715 contagi, nella seconda, a ieri, i contagiati sono stati 1471, più del doppio. Troviamo anche più asintomatici, c’è un contagio più esteso qui a San Marino come altrove. La differenzi sostanziale sta nelle percentuali in cui ha inciso rispetto a fasce di età. Nella prima ondata solo 51 persone sono state contagiate sotto i 19 anni, ad oggi siamo 286 nella seconda ondata, passando dal 7% della prima ondata al 19%. Fasce di età più colpite sono quelle dai 40 ai 59 anni: 304 contagiati nella prima ondata, il 41%, in questa seconda sono il 37% su un numero più ampio di positivi, 547. Se oggi abbiamo un’età media del contagio più bassa è perché, rimanendo fermi i contagi nella fascia centrale, ma aumentando quelli sotto i 19 anni e diminuendo i numeri di positivi tra anziani che sono più protetti rispetto alla prima ondata. Dal primo dicembre ad oggi, l’andamento dei positivi attivi, al netto dei guariti, si è attestata attorno a 300 persone. Abbiamo una situazione di stallo che non risponde alle aspettative. Come prime restrizioni a dicembre si tentava di andare a limitare il numero dei contagi fra fasce basse di età. E tra il 5 dicembre ad oggi la fascia da 0-19 anni cala del 2% per contagi. E’ un segnale che le restrizioni hanno influito. Ma non sono sufficienti. I dati continuano a rimanere statici. Il 4 dicembre il comitato esecutivo ha inviato una nota per chiedere ulteriori interventi: su trasporti e problemi con il contract tracing, si richiedeva un coprifuoco e timori per la serata di capodanno per timore che con la chiusura dei locali alle 24 si creassero le condizioni per cui persone avrebbero festeggiato poi fuori dai locali. Di qui l’ipotesi di allungare l’apertura dei locali per tenere sotto controllo ‘il saluto al nuovo anno’. Abbiamo poi stabilito il 17 dicembre che per entrare a San Marino, chi non arriva dall’Italia, deve fare il tampone, misura estesoaa tutti i paesi, eccetto l’Italia. Da questo momento in poi è sorta la necessità di trovare misure più allineate, come è stata indicata dal collega. Alla luce di tutto questo, dobbiamo essere felici dei numeri dei contagi a San Marino? Certamente no, le aspettative erano che a partire dalla prima settimana di dicembre i numeri iniziassero a retrocedere e questo non è avvenuto. Se prendiamo al balzo questo periodo festivo dove la mobilità sarebbe stata comunque impossibile per le zone rosse limitrofe, si può avere una ulteriore stretta per ridurre i contagi, credo questa è l’opportunità da cogliere. Saluto con favore questa opzione, consapevoli tutti che rimane a San Marino la necessità di garantire dei ristori oppure dare la possibilità alle nostre attività di autosostentarsi. La scommessa che portiamo avanti da qualche mese è di trovare un equilibrio tra bisogni primari della salute e d’altra parte il sostentamento per le attività che a San Marino, a differenza di altre realtà, non possono accedere a fondi internazionali dedicati”.

Pasquale Valentini, Pdcs: “E’ impensabile la sostenibilità del nostro sistema sanitario senza una collaborazione stretta con i territori vicini. Ancora di più con la ‘faccenda covid’. Sull’emergenza economica: non può essere motivo per diventare emergenza sanitaria per altri paesi. Non possiamo dire ‘dobbiamo tenere le cose in un certo modo, perché abbiamo problemi economici’, ma non possiamo diventare poi pericolosi per quello, è anzi motivo in più per cercare collaborazione. Se andiamo verso maggiori restrizioni più vicine possibili a quelle dell’Italia e dell’Europa, se questo ci aiuta a recuperare eventuali incrinature con l’Italia, è fondamentale e lungimirante farlo, perché dopo il 6 gennaio il nostro paese ha ancora bisogno di collaborazione. Adesso la cosa importante è uscire da questo inghippo. La questione economica dei nostri operatori la possiamo risolvere solo se usciamo da questo inghippo. Pienamente d’accordo con le iniziative del congresso di Stato di attuare misure che avvicinino il più possibile in questa fase, è necessario uscire dalla lista C per il nostro territorio”.

Iro Belluzzi, Npr: “Sposo la linea di Valentini. Le cose sono andate bene nelle prima fase di pandemia grazie alla stretta collaborazione con la vicina Italia. Elemento di merito per il lavoro svolto dal governo e dal Sds Ciavatta in quella fase. Poi le cose sono cambiate, c’è stato un errore nella valutazione del livello di contagio che si è verificato anche all’interno della nostra Repubblica, in forza norme più lasche di cui ci siamo dotati. Ma non possiamo rappresentare un pericolo per le politiche più lasche adottate. Non è un problema di autonomia e sovranità, è un problema di politica di salute dei nostri cittadini e avvertito dai nostri vicini”.

Eva Guidi, Libera: “Affrontare una pandemia in una periodo di crisi non è sicuramente cosa facile. Alla fine di novembre arriva la seconda ondata anche a San Marino, i provvedimenti adottano un minor rigore rispetto l’Italia, il risultato sono il picco di contagi e le dichiarazioni scioccanti del Segretario che ci pone l’ipotesi estrema di dover scegliere chi dover salvare, dopo aver fatto le cicale in estate. Si inaspriscono quindi le misure, si chiudono le scuole superiori, ma il 5 dicembre si taglia il nastro del natale delle meraviglie, non pensando che magari c’è un po’ più di sobrietà in Europa, in cui tanti mercatini natalizi secolari sono stati chiusi. Attorno all’8 dicembre San Marino appare chiusa in un lockdown natalizio, dopo gli incontri avuti con i prefetti. Il 15 dicembre arrivano le dichiarazioni su vaccini e cure a pagamento del Segretario e facciamo il giro di tutte le testate, in un modo o nell’altro San Marino è alla ribalta. Completamente sordi agli appelli e anche ad accuse ingiustificate delle zone vicine si emette il decreto 219, il decreto ‘salva brindisi’ e andiamo a dire che è una misura per non far assembramenti fuori fino all’1.30, quando tutti fuori dai nostri confini si chiudono in casa. Ci credo che sono spaventati in Europa. A questo punto l’Italia prende contro misure perchè ritiene che siamo completamente fuori controlli. Non solo dobbiamo quindi rimanere chiusi, ma anche regolarci internamente. C’è stata mancanza di saggezza, ci avete fatto fare una pessima figura, non è questo modo di gestire l’autonomia millenaria del nostro Stato. Oggi è il 22 dicembre ancora non si sa nulla su negozi o alberghi aperti o no, siamo nell’indeterminatezza totale. 1) Abbiamo l’isolamento nella nostra Repubblica. 2) ci dobbiamo comunque assoggettare a regole italiane 3) i dati sono anche preoccupanti, abbiamo ancora contagi alti e ricoveri alti. Il risultato di tutto quello che è stato portato avanti. Vi avevamo chiesto di condividere le misure del nuovo decreto, stiamo qui in attesa di risposte, se non volete rispondere in Aula a noi, dite almeno a operatori e cittadini cosa ci aspetta nelle prossime giornate”.

Rossano Fabbri, Indipendente: “Stavolta siamo di fronte ad un passaggio molto più delicato sotto profilo politico: lo Stato dei rapporti italo-sammarinesi, a seguito di infelici dichiarazioni del Segretario di Stato di poche settimane fa, sarà pari a un banco di prova di una maggioranza debole nei rapporti interni. La politica estera dopo la presa di posizione dei rappresentanti di governo pare una delega collegiale, basta vedere la carrellata degli interventi nei salotti televisivi dei nostri Segretari. Un po’ ipocrita è affermare che la colpa sia tutta di Luca Beccari. Msi voterà qualsiasi provvedimento che pone in evidenza il fallimento della politica estera del governo, malgrado le pezze che si appresterà a mettere per ricucire i rapporti con i nostri vicini. Non ci possiamo permettere tensioni con la Repubblica italiana, mi auguro alla fine del dibattito ci sia un Odg corale per il rilancio dei rapporti bilaterali”.

Nicola Renzi, Rf: “Abbiamo chiesto questo comma perché il governo almeno avesse la decenza di venire in Aula con il nuovo decreto per spiegare a tutti i cittadini che cosa potranno fare. Il governo non ce l’ha fatta e ha affrontato il dibattito con interventi scarsi, senza dare spiegazione ai cittadini. Quando c’è stata la prima ondata ci avete spiegato che dovevamo attenerci a tutte le indicazioni provenienti dall’Italia. Ci siamo attenuti. Poi l’avvio della seconda ondata: avete voluto fare le aperture e un’opposizione responsabile vi ha detto ‘avete fatto bene’, ma anche che era richiesta prudenza e impegno e che a certi parametri scientifici ci saremmo dovuti attenere ad altre misure. Invece cosa avete fatto? Una guerra dichiarata ai nostri vicini, prima al sindaco di Pesaro, con battibecchi, poi si è invitato un politico italiano che girava per San Marino senza mascherina, poi sono stati spesi 430 mila euro per il Natale delle Meraviglie, soldi davvero ben spesi! Poi le dichiarazioni di qualcun altro che ha pensato bene di dire ai microfoni che noi siamo bravini. ma in Italia hanno sbagliato tutto nelle scelte e via dicendo… questo è stato l’atteggiamento del governo. Qualcuno ha tentato di metterci una pezza, ma il risultato è stata la catastrofe, infarcito dal geniale ‘decreto capodanno’. Quattro giorni fa si poteva fare il brindisi fino all’1,30 di notte, oggi la situazione è così cambiata che non si può fare più il cenone. Dovete rispondere a quei ristoratori che per avere informazioni su cosa fare fanno post su Facebook dicendo che hanno deciso loro stessi di stare chiusi. Abbiamo rimediato una vera e propria chiusura come ai tempi di Rovereta, cosa che passerà agli annali. Una debacle per l’immagine Paese che è passato come un paesino da operetta”.

 

San Marino News Agency

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