Repubblica di San Marino, lo storico presepe di Massimo Agostini.
di Alessandro Carli
“Una tradizione che dura da 28 anni” mi dice Massimo Agostini prima che gli possa porre qualche domanda sul suo presepe, ubicato dopo la porta di San Marino Città, sul lato destro, in direzione Teatro Titano. “Rispetto a quello del 2019 i pezzi non sono cambiati: a causa della pandemia gli artigiani locali non sono riusciti a preparare quello che avevo promesso un anno fa, il Centro Congressi Kursaal”.
Massimo non lo dice ma nella sua testa, nei suoi occhi c’è quella luce che sembra dire: “Quest’anno no, ma il prossimo anno ci sarà”. I simboli del Monte Titano però ci sono tutti: le Tre Torri, Palazzo Pubblico, la Pieve e la Porta del Paese. Tutti “Made in San Marino”. “Le statuine sono fatte di vetroresina, le casette in legno e i monumenti del Titano in pietra di San Marino, così come i mattoncini e i sassi delle stradine”.
Un impegno che Massimo alterna alla sua attività principale, quella al “Ritrovo dei Lavoratori”: ci ha impiegato una settimana per allestirlo. Il 4 dicembre era completato e il 5 è stato inaugurato.
Quello del 2020 però ha un valore “simbolico” del tutto particolare: la pandemia, i doni portati al Bambin Gesù, la nascita. “Nessuna mascherina alla statuine” spiega Massimo prima di soffermarsi sul significato della sua composizione artistica: “Mi piacerebbe che la nascita portasse la guarigione dal Covid-19”.