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San Marino, ecco la seconda ondata Covid. L’ISS assicura: “Siamo pronti”

da Redazione

Il Direttore Alessandra Bruschi: “Rispondere ai bisogni e garantire l’apertura di tutte le attività”. I numeri sono simili a quelli di aprile, ma anche i servizi e i presidi sono stati implementati.

Conf Stampa ISS novembre 2020

 

di Daniele Bartolucci

 

Nonostante i numeri siano ormai gli stessi di aprile, non arriverà per il momento nessuna nuova restrizione: “La sfida è mantenere aperte tutte le attività, sia per quanto riguarda l’Ospedale, sia la Scuola, sia anche le attività economiche”. Questo il messaggio del Direttore Generale dell’ISS Alessandra Bruschi, che ha spiegato tutti gli sforzi (e anche le criticità riguardanti soprattutto il personale) che si stanno compiendo per raggiungere l’obiettivo che già il Governo aveva posto come priorità, ringraziando “tutti i professionisti che si stanno impegnando in questo periodo” e facendo anche appello alla cittadinanza ad “un senso di responsabilità che ci deve coinvolgere tutti in questa battaglia”. San Marino, insomma, è pronto “ad affrontare questa seconda ondata”. E, forte delle sue dimensioni, dei controlli più semplici e di una capacità di intervento più veloce e puntuale (anche e soprattutto nelle abitazioni private, dove vengono mantenuti gli isolamenti domiciliari più e meglio che altrove), vuole affrontarla senza imporre lockdown e coprifuoco.

 

“RISPONDERE AI BISOGNI E ATTIVITÀ APERTE”


“Quando abbiamo annunciato a giugno di essere un Paese Covid-free, sapevamo di doverci attrezzare all’eventualità di una seconda ondata, come quella che si sta verificando oggi a San Marino e in tutto il mondo”, ha spiegato il Direttore Generale Bruschi in conferenza stampa, “e lo abbiamo fatto. Abbiamo potenziato tutto ciò che potevamo potenziare, come per i tamponi: se all’inizio dell’emergenza la media giornaliera era attorno ai 50 test, oggi possiamo superare i 300 in un giorno, grazie all’impegno e agli sforzi di tutti i professionisti che operano nelle nostre strutture e sul territorio. Ed è lì, nei servizi territoriali, che si gioca la nostra partita”, ha avvertito, “perché possiamo, per capacità e dimensioni, utilizzare al meglio questi servizi territoriali, ma anche gestire gli isolamenti al domicilio, evitando di saturare il reparto Covid e le terapie intensive”. “Siamo pronti anche ad un peggioramento dei numeri, è vero”, ha spiegato il Direttore Sanitario Sergio Rabini, “ma per affrontarlo dovremo aprire anche la seconda ala del reparto Covid e dovremo obbligatoriamente privare di spazi, risorse e personale altri servizi, come quelli ambulatoriali”. “Dobbiamo assolutamente evitarlo”, ha ribadito la dott.ssa Bruschi, “perché dobbiamo rispondere a tutti i bisogni, che sono tanti e ugualmente importanti come il Covid. Le attività ospedaliere devono essere mantenute, così come lavoriamo perché possano farlo anche tutte le altre, dalla scuola alle attività economiche ovviamente”. Ed è in questo senso che “cercheremo di aumentare il livello di informazione e collaborazione con le aziende private”, ha annunciato il Direttore del Dipartimento Prevenzione, Francesca Masi, “a iniziare dalla convocazione di un nuovo incontro con i medici del lavoro privati e gli RSPP delle aziende sui protocolli da attuare negli ambienti di lavoro. Non nascondiamo che qualche difficoltà sia emersa, come ad esempio sui frontalieri, non avendo a disposizione la banca dati delle varie aziende sanitarie italiane. Lo abbiamo richiesto, come era stato fatto in primavera, auspichiamo che questo scambio avvenga in tempi rapidi”. A tal proposito, “siamo impegnati sul fronte dei rapporti internazionali, ovviamente con l’Italia, le Regioni confinanti e le Ausl”, ha spiegato il Direttore Bruschi, “per ricostruire collaborazioni e relazioni che riteniamo fondamentali in questa fase ma anche in futuro. Sul Covid, inoltre, potremmo trovare delle mutue assistenza importanti, perché ad esempio noi avremmo la capacità di assorbire alcuni numeri delle zone limitrofe per quanto riguarda la chirurgia. Ad esempio dall’ospedale di Rimini, dove l’emergenza Covid sta bloccando diverse programmazioni. Crediamo fortemente in questa collaborazione e siamo a disposizione”.

 

LE PRECAUZIONI E I SERVIZI MIRATI

 

Il numero dei tamponi è aumentato, perché è aumentata la capacità di farli (“Financo a casa, cosa che in Italia ad esempio non fanno”). Ad esempio è stato predisposto un secondo punto tamponi, oltre a quello istituito al livello -4 del parcheggio multipiano, realizzato in un ambulatorio ospedaliero al piano -1 e accessibile esternamente dalla palazzina ex casa di riposo. Ma la sfida è la prevenzione, per cui dall’ISS ricordano “a tutta la cittadinanza di rispettare le fondamentali misure igienico-preventive disposte per il contrasto del contagio, ossia corretto utilizzo delle mascherine, mantenimento del distanziamento sociale e frequente lavaggio delle mani o sanificazione”. Inoltre, “in caso di febbre, malessere generale o sintomi respiratori non bisogna uscire di casa, ma contattare il proprio medico curante o la guardia medica, senza andare direttamente al Pronto soccorso o ai Centri per la Salute”. Per informazioni sul tracciamento contatti stretti chiamare il n. 0549 994136; il telefono è attivo dalle 9 alle 13 e dalle 13.30 alle 17 dal lunedì a giovedì; il venerdì dalle 9 alle 15 e il sabato dalle 10 alle 12.30. Il numero INFO COVID 4001 verrà riattivato da lunedì 16 novembre.

 

I NUMERI: CASI POSITIVI E TAMPONI

 

La “seconda ondata” è certificata dai numeri: dai primi di luglio, ovvero dopo lo “zero casi” di fine giugno si registrano 291 casi positivi (di cui 279 residenti e 12 frontalieri o altri non residenti), 184 guariti (di cui 174 residenti e 10 frontalieri o altri non residenti), nessun deceduto ma 475 contagiati totali (di cui 419 residenti e 22 frontalieri o altri non residenti). Al 10 novembre, il numero totale di persone contagiate dall’inizio della pandemia è di 1.190, di cui: 291 positivi, 42 decessi e 857 guariti. Rispetto all’aggiornamento relativo allo scorso 8 novembre, si segnalano 76 nuovi casi di infezione al virus Sars CoV-2 e 68 guarigioni. Fra le persone positive 14 risultano ricoverate in Ospedale, di cui: 11 si trovano nel reparto Covid e stanze di isolamento in Medicina e 3 in Terapia Intensiva. Infine, 277 sono le persone positive al virus Sars-Cov2 in isolamento presso il proprio domicilio. Per quanto riguarda i tamponi, ne sono stati eseguiti in totale 12.675.

“Quanto emerge dalla relazione della Commissione d’inchiesta è gravissimo e mette ancora più in dubbio la credibilità del nostro Paese, già provata da una lunga crisi economica. A maggior ragione, dopo l’evidenza di alcuni meccanismi e dinamiche, ci si aspetta un cambio di passo sia da parte della magistratura, sia da parte della politica, per tornare ad essere un Paese rispettabile, solido e con gli anticorpi efficaci”. Così l’Associazione degli Industriali interviene nel dibattito in corso nel Paese in questi giorni, rilevando che “la pubblicazione della relazione della Commissione d’inchiesta su Banca CIS e tutto ciò che le ha gravitato attorno non può lasciare indifferente la nostra Associazione, sia come cittadini sia come imprenditori. Quanto sta emergendo dalla lettura degli atti è infatti gravissimo e mette ancora più in dubbio la credibilità del nostro Paese”. “Appare evidente”, commentano, “come una scellerata serie di errori e fattori concomitanti abbia determinato, oltre al degrado morale e reputazionale, un danno esorbitante sul piano economico che si riversa sull’intera collettività e sulle future generazioni. Tra le cause: la manomissione dei sistemi di protezione del sistema bancario, la commistione di ruoli, l’aver minato la stabilità del principale istituto di credito sammarinese addossandone il peso sul bilancio dello Stato e di conseguenza creando squilibrio al settore bancario, e non ultimo l’ingerenza della politica nel Tribunale. La reputazione di San Marino, va sottolineato, è già provata da una pesante crisi economica a cui abbiamo chiesto da tempo di porre soluzione con interventi condivisi e decisivi, seppure impopolari. Per questo ci si aspetta un cambio di passo. In primis, da parte della magistratura, perché alcune di queste evidenze risultano segnalate già da tempo senza che nulla sia stato fatto per impedirne o punirne il proseguimento: c’è urgenza di ritrovare la necessaria fiducia nelle istituzioni, soprattutto alla luce di quanto è stato riepilogato dai Commissari in questi lunghi mesi di audizioni, analisi e documentazione. Ma anche da parte della politica, perché non si perda in nuove, feroci e sterili polemiche, ma tragga forza proprio dalle risultanze della relazione e abbia finalmente il coraggio di fare tutti i necessari interventi per tornare ad essere un Paese degno e solido a livello economico e sociale. Questo è il momento di dimostrare a chi ci guarda che tutte le forze del Paese sanno unirsi nell’interesse generale dei propri cittadini e ribadiamo a gran voce l’urgenza di intervenire per stabilizzare il sistema bancario”.

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