Una ricerca scenicamente convincente sul limite corporeo della danza, ma allo stesso tempo un’importante “monologo” di contaminazione.
di Alessandro Carli
LONGIANO (FC) – “My body” – dove il “my” è quello coreografa e danzatrice Stefania Tansini (foto: ClaRo) – è un’interessante esplorazione “bonsai” (25 minuti) delle potenzialità espressive del corpo ospitata dal teatro Petrella sabato 24 ottobre. Scenografia azzerata – solo un tappeto bianco che delinea due piani, uno all’altezza della platea e uno su quella del palco, “abbattuto” per l’occasione – per concentrare lo sguardo sui movimenti e un tessuto sonoro fuoricampo che dà la scossa ai “quadri”: così i movimenti “burattinati” si alternano a quelli da carillon per poi scendere a terra, ad evidenziare l’eterna lotta tra gli input della mente e quello che il corpo esegue.
La “prova aperta” – termine sul quale si potrebbe discutere a lungo: se uno spettacolo prevede un biglietto a pagamento è a tutti gli effetti uno spettacolo, in fieri, certo, ma uno spettacolo e “My Body” lo è – dell’assolo di Stefania Tansini è, nel suo non essere ancora del tutto compiuto, un lavoro che convince pienamente: una ricerca sul limite corporeo della danza, ma allo stesso tempo un’importante “monologo” di contaminazione in cui la voce (bello l’urlo “My space”), piedi battuti a terra e gli schiaffi delle mani sulle gambe “scrivono” sonorità ben levigate e propedeutiche al messaggio che vuole trasmettere alla platea.