SAN MARINO – L’incremento del numero dei licenziamenti nel 2020, secondo i dati già diffusi dalla Segretaria di Stato per il Lavoro, riguarda prevalentemente i sammarinesi e residenti, e in misura particolare le donne, pari a due terzi del totale, nei settori più colpiti dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria.
Nonostante la Cassa Integrazione Guadagni nei mesi scorsi sia stata portata a costo zero per le imprese, dobbiamo constatare che questa misura non è stata accompagnata contestualmente dal blocco dei licenziamenti, intervento chiesto con forza dalla CSU, ma non accolto dal Governo.
Il settore più colpito dagli effetti della pandemia risulta indubbiamente quello turistico-commerciale, in particolare i tour operator e le agenzie di viaggio, il cui fatturato ha subito un tracollo vertiginoso rispetto al 2019, con un calo tra l’80 e il 90%.
È un settore che occupava circa 400 dipendenti, prevalentemente donne; riteniamo che si debbano mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti possibili per salvaguardare questi posti di lavoro, altrimenti si creerebbe una pesante crisi occupazionale.
In tal senso a fine 2020 scade la Cassa Integrazione specifica per far fronte al Covid-19 (causa 4); la prospettiva, a partire da gennaio 2021, è quella di un ritorno alla CIG ordinaria, i cui costi sono per il 40% a carico dei datori di lavoro. Si tratta evidentemente di oneri insostenibili per le aziende, che hanno visto la loro attività quasi completamente azzerata. Per una verifica sugli ammortizzatori sociali, tra cui la Cassa Integrazione, il Governo ha convocato un incontro per il prossimo venerdì.
In previsione dello svolgimento di tale verifica, con i lavoratori di questi settori abbiamo avviato da un mese un ciclo di assemblee, tutt’ora in corso, per ascoltare le loro richieste e preoccupazioni, oltre che confrontarci sulle possibili soluzioni.
Il principale punto di condivisione è proprio la necessità di concordare con l’Esecutivo la possibilità di prorogare gli effetti dell’attuale Cassa Integrazione per le aziende ed i settori che hanno subìto le maggiori perdite di fatturato; una misura temporanea finalizzata ad evitare i licenziamenti, che peraltro consentirebbe alle aziende di mantenere al proprio interno le professionalità di cui dispongono, condizione fondamentale per l’auspicabile ripartenza, quando la pandemia lo consentirà.
Solo così potremmo dare una prospettiva, in particolare al comparto turistico-commerciale, che altrimenti subirebbe un colpo durissimo dal quale difficilmente potrebbe riprendersi. Anche per questo scopo vanno trovate le risorse nel bilancio dello Stato: non riteniamo percorribile l’ipotesi di aumentare le aliquote contributive a carico dei lavoratori e delle aziende.
FULSAC-CSU