SAN MARINO – A poco meno di un mese dalla commemorazione del Cippo di Montepulito (sabato 12 settembre), ringrazio la Comunità di Faetano, il suo Capitano di Castello Fanny Gasperoni, l’Ente Cassa di Faetano e Daniel Cesaretti, anima passionale e scientifica di questo progetto sulla memoria.
Persone per le quali ogni anno ci ritroviamo a commemorare un episodio bellico della Seconda Guerra Mondiale, in cui il soldato gurka Sher Bahadur Tapa, sacrificava la sua giovane vita nell’intento di proteggere e preservare altre vite. Gesto che gli è valso la Victoria Cross, la più alta onorificenza militare britannica.
In una società sempre più vuota di contenuti ma che produce l’inverosimile a livello mediatico e consuma altrettanto in tempi brevissimi, ci si continua a riunire ogni anno intorno a quel gesto sublimato a icona – quel cippo che ho avuto l’onore di pensare e poi realizzare insieme all’amico Anselmo Giardini – un gesto che torna a rafforzare in noi i valori fondanti di qualsiasi società e comunità di persone.
Diceva Italo Calvino nelle città invisibili che ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone. E se oggi questa lotta identitaria sembra ovunque tramontata, Faetano con il suo monumento è l’esatta negazione di quanto appena enunciato.
A testimoniare la rilevanza internazionale che l’episodio di Montepulito ha assunto nel tempo, è stata la presenza del Colonnello Rohit Teotia addetto militare dell’Ambasciata dell’India a Roma, mentre i britannici, di solito presenti, hanno dovuto dare forfait per effetto delle disposizioni anti-Covid.
Due mesi fa a far visita al monumento si è presentata Reenat Sandhu, Ambasciatrice dell’India a Roma, mentre neppure due anni prima è stata la volta dell’Ambasciatrice britannica a Roma, la signora Jill Morris a deporre una corona e a pronunciare un toccante discorso. Inoltre è ufficiale la volontà da parte di associazioni tedesche di partecipare fisicamente alle prossime commemorazioni.
Su tali presupposti e su quelli che andrò di seguito ad elencare, da un paio di mesi sto lavorando assiduamente al progetto “San Marino laboratorio di pace”.
San Marino Terra della libertà, San Marino la più piccola e antica repubblica, San Marino stato da sempre neutrale che nel secondo conflitto mondiale riceve e protegge oltre 100.000 profughi dal circondario. E infine, San Marino sede di un gesto umanamente esemplare della Linea Gotica, lungo la quale tante nazioni hanno versato il sangue dei propri “figli”.
Ecco allora l’idea di una San Marino ambasciatrice di pace, tessitrice di un progetto internazionale dalla grande valenza culturale e diplomatica che raccoglie una volta all’anno, rappresentanti di tutti i paesi del mondo per realizzare insieme un workshop a favore della pace, dell’uomo, del pianeta.
Un laboratorio di pace a cui si affiancherà un itinerario di pace, che rappresenta la congiunzione di tanti piccoli siti e musei della Linea Gotica che San Marino, stato e quindi elemento superpartes, va a connettere creando un percorso senza soluzione di continuità.
Un itinerario che si inserisce a pieno titolo in un turismo tematico sempre più richiesto e appetibile da tour operator e turisti.
Idee apprezzate in prima istanza dal Segretario di Stato per il Turismo Federico Pedini Amati e successivamente allargate e dibattute ad un tavolo partecipato con le Segreterie di Stato per gli Esteri, Territorio, Cultura a cui si andrà ad aggiungere anche quella degli Interni. Un progetto che mi piacerebbe aperto al contributo delle associazioni e di tutti i cittadini sammarinesi che avranno qualcosa da raccontare o suggerire.
Gabriele Geminiani, ideatore del Cippo di Montepulito