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Don Mangiarotti, Covid-19: la scuola e la cultura dell’incontro

da Redazione

SAN MARINO – La Congregazione per l’Educazione Cattolica ha appena pubblicato una lettera circolare a proposito della situazione scolastica, nel contesto di quanto accaduto con l’insorgere e il diffondersi del COVID-19. Ecco il drammatico incipit: «La diffusione del COVID-19 ha profondamente cambiato la nostra esistenza e il modo di vivere: «ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa». Alle difficoltà sanitarie si sono aggiunte quelle economiche e sociali. I sistemi educativi di tutto il mondo hanno sofferto la pandemia a livello sia scolastico sia accademico. Ovunque si è cercato di assicurare una celere risposta mediante piattaforme digitali per la didattica a distanza, la cui efficacia è stata però condizionata da una marcata disparità delle opportunità educative e tecnologiche. Secondo alcuni recenti dati forniti delle agenzie internazionali, circa dieci milioni di bambini non potranno avere accesso all’istruzione nei prossimi anni, aumentando il divario educativo già esistente.»

È pur vero che questa riflessione riguarda principalmente quanto attiene alle scuole paritarie, in gran parte cattoliche, e che qui in Repubblica – per la concezione “statalista” della scuola – non sono presenti. Ma è pur vero che molte delle considerazioni ivi contenute sono un suggerimento efficace per chi ha a cuore la problematica dell’educazione dei giovani.

Continua il documento: «In questo contesto… sono emerse alcune sfide. Anzitutto, la didattica a distanza – sebbene necessaria in questo momento di estrema criticità – ha mostrato come l’ambiente educativo fatto di persone che si incontrano, interagendo direttamente e “in presenza”, non costituisca semplicemente un contesto accessorio all’attività educativa, ma la sostanza stessa di quel rapporto di scambio e di dialogo (tra docenti e discenti), indispensabile per la formazione della persona e per la comprensione critica della realtà.» […] E, per quanto riguarda in particolare i docenti: «L’ampia diffusione e la persistenza nel tempo della pandemia hanno suscitato un diffuso senso di incertezza anche nei docenti e negli educatori. Il loro preziosissimo apporto – profondamente cambiato durante gli anni, tanto dal punto di vista sociale quanto dal punto di vista tecnico – ha bisogno di essere sostenuto attraverso una solida formazione continua… Sui docenti gravano tante responsabilità e il loro impegno deve sempre di più trasformarsi in un’azione reale, creativa e inclusiva. Grazie a loro si alimenta uno spirito di fraternità e condivisione non solo con i discenti, ma anche tra le generazioni, le religioni e le culture, nonché tra l’uomo e l’ambiente.» […]

Infine, ecco l’indicazione della prospettiva che non può riguardare soltanto coloro che vivono una concezione cattolica della vita, ma, si può affermare, tutti «gli uomini di buona volontà»: «La situazione attuale ha fatto emergere con forza l’esigenza di un patto educativo sempre più comunitario e condiviso, che… concorra in generosa e aperta sinergia alla diffusione di un’autentica cultura dell’incontro.»

Mi pare che quanto affermato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica possa costituire la base per gli incontri tra educatori, genitori e insegnanti, rendendo possibile quella cultura dell’incontro e la valorizzazione della persona che diventa l’unica seria prospettiva perché la sfida della pandemia sia per tutti noi non una sconfitta, ma l’occasione di un passo avanti nel cammino di quella libertà che tanto caratterizza il cuore della nostra antica ed amata terra.

 

Don Mangiarotti

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