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San Marino, la riforma del fisco in quattro mosse: più entrate ed equità

da Redazione

Entro la fine dell’anno il Governo vuole avviare la revisione delle imposte dirette e rendere operativo l’ICEE, ma soprattutto vuole arrivare a dicembre con il testo normativo per il passaggio all’IVA. In parallelo, si completerà il progetto per introdurre la fatturazione elettronica.

tabella fisco

 

di Daniele Bartolucci

 

Da una parte c’è l’esigenza di aumentare le entrate tributarie, dall’altra occorre però farlo senza deprimere – ulteriormente – l’economia: per farlo servono riforme che apportino maggiore equità tra i contribuenti (oggi non tutte le fasce, come evidenziato più volte dalla Commissione per il monitoraggio della fiscalità, versano allo stesso modo) e che allo stesso tempo mirino a rendere più competitivo il sistema stesso. Ed è ciò che pare voglia fare il Governo, o almeno, così è stato messo nero su bianco sul Programma Economico per l’esercizio 2021. A livello fiscale, infatti, sono quattro i passaggi fondamentali: riforma delle imposte indirette entro il 30 novembre, piena operatività dell’ICEE grazie all’ultimo intervento normativo contenuto nella legge di assestamento di Bilancio approvata a luglio, introduzione della fatturazione elettronica e parallela elaborazione della normativa per l’introduzione di un sistema IVA, entrambi da concludersi entro l’anno, anche se per la seconda è logico attendersi un periodo ulteriore per la piena operatività.

 

FATTURA ELETTRONICA E IVA SAMMARINESE

 

Con riferimento alla riforma delle imposte indirette, spiega il Segretario alle Finanze Marco Gatti nel Programma Economico, “si evidenzia che già da diversi mesi San Marino sta lavorando, congiuntamente con l’Italia, alla realizzazione del progetto relativo all’introduzione della fatturazione elettronica nell’interscambio con l’Italia, principale partner economico, da introdurre, indicativamente, nei primi mesi del 2021”. Nella fase iniziale di attuazione ed operatività del progetto, l’intento e volontà dell’Esecutivo sammarinese, “posto ovviamente il preventivo confronto e condivisione con l’Amministrazione Finanziaria italiana” (senza dimenticare il via libera a livello politico, già sancito mesi orsono), è “quello di prevedere la fatturazione elettronica su base di adesione volontaria da parte operatori economici, anche in ragione delle caratteristiche dimensionali e strutturali degli stessi. Successivamente si intende introdurre la fatturazione elettronica anche negli scambi commerciali interni B2B, evidenziando che con riferimento agli scambi B2C vige già un sistema di certificazione telematica delle transazioni ricavi”. Il Segretario Gatti è quindi consapevole che “i predetti sistemi di fatturazione elettronica rappresenteranno strumenti propedeutici e funzionali all’introduzioni dell’IVA e all’incremento del gettito delle imposte indirette”. Un tema su cui i tempi si sono nuovamente allungati, però: “L’Esecutivo ha già avviato i lavori preliminari e di ricognizione necessari alla elaborazione del progetto normativo dell’Introduzione dell’IVA, con la volontà di impostare un sistema strutturale e impianto normativo semplici, che tengano conto in primis delle dimensioni delle attività economiche presenti in territorio, caratterizzate da imprese di piccola e media dimensione, ipotizzando anche un idoneo regime dei minimi”. Quali gli obiettivi? “In sintesi”, scrive Gatti, “avere una uniformità impositiva con gli altri Paesi che facilita l’ingresso di investitori esteri in particolare con i Paesi dell’UE; e essere in sinergia con il processo di Associazione all’UE, e altresì creare un ampliamento della base imponibile, considerato anche che l’attuale sistema non prevede l’applicazione dell’imposta monofase sui servizi”. La tempistica del Governo sulla riforma Iva e la seguente: “Entro settembre 2020 avviare il confronto preliminare sulle linee portanti ed indicative del progetto ed entro dicembre sempre la presentazione del progetto di legge in prima lettura in Consiglio Grande e Generale”.

 

IMPOSTE DIRETTE E DETRAZIONI

 

Sull’altro fronte, quello delle imposte dirette, “a distanza di circa 6 anni dall’entrata in vigore della riforma IGR di cui alla Legge n. 166/2013 è matura, anzi necessaria ed opportuna una revisione delle disposizioni in materia con particolare riguardo alle passività deducibili; detrazioni fiscali; valutazione delle aliquote; iter procedurale dei controlli”.

Senza dimenticare “l’ulteriore necessità improcrastinabile di una revisione degli incentivi fiscali per gli operatori economici. Si deve infatti”, avverte Gatti, “attuare una razionalizzazione, organicità, raccordo e semplificazione applicativa degli incentivi, previa valutazione dell’impatto e rilevanza sul gettito”. La tempistica prevista per tali interventi normativi sulle imposte dirette è il 30 novembre 2020. Un autunno “fiscalmente” caldo, in pratica.

 

“INDICATORE DELLA CONDIZIONE ECONOMICA PER L’EQUITÀ”, L’OBIETTIVO È RENDERLO OPERATIVO

 

“In questa fase storica in cui alla crisi economica si associano gli effetti negativi provocati dalla pandemia da Covid-19, risulta urgente la messa a punto dello strumento ICEE per individuare i criteri di accesso a strumenti di protezione sociale e prestazioni agevolate al fine di individuare i soggetti e nuclei familiari ai quali rivolgere prioritariamente l’intervento pubblico”. Così viene annunciato l’intervento nel Programma Economico, ricordando che “tale strumento è già contemplato dalla normativa vigente (art.33 della Legge 144/2016, art. 67 Legge 147/2017, Decreto Delegato 80/2019 e Regolamento 8/2019) ma”, avvertono dal Governo, “attualmente non trova applicazione”. Ed è per questo che “si è intervenuti attraverso l’art. 20 della Legge n. 113/2020 per dare corpo ad una modifica sostanziale del Decreto esistente (il n. 80/2019) che tenga conto in particolare: della necessita di garantire

una migliore accessibilità ed effettività dello strumento sia in termini normativi sia in termini operativi; dell’esigenza di una definizione puntuale dei servizi e prestazioni il cui ottenimento e subordinato a tale indice; dell’esigenza di una definizione puntuale dei valori reddituali, patrimoniali immobiliari e mobiliari”. E’ la “tappa finale di un percorso di ricognizione attualmente portato avanti dalla Segreteria di Stato che sta individuando le lacune del sistema ma trovare soluzioni e rendere cosi operativo lo strumento ICEE”.

Tra queste la “verifica delle banche dati disponibili ed eventuale integrazione” e “degli adempimenti richiesti all’utenza e interventi per snellirne la burocrazia e contenerne ed annullarne i costi; valutazione su congruità e certezza dei dati riferiti a redditi e patrimoni; identificazione di soglie per la definizione degli interventi; sistema dei controlli etc”. L’analisi, oltre a rendere attuativo l’ICEE “si prefigge l’importante obiettivo di renderlo il più oggettivo possibile, affinché non si producano distorsioni a danno di soggetti con reddito e patrimonio certi a beneficio di quelli incerti”.

“La definizione puntuale dello strumento ICEE ruota proprio attorno al principio contenuto nell’articolo 13 della Dichiarazione dei Diritti e risponde ad un’esigenza di costituzionalità nell’equa distribuzione delle risorse dello Stato e di accesso ai servizi legati alla sicurezza sociale”.

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