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Repubblica di San Marino, vendemmia 2020: un anno davvero d’oro

da Redazione

L’enologo Michele Margotti: “La stagione è stata buona, il caldo non è stato torrido e abbiamo avuto la giusta piovosità”.

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“L’estate ormai finita / ricorda la vendemmia, / le corse tra i filari / di bimbi gioiosi / con le mani appiccicose / dai zuccheri dell’uva, / mentre coltelli affilati / spogliano i tralci / e riempiono le ceste / che i carri trasportano in cantina”. Finita non lo è ancora, certo, ma ci stiamo avviando verso l’autunno. E così l’incipit di questa poesia di Stefano Pini ci porta direttamente alla Cantina di San Marino dove ci accoglie l’enologo Michele Margotti.

Le sue parole sono grappoli di profumi e di sapori. “La raccolta 2020 è iniziata con qualche giorno in ritardo rispetto allo scorso anno, esattamente l’11 agosto. Il 28 agosto abbiamo finito le basi degli spumanti, il Pinot Nero per fare il ‘Briza’ e lo Chardonnay per la ‘Riserva Titano’ e stiamo completando la raccolta del Moscato. Dal 1 settembre si passa ai rossi precoci quindi il Merlot, poi la Ribolla, il Sangiovese e il Biancale”.

Michele sorride. “La raccolta dell’uva, al momento, è superiore a quella del 2019 di circa il 10% e quindi dovrebbe completarsi con un quantitativo poco al di sotto dei 10 mila quintali complessivi. Un’ottima annata, paragonabile a quella del 2018: la stagione è stata buona in quanto il caldo non è stato torrido come in passato, e abbiamo avuto la giusta piovosità quando serviva. Ci possiamo ritenere soddisfatti”.

Come lo sono i circa 100 soci conferitori. Ma il 2020 è stato anche l’anno del Covid-19.

E la Cantina di San Marino ha dato il suo contributo. “Abbiamo realizzato una versione limitata e speciale del Brugneto con un’etichetta personalizzata bianca che porta la scritta ‘We can be heroes’, la splendida canzone di David Bowie. L’abbiamo regalata a tutto il personale medico che durante la pandemia si è impegnato e ha lavorato giorno e notte: medici, infermieri, tecnici, dirigenti e personale dei reparti”.

Ad inizio emergenza poi, “un’altra iniziativa con alcune bottiglie per noi storiche. Ne abbiamo vendute circa 3.000 e parte delle vendite sono state devolute all’ISS. Grazie alla sensibilità dei cittadini siamo riusciti a donare 4.120 euro”.

Quest’anno poi la Cantina di San Marino ha convogliato parte del tempo e delle energie alle nuove etichette. Come quella della Ribolla. “In un’ottica di sempre maggior identificazione del prodotto con il territorio, nell’etichetta abbiamo messo l’immagine di una balenottera, il’ Titanocetus sammarinensis’. Il cranio è stato ritrovato a San Marino in occasione degli scavi realizzati alla cava Reffi in città a fine Ottocento. Il fossile oggi è costudito all’interno del Museo Paleontologico di Bologna”.

L’etichetta “archeologica” oggi fa compagnia a quella di Nicoletta Ceccoli (“L’intruso”, un vino rosso proveniente da viticoltura biologica vinificato senza l’aggiunta di solfiti) e a quella di “Lupin The Third” per il Sangiovese e il Roncale. Rinnovati anche i formati Magnum da 1,5 litri di Tessano, Brugneto e Riserva Titano.

Ma il profumo dei grappoli “nuovi” solletica il naso. “Quest’anno avremo un buon ‘grado’ e un grande equilibrio” conclude Michele Margotti.

Non resta quindi che passare alla prova olfattiva e a quella gustativa. Magari leggendo le meravigliose parole del Sommo Poeta, Dante Alighieri sul tema: “E perché meno ammiri la parola, / guarda il calor del sole che si fa vino, / giunto a l’omor che de la vite cola”.

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