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Consiglio Grande e Generale dedicato alle Istanze d’Arengo

da Redazione

Bocciata la numero 8, che chiedeva la possibilità di “utilizzare il Teatro Titano anche quale sala cinematografica”. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – I lavori del Consiglio Grande e Generale ripartono dal Comma numero 2, dedicato alle Istanze d’Arengo. Bocciata la numero 8, che chiedeva la possibilità di “utilizzare il Teatro Titano anche quale sala cinematografica”. Via libera invece all’Istanza d’Arengo numero 10, che porta all’introduzione del “divieto di utilizzare fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e ogni artificio pirotecnico, fatta eventualmente eccezione per le feste nazionali di commemorazione della Repubblica”. Bocciata infine la n.14, per “l’abolizione dei minimi figurativi previsti con riferimento ai lavoratori autonomi”. Su questo tema in particolare si apre il dibattito che coinvolge maggioranza e opposizione. “Con l’articolo 9 – spiega il Segretario di Stato Marco Gatti – siamo intervenuti cercando di non pesare sulla liquidità delle imprese tanto che è stato disposto che il primo acconto anno 2020 sul fondo pensione fosse non dovuto e non sarà versato. Il secondo acconto è stato dimezzato”. Secondo Andrea Zafferani (Rf) “bisognerebbe arrivare a un punto in cui le piccole attività economiche del nostro Paese non debbano ogni anno farsi carico di un onere così significativo che per diverse attività può essere difficile da sostenere”. Per Vladimiro Selva (Libera) “a monte bisognerebbe risolvere il problema dell’evasione”, mentre Alessandro Cardelli (Pdcs) evidenzia che “l’intervento del Governo va oltre rispetto alla richiesta di chi ha presentato l’Istanza”.

I Commi dal 3 al 9 sono invece dedicati a una serie di nuove nomine. Tra queste quella di Marco Affronte in qualità di presidente dell’Autorità di regolamentazione dei servizi publici e dell’energia. Nomina che crea alcune perplessità tra i banchi dell’opposizione. Francesco Raffaeli diventa invece il nuovo presidente di AASS, mentre Lorenzo Spadoni guiderà l’Istituto per l’Innovazione della Repubblica di San Marino. A tenere banco è quindi il Comma 12, incentrato sulla ratifica dei decreti delegati e decreti legge. Riflettori puntati sul Decreto – Legge contenente “disposizioni in materia di ingresso nella Repubblica di San Marino relative alle misure sanitarie legate al COVID – 19”. “Con questo decreto – spiega il Sds Luca Beccari – e con l’emendamento si crea un meccanismo snello ed efficiente che consente di agire tempestivamente. Viene introdotto al comma 2 la possibilità per le Segreterie di modificare l’elenco dei Paesi ‘attenzionati’ e viene lasciata al Congresso di Stato la possibilità di modificare le modalità con cui sono ammessi i rientri da specifici Paesi in base all’evoluzione della situazione e dei contagi”. Nicola Renzi (Rf) non nasconde alcune perplessità sull’obbligo di quarantena per i lavoratori che rientrano a San Marino per prestare assistenza agli anziani, mentre per Marika Montemaggi (Libera) “rimane un po’ vaga l’idea degli accertamenti diagnostici”.

Di seguito una sintesi degli interventi.

Comma 2

Istanza d’Arengo n.14 (05/04/2020) – per richiedere – con riferimento al corrente anno 2020 – l’abolizione dei minimi figurativi previsti con riferimento ai lavoratori autonomi, consentendo loro il il versamento dei contributi sul reddito percepito e dichiarato qualora inferiore ai mini previsti

Segretario di Stato Marco Gatti: Quello sul cuneo fiscale per i lavoratori autonomi è un dibattito che necessita di essere sviluppato. La sommatoria di quella che è la parte fiscale con quella contributiva ha un peso importante sul reddito che queste categorie di lavoratori percepiscono. E’ qualcosa che ha bisogno di trovare un bilanciamento dal punto di vista di aliquote e minimi contributivi. Un aspetto è l’equilibrio del fondo. Aliquote e minimi sono determinati per far sì che i fondi abbiano nel loro insieme un certo equilibrio. In più c’è l’aspetto di dover garantire a questa categoria una pensione dignitosa. L’Istanza nasce il 4 aprile quindi subito all’inizio della pandemia. Il Governo in quei primi mesi ha preso in esame tutti gli interventi per far sì che si potesse garantire l’aspetto sanitario. L’attenzione è stata tutta incentrata su quale attività chiudere e quali tenere aperte. L’intervento sulle aliquote avrebbe garantire al lavoratore autonomo la possibilità di vedere immutata la propria posizione contributiva. Con l’articolo 9 siamo intervenuti cercando di non pesare sulla liquidità delle imprese tanto che è stato disposto che il primo acconto anno 2020 sul fondo pensione fosse non dovuto e non sarà versato. Il secondo acconto è stato dimezzato. Così come il conguaglio che sarebbe stato dovuto a giugno. Alla luce delle scelte prese dal Governo, che riteniamo possano dare una prima risposta, chiediamo di respingere l’Istanza d’Arengo.

Stefano Giualinelli (Pdcs): Esprimo parere non favorevole all’accoglimento delle Istanza. Vanno comunque ringraziati i sottoscrittori perché il tema dei minimi contributivi meriterà sicuramente approfondimento in fase di definizione della riforma del sistema pensionistico sammarinese.

Emanuele Santi (Rete): Esprimo anche io per il Movimento Rete un parere su questa istanza nato in un momento di difficoltà per il Paese. Un grido di aiuto che credo sia meritevole di attenzione. Non stiamo parlando dell’imposta Igr – che si paga sul reddito di impresa – ma del minimo figurativo al fine della contribuzione pensionistica. E’ anche tutela del lavoratore autonomo avere un minimo affinché possa andare in pensione degnamente.

Andrea Zafferani (Rf): L’economia non ha più un sentiero di crescita al rialzo ma dei momenti di andamento altalenante. Le piccole imprese hanno più difficoltà di altri nell’approcciarsi a mercati più volatili di un tempo. Bisognerebbe arrivare a un punto in cui le piccole attività economiche del nostro Paese non debbano ogni anno farsi carico di un onere così significativo che per diverse attività può essere difficile da sostenere. Meno imprese vuol dire meno sviluppo economico. Dobbiamo trovare condizioni normative che facilitino il più possibile la spinta delle persone a mettersi in gioco senza caricarle di oneri fissi. Questo modo di ragionare non aiuta lo sviluppo economico e la crescita delle imprese e rischia di impedire la nascita di attività economiche.

Alessandro Cardelli (Pdcs): Se introducessimo un concetto di proporzionalità, ci troveremmo ad abbassare l’aliquota di pochi punti percentuale, oggi viene abbassata addirittura del 50 per cento. Perchè questo non l’ha fatto lei Zafferani da Segretario all’Industria? Se fa i conti, Zafferani, si renderà conto che l’intervento del Governo va oltre rispetto alla richiesta di chi ha presentato l’Istanza. E’ molto di più di quello che si chiede. E’ comunque un tema da affrontare in sede pensionsitica, perché non devono esserci dei minimi che siano di ostacolo a chi vuole far partire una attività.

Vladimiro Selva (Libera): Credo che nel nostro Paese si è abbandonato l’idea di sapere realmente quanto guadagna un’azienda e quindi non far pagare nemmeno un euro a chi – per situazioni particolari dell’imprenditore e del libero professionista – si è trovato in difficoltà, non producendo reddito o producendolo in forma minima. Un principio a cui dovrebbe tendere una fiscalità giusta. A monte bisogna risolvere il problema dell’evasione perché non si infilino soggetti che vogliono evadere in maniera furbetta.

Sara Conti (Rf): Le attività continuano a pagare pur non guadagnando. Non cambia molto per le imprese che non riescono a generare reddito. L’intervento del Governo è per noi insufficiente. Abolendo i minimi contributivi si riesce a rispondere a momenti di crisi in cui una azienda non guadagna nulla. L’accusa del consigliere Cardelli di strumentalizzare si può respingere al mittente.

Francesco Biordi (Pdcs): Un’aliquota bassa attirerebbe in Repubblica un’imprenditoria di tipo virtuoso. L’Istanza di per sé mi fa fare una riflessione. In questo caso gli istanti non si volessero riferire all’una tantum, ma dobbiamo prendere in considerazione una rivisitazione dell’aliquota in senso lato per creare una riforma previdenziale che da tempo ci chiedono e che tenga in considerazione le tre figure di lavoratori. Se non mettiamo in campo una riforma in quella direzione, non potremo parlare di sostenibilità dei fondi pensione. Auspico che quest’Aula lavori nella direzione di costruire ponti e non alzare muri.

 

Comma 12

 

RATIFICA DECRETO – LEGGE 11 agosto 2020 n.134 – Disposizioni in materia di ingresso nella Repubblica di San Marino relative alle misure sanitarie legate al COVID – 19.

 

Segretario di Stato Luca Beccari: E’ stata introdotta la possibilità di prevedere test diagnostici per i cittadini che tornano in Repubblica da Paesi diversi dall’Italia. Come ben sapete, siamo passati in una fase completamente diversa di gestione dell’emergenza. All’inizio c’era un criterio di omogeneità rispetto all’Italia. Il comma 1 prevede che l’obbligo di sottoporsi a test e tamponi sia esteso in primis a chi rientra da Paesi diversi dell’Ue. Poi vi è la necessità di applicare misure più stringenti anche in questa area geografica. Con questo decreto e con l’emendamento si crea un meccanismo snello ed efficiente che consente di agire tempestivamente. L’emendamento apporta le seguenti modifiche: definisce in senso generale gli accertamenti diagnostici. Vengono fatte modifiche minori. Viene introdotto al comma 2 la possibilità per le Segreterie di modificare l’elenco dei Paesi indicati al comma 1 e viene lasciata al Congresso di Stato la possibilità di modificare le modalità con cui sono ammessi i rientri da specifici Paesi in base all’evoluzione della situazione e dei contagi. Resta inviariato il resto e viene stabilito in maniera precisa che l’applicazione dei test e misure di autoisolamento possono essere ovviate sulla base di specifica documentazione. Andiamo a migliorare il testo del decreto che si propone di evitare al massimo disagi per i residenti rientrati facendo salva l’esigenza di prevenzione.

Nicola Renzi (Rf): Ci sono valutazioni che vanno fatte in ordine alle caratteristiche peculiari delle persone che si sono trovate a dover uscire dalla Repubblica di San Marino per poi farvi ritorno. In questo caso vi sono varie categorie e vanno tenute presenti. Vi è poi la categoria di lavoratori che offrono assistenza a persone come anziani e minori. Laddove si impone ad un assistente di anziani un periodo di quarantena di due mesi quando torna in Repubblica – lo sto dicendo a livello di riflessione generale – è chiaro che quando ritorna nella famiglia di origine difficilmente riesce a fare magari la quarantena nella stessa casa che lo dovrebbe aspitare. Poi c’è la tematica di quali presidi sanitari adottare per la prevenzione. Noi abbiamo presentato due emendamenti a questo decreto.

Andrea Zafferani (Rf): L’intervento che è stato fatto dal Governo ha avuto la finalità di tenere sotto controllo i rientri. Chiedo al Segretario eventualmente di chiarirmi. Abbiamo presentato un emendamento semplice. Il primo mirava a fare chiarezza su quale doveva essere il test diagnostico da fare al rientro dalle zone attenzionate.

Marika Montemaggi (Libera): Sulla base delle spiegazioni date dal Segretario, condivido l’elasticità che forse in questo caso serve per l’indicazione dei Paesi altrimenti bisognerebbe forse intervenire ogni volta con un decreto ad hoc. Queste modalità sono sicuramente positive e rimango un po’ più perplessa sul perché si è passati dall’indicazione dei test sierologici e che forse hanno rivelato una non efficacia quando invece ci si è resi conto che il tampone era l’unico strumento diagnostico efficace. Rimane un po’ vaga l’idea degli accertamenti diagnostici.

Paolo Rondelli (Rete): Precisazioni rapidi. Dall’ultimo intervento si intuiscano trattamenti di serie A e serie B sui cittadini, messaggio brutto che non deve trasparire. In una situazione così fluida il nostro compito non è fare la tabella degli accertamenti sanitari, ci sono virologi e professionisti, noi dobbiamo dare loro uno strumento efficace per intervenire, in questo modo il meccanismo è molto chiaro.

Segretario di Stato Luca Beccari: Sul tema del trattamento differenziato. Dobbiamo tenere presente che un assistente domiciliare 99 su cento lo fa nei confronti di persone anziane e quindi con un fattore di rischio al Covid più alto. Non solo viene stabilita l’applicazione dei test diagnostici e il periodo di auto-isolamento. Ad aprile il virus ha avuto un’espansione fortissima e bisognava applicare misure stringenti perché non si aveva idea della dimensione del contagio. In questa fase noi dobbiamo imparare a gestire i contagi e il rischio di contagio con un approccio in base al rischio. Usiamo strumenti più stringenti dove ci sono cittadini più esposti. Sappiamo che in questo modo abbiamo il controllo delle persone che lavorano e prestano questi tipi di servizi a persone che al 99 per cento hanno un’esposizione più grave al virus e devono essere tutelate. E’ solo in questo modo che si riesce a garantire un monitoraggio.

 

RATIFICA DECRETO – LEGGE 17 agosto 2020 n.139 – Disposizioni temporanee in merito alla prossima Consulta dei sammarinesi all’estero.

 

Nicola Renzi (Rf): Nella passata legislatura c’erano state varie critiche alle modifiche che avevamo fatto alla composizione della Consulta. Quello che vogliamo chiedere sono alcune domande al Segretario. Se il Governo ritiene di mantenere l’impostazione della consulta come nella legge approvata nella scorsa legislatura, una sola in presenza e l’altra per via telematica. Poi chiedere una specifica relativa all’elezione degli organi della consulta. Vorrei riuscire a capire se questa elezione si ritrova nella prossima consulta di ottobre e se effettivamente può essere fatta anche per via telematica. Non abbiamo inteso presentare emendamenti perché non sapevamo l’orientamento del Segretario di Stato.

Segretario di Stato Luca Beccari: Lo spirito del Decreto è quello di doversi adeguare a una situazione di emergenza che renderebbe difficile organizzare una consulta in presenza. Non è possibile escludere che lo scenario muti e che si organizzino voli e trasferte già complicate e poi alla fine si faccia tutto per dover annullare il volo a 10 giorni dalla partenza. Non ce la siamo sentiti di organizzae la consulta in presenza a queste condizioni. Nell’ambito della consulta che celebreremo in via telematica faremo delle proposte di organizzazione di quelle successive.

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