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“Non consono quanto si sta consumando da troppo tempo nella Giustizia”

da Redazione

SAN MARINO – In data odierna si è tenuta l’Assemblea della Camera Penale della Repubblica di San Marino, nella quale è stato deliberato di intervenire pubblicamente dichiarando assolutamente non consono ed assai disonorevole quanto si sta consumando ormai da troppo tempo nel settore della Giustizia.

La Camera Penale pertanto, invita al mantenimento e al rispetto del principio cardine della separazione dei poteri, al rispetto delle norme e delle istituzioni, rileva gravissimi ritardi (e di conseguenza omissioni) nell’istruttoria penale, che si perpetrano da anni, che conducono anche alla prescrizione di moltissimi reati per inattività, fatto assolutamente inaccettabile in uno Stato di Diritto; rileva le difficoltà, che diventano inefficienze, della Cancelleria Penale nella tenuta dei fascicoli, spesso non aggiornati, con pregiudizio del diritto di difesa degli imputati e delle parti civili; rileva la non accessibilità delle sentenze integrali e dei decreti di archiviazione per l’aggiornamento professionale; denuncia una legislazione obsoleta, inadeguata, anche non correttamente applicata, sulla quale la Camera Penale è spesso intervenuta, chiedendo a gran voce, e mettendo a disposizione la propria professionalità, la riforma del Codice di Procedura Penale comprendendo la riforma dell’Ordinamento Giudiziario riguardo anche ai soggetti processuali, più in particolare riguardo al ruolo del Procuratore del Fisco; rileva la concreta possibilità della paralisi dei processi penali, nonché la loro probabile richiesta di nullità per violazione delle norme CEDU; sottolinea che la gravissima situazione di perenne scontro che si sta verificando penalizza non solo l’esercizio della Giustizia in senso lato, ma altresì aggrava la già pesante situazione economica e finanziaria della Repubblica, di cui la politica per prima deve sentirsi responsabile, ma di cui anche la Magistratura non può non tenere conto atteso il proprio ruolo istituzionale di particolari servitori del nostro Paese; fa proprio l’appello del Consiglio d’Europa all’urgenza delle riforme sulla giustizia, alla necessità dell’immediata risoluzione dei conflitti interni al Tribunale e ad evitare le ingerenze tra politica e magistratura al fine della ripresa della normale attività, per la salvaguardia dei diritti dei cittadini e, non ultimo, l’onore della Repubblica.

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