Home FixingFixing San Marino, l’effetto Covid-19 sui licenziamenti: +25% nei primi sei mesi

San Marino, l’effetto Covid-19 sui licenziamenti: +25% nei primi sei mesi

da Redazione

Preoccupa anche l’utilizzo massiccio della CIG (già erogate 1,6 milioni di ore). Il Segretario di Stato, Teodoro Lonfernini: “Bene tutti gli interventi messi in campo durante l’emergenza, ma ora servono le riforme”. A partire dalla riunificazione dell’Ufficio del Lavoro e una “revisione della modalità della richiesta nominativa” per le assunzioni.

Teodoro Lonfernini Franciosi DAmelio

 

di Daniele Bartolucci

 

Passata l’emergenza sanitaria, occhi puntati su quella economica. Sotto stretta osservazione, infatti l’effetto del lockdown sulle imprese (vedi indagine ANIS) e sui lavoratori. Perché se c’è il timore che il massiccio ricorso alla Cassa Integrazione (più di 1,6 milioni di ore già utilizzate) possa avere degli effetti negativi anche sul Bilancio dello Stato, è ancora più preoccupante il dato sui licenziamenti: +25% nei primi sei mesi dell’anno rispetto al 2019. Numeri che il Segretario al Lavoro, Teodoro Lonfernini, ha diffuso nei giorni scorsi, annunciando un monitoraggio continuo (anche perché ci sarebbe già stato un timido miglioramento) e, soprattutto, azioni mirate nei prossimi mesi. In particolare sul mercato del lavoro, sulla procedura per le assunzioni e sullo smart working, per il quale dovrebbe arrivare a breve una legge dedicata. “La graduale ripresa del mese di giugno”, ha spiegato Lonfernini, “ha portato a una riduzione dei licenziamenti e a una riattivazione delle assunzioni; il numero di lavoratori occupati nel settore privato al mese di giugno è quindi in leggero calo rispetto al 2019, mentre, grazie alle tutele introdotte per i lavoratori residenti, si registra un sostanziale equilibrio del numero di disoccupati in senso stretto, sono 920 le persone interessate, e un relativo mantenimento del tasso di disoccupazione rispetto allo scorso anno”.

 

LICENZIAMENTI IN AUMENTO, PREOCCUPA LA CIG


“Nei primi 6 mesi dell’anno”, ha spiegato Lonfernini, “c’è stato un aumento del 25% dei licenziamenti rispetto all’anno precedente: un +73% di licenziamenti di lavoratori frontalieri contro un +6% di lavoratori residenti, anche se quest’ultimi continuano ad essere più del 50% dei licenziamenti. Si è registrato il picco massimo a maggio con un +132% mentre i dati di giugno sono in riduzione rispetto a giugno 2019 (-14% licenziamenti totali e -40% di licenziamenti di residenti), segnale che la proroga della Cassa Integrazione è riuscita a ridurre i licenziamenti”. Entrando più nello specifico, “ai licenziamenti collettivi si devono aggiungere i non rinnovi a tempo determinato che da gennaio a giugno sono aumentati del 48% rispetto all’anno precedente; anche in questo caso l’aumento è più significativo per i frontalieri (+63%) rispetto ai residenti (+36%). Si è raggiunto il picco massimo nel mese di marzo (+118%), per poi ridursi in maniera significativa nei mesi a seguire (giugno +17%)”. Per quanto riguarda residenti e non, “nei primi 6 mesi dell’anno c’è stato un importante calo degli avvii (-36%). Più alto il calo dei frontalieri (-47%) rispetto a quello dei residenti (-27%). Il picco”, ha aggiunto Lonfernini, “si è avuto nel mese di aprile (-80%) per poi diminuire in maggio e in giugno (-34%)”.

Per quanto riguarda la Cassa Integrazione, invece, sono state 1.600.000 le ore erogate da gennaio a giugno. Il picco più alto si è avuto in aprile con 2.400 aziende interessate, più di 8.000 dipendenti e 700.000 ore di CIG erogata. “I dati del mese di giugno invece”, ha annunciato Lonfernini, “sono in calo e parlano di 826 aziende interessate, 4.000 dipendenti, per 250.000 ore.

Allo stesso tempo, “nei primi 6 mesi dell’anno c’è stato un importante calo degli avvii (-36%), più alto nel caso dei frontalieri (-47%) rispetto a quello dei residenti (-27%)”. Il picco è stato raggiunto nel mese di aprile (-80%) per poi diminuire in maggio e in giugno (-34%). “Un dato positivo”, ha spiegato Lonfernini, “è l’aumento del numero delle nuove assunzioni di personale residente rispetto alle assunzioni totali. Dall’introduzione della sospensione dell’assunzione nominativa di personale non residente (mesi di maggio e giugno), il rapporto è infatti passato dal 66% del 2019 al 76% del 2020”.

 

“GLI INTERVENTI HANNO AVUTO EFFETTI POSITIVI”

 

“Per far fronte all’emergenza economica causata da COVID-19 e contenerne gli effetti negativi sul tessuto socio-economico sammarinese, da subito – con il Decreto Legge 8 luglio 2020 n.114 – sono state introdotte misure a sostegno delle imprese, dei lavoratori e dell’occupazione”, ha spiegato Lonfernini. I principali sono stati: la proroga della Cassa Integrazione straordinaria causa 4 sino al 31/12; l’aumento della somma di percepimento minimo dell’indennità che è stata portata a 700,00 euro; la rivisitazione dell’impianto sanzionatorio; il riesame del permesso parentale straordinario per nuclei familiari. A questi “si sono aggiunti gli emendamenti ratificati nella seduta del Consiglio Grande e Generale di martedì 21 luglio, che hanno introdotto due nuove misure”. Ovvero la “semplificazione straordinaria del lavoro occasionale per facilitare le imprese del settore turistico-commerciale e agricolo in questo particolare contesto sociale ed economico” e “alcune modifiche ai lavori socialmente utili che prevedono: una pianificazione trimestrale e il rispetto del principio di rotazione in base alle caratteristiche e competenze del lavoratore; la facoltà di dare disponibilità a ore aggiuntive con relativo incremento dell’ammortizzatore; il conteggio delle attività svolte nell’ambito dei titoli relativi al curriculum formativo nei concorsi e selezioni PA; la possibilità per le Giunte di Castello di fare richiesta per le proprie attività”.

 

VERSO UNA “RIFORMA” DELL’UFFICIO DEL LAVORO

 

“Siamo consapevoli che questi interventi sono serviti per affrontare l’emergenza”, ha commentato Lonfernini, “ora dobbiamo concentrarci sul rilancio, trovare le risorse economiche necessarie, pianificare interventi per lo sviluppo economico e impostare le riforme divenute ormai imprescindibili”. E proprio rispetto alle riforme cui fa riferimento il Segretario Lonfernini, è stato definito un programma di lavoro che sarà sviluppato in due fasi parallele: da una parte “il processo di riforma complessiva della normativa del lavoro e la definizione di un Testo Unico che richiederà tempistiche e confronti adeguati e che quindi, si concluderà presumibilmente a fine 2023”, dall’altra l’individuazione di alcuni interventi urgenti che si vorrebbero definire entro il 2021. Tra queste spicca “la ristrutturazione dell’Ufficio del Lavoro, riunificando in un unico ufficio tutte le funzioni legate al lavoro”. In tal senso, per Lonfernini, è fondamentale “il miglioramento dell’analisi e della categorizzazione delle liste di avviamento al lavoro e delle modalità di ricerca di personale e valutazione del candidato per velocizzare l’incontro domanda/offerta, evitare distorsioni e fornire all’Ufficio le informazioni necessarie a sviluppare attività di riqualificazione e orientamento”.

 

NOVITÀ PER ASSUNZIONI E AMMORTIZZATORI

 

Tra i “cantieri” in corso aperti dalla Segreteria al Lavoro, ha annunciato Lonfernini, c’è anche la “revisione delle modalità della richiesta nominativa, trovando un equilibrio tra le esigenze delle imprese di scegliere la propria manodopera e la necessità del Paese di tutelare l’occupazione interna, legandola agli indici di disoccupazione generali e settoriali”. Senza dimenticare “la riforma del lavoro occasionale, la regolamentazione dello Smart Working, la normazione del lavoro degli amministratori, pensionati e familiari, per rendere più moderno e flessibile il mercato del lavoro”. Il progetto di riforma poi si applicherà alla “riorganizzazione degli incentivi mirandoli a programmi di riqualificazione dei disoccupati e di occupazione delle fasce deboli e delle persone diversamente valide e interventi a favore del welfare aziendale”. Collegato a questo, c’è anche “la revisione degli ammortizzatori sociali, del patto di servizio e delle norme a sostegno dell’occupazione e dello sviluppo delle politiche attive”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento