SAN MARINO – Come funzionano le più aggiornate tecniche per capire se un immobile ha subito dei danni non visibili a occhio nudo ed è il caso di intervenire? È la domanda alla quale ha dato risposta il corso “Fondamenti di dinamica, analisi modale sperimentale ed operativa delle strutture”, curato dal corso di laurea in Ingegneria Civile dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. L’iniziativa si è sviluppata su 24 ore di attività e si è conclusa ieri, mercoledì 5 agosto, con un’esercitazione sul campo che ha interessato dei test sulla passerella pedonale di Dogana, al confine con l’Italia. Il programma formativo ha fornito gli elementi necessari per effettuare valutazioni attendibili sulla sicurezza strutturale e per progettare eventuali interventi di adeguamento sismico e rinforzo a 22 professionisti, fra i quali ingegneri e architetti, provenienti da realtà come Teramo, Ravenna, Viterbo, Frosinone, Napoli, Sondrio, Potenza, Treviso, Torino, Assisi e Mantova.
“Negli ultimi anni il monitoraggio dinamico ha acquisito un ruolo di rilievo sia nel panorama della ricerca scientifica che in ambito professionale”, spiega la docente Francesca Dezi, responsabile scientifica del corso. “Il monitoraggio delle strutture e delle infrastrutture civili esistenti, infatti, riveste una notevole importanza per la valutazione del danneggiamento a seguito di eventi eccezionali, di fenomeni di degrado e di cedimenti statici, nonché per la redazione di piani di manutenzione. L’obiettivo – prosegue l’accademica – è permettere l’identificazione di mutamenti strutturali spesso non individuabili con monitoraggi statici. Queste soluzioni offrono diversi vantaggi: per esempio, allungano il ciclo di vita di una struttura con un conseguente vantaggio economico e meno rischi coinvolti”.