SAN MARINO – Alle suggestive interpretazioni da parte di giornali e, purtroppo, di magistrati, il Congresso di Stato non può esimersi dal ricondurre l’intera vicenda del Tribunale nell’alveo della verità. Il Consiglio Giudiziario Plenario, nel rispetto degli strumenti di legge, nella sua ultima seduta ha deliberato l’annullamento d’ufficio di alcune deliberazioni assunte nel 2018, quando revocò l’incarico all’allora Magistrato Dirigente. Decisione assunta in aperta e manifesta violazione delle norme vigenti e dei principi sovranazionali in materia. Una misura – giova ricordarlo – deliberata nella totale assenza di alcuna previsione normativa in merito.
Oggi, stranamente, si muovono critiche sulle nuove distribuzioni del lavoro giudiziario, in particolare sulle assegnazioni ai Commissari della Legge Buriani e Di Bona, asserendo che gli stessi siano stati sottratti alle mansioni inquirenti e lasciando intendere la volontà di depotenziare l’azione giudiziaria che ha fatto emergere commistioni tra politica, imprenditoria e settore finanziario. Nulla di più infondato!
Gli spostamenti in questione erano stati decisi dal Dirigente pro-tempore, Prof. Giovanni Guzzetta, con una disposizione entrata in vigore il 2 aprile 2019.
Il Commissario della Legge, Laura di Bona, non ci risulta abbia mai partecipato al pool inquirente del cosiddetto “Processo Conto Mazzini”, il cui attuale giudice titolare è rimasto invariato. Ci si chiede, casomai, perché tale processo abbia subito rallentamenti nella scorsa legislatura. Il Congresso di Stato auspica che la giustizia proceda il suo lavoro nel solco della speditezza dei processi.
Ai magistrati firmatari di documenti e missive varie, il Congresso di Stato rivolge l’invito allo stretto rispetto della legalità e delle procedure, che non possono essere rifiutate quando non aderenti ai propri desiderata. Nel caso, come loro stessi che sono al servizio della legge e dei cittadini dovrebbero sapere, esistono eventualmente consoni strumenti di ricorso.
Sarebbe interessante anche sapere a che punto sono le indagini dell’autorità giudiziaria in merito alle pesanti accuse mosse dal Magistrato Dirigente Valeria Pierfelici proprio nel Consiglio Giudiziario Plenario che la rimosse, circa gravi intrecci tra politica e magistratura con relative vicende finanziarie annesse, sulle quali non è stata fatta ancora luce. Argomento scomodo per gli odierni accusatori, sul quale è ancora pendente una Commissione d’inchiesta parlamentare riguardante Banca Cis.
Alla politica e alla Magistratura è più che mai doveroso rivolgere l’invito ad agire nelle rispettive competenze, perseguendo l’interesse dello Stato e lasciando da parte polemiche che rischiano di influire in un contesto in cui ognuno dovrebbe agire per preservare l’integrità della giustizia nella sua più alta forma.