Home FixingEditoriali San Marino Fixing, editoriale: che non sia il 52esimo “cassetto”

San Marino Fixing, editoriale: che non sia il 52esimo “cassetto”

da Redazione

Se fino ad oggi i tanti progetti di rilancio non sono mai andati a buon fine qualche motivo ci sarà.

 

di Daniele Bartolucci

 

“51 progetti dal 2008 ad oggi, ma nessuno è andato in porto”. Facciamo nostre le parole del Segretario di Stato Fabio Righi, per chiedere – a tutti, dal Governo alle parti sociali – una cosa molto semplice a parole, ma come si è visto, quasi impossibile nei fatti, almeno fino ad oggi: non buttate anche il 52esimo progetto. Abbiamo finito i cassetti, insomma.

La questione non va, però, banalizzata e presa alla leggera, perché se fino ad oggi i tanti progetti di rilancio non sono mai andati a buon fine qualche motivo ci sarà. Troppo facile – e per questo avvilente – pensare che sia solo colpa della politica. Anzi, l’idea stessa di un piano strategico dovrebbe avere nella sua stessa definizione il fotto di saper traguardare più legislature, come a dire: lo facciamo insieme, non è né mio né tuo, è di tutti, e se domani ci sei tu su questa poltrona a comandare, non puoi cancellare questo accordo. Il fatto che, dopo anni di discussioni, le associazioni di categoria tornino a sedersi al tavolo dello sviluppo con lo stesso comune obiettivo di costruire un progetto strategico che ricomprenda tutta la variegata economia di San Marino, è un ottimo punto di partenza, che fa ben sperare. Così come quel richiamo all’economia reale, che tutti hanno evidenziato. Del resto San Marino ha abbandonato ormai da anni altri “capisaldi” e lo Stato, con il suo welfare in prima linea, poggia quasi completamente sulle imprese e sui lavoratori. Giusto, quindi, ripartire da loro, dalla loro capacità di investire, crescere, generare reddito e, di conseguenza, anche gettito per lo Stato. Abbiamo finito i cassetti, non la speranza.

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