Home FixingFixing Dal “trattar denari” di Frate Luca Pacioli all’efficienza del “Piano dei conti 4.0”

Dal “trattar denari” di Frate Luca Pacioli all’efficienza del “Piano dei conti 4.0”

da Redazione

Il piano dei conti è una lista ordinata e raggruppata per tipologia di tutti i conti utilizzati da una azienda o da un soggetto tenuto alle regolari scritture contabili. L’analisi di Enrico Gaudenzi.

Enrico Gaudenzi new

 

di Enrico Gaudenzi *

 

Il piano dei conti è una lista ordinata e raggruppata per tipologia di tutti i conti utilizzati da una azienda o da un soggetto tenuto alle regolari scritture contabili. Va plasmato in modo da rendere più semplici e organiche le scritture contabili di partita doppia e la lettura e redazione del bilancio.

E’ il primo passo necessario per la tenuta della contabilità generale. Costruire un buon piano dei conti che tenga fin da subito conto del maggior numero di esigenze contabili dell’azienda è molto importante per evitare errori e duplicazione dei dati. Le scritture contabili devono essere compilate utilizzando i conti previsti dal piano dei conti, aggiungendone eventualmente nuovi qualora ci fossero carenze o si presentassero esigenze non previste nella fase preliminare di stesura. L’ordinamento sammarinese non pone particolari vincoli sulla sua forma o estensione, ma sicuramente è influenzato dalla forma giuridica dell’azienda, dall’attività della stessa e dalle sue dimensioni. L’obiettivo del piano dei conti in generale è quello di ottenere informazioni riassuntive (tramite i conti di mastro) e analitiche (tramite i sottoconti).

I fatti amministrativi vengono analizzati sotto due aspetti: finanziari ed economici. Il primo, detto numerario, esprime le modifiche degli elementi del patrimonio aziendale (denaro, debiti o crediti). Il secondo, invece detto non numerario, sono i componenti positivi e negativi del reddito (costi, ricavi e valori del capitale).

Per convenzione e nella prassi il piano dei conti segue i dettami della IV direttiva dei Bilanci CEE dove, in buona sostanza, la prima parte del conto indica il raggruppamento e la seconda il conto interessato. Se si tratta di un bilancio che confluirà in un bilancio consolidato (di una multinazionale quotata ad esempio) il piano dei conti in economia aziendale deve rispettare gli IAS/IFRS (International Accounting Standards/International Financial Reporting Standards). Tutto questo per venire incontro alle esigenze sempre più importanti di affidabilità dei conti e di trasparenza finanziaria. Da quando Frate Luca Pacioli, frate e matematico nel 1494 scrisse l’enciclopedia matematica che di fatto diede il primo input alla possibilità di rendere scientifico il “trattar denari” al piano dei conti – da me rinominato – “4.0”, ovvero l’attuale algoritmo automatizzato e interconnesso delle aziende, si è sempre cercato di portare l’efficienza delle informazioni sopra descritte al massimo. Oggi le logiche contabili sono sviluppate sulla creazione di partite doppie “intelligenti” in grado di essere generate da causali automaticamente. Il piano dei conti è gestito in modo condiviso tra diverse funzioni aziendali per dare risposte trasversali (non solo sulla redazione del bilancio e scritture di assestamento infra-annuali ma anche sui centri di ricavo o costo e sulle marginalità). Le attuali intranet permettono di importare i piani dei conti di ogni business unit ed elaborare un sistema integrato che gestisca le informazioni a livello macro e che possa in ogni momento tracciare e rintracciare ogni singola voce interrogata e dividere questi valori tra standard ed effettivi (un costo standard è quello che riflette il miglior livello di efficienza in circostanze ottimali quello effettivo è quello raggiunto a consuntivo). In conclusione: il mio piano dei conti 4.0 è il pilastro che sa rispondere al mio trattar denari?

 

* Chief Financial Officer per primarie aziende industriali e di servizi, già docente di Matematica finanziaria per l’Università di Bologna

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