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Piano finanziario, strumento indispensabile per affrontare la crisi

da Redazione

L’Osservatorio ANIS ha disposto un’indagine alle aziende associate. Le raccomandazioni del dott. Simone Selva: “L’andamento delle imprese deve essere attentamente monitorato. Identificare la liquidità necessaria e decidere come sopperire a questa necessità”.

Simone Selva

 

di Daniele Bartolucci

 

Qual è la salute finanziaria delle imprese sammarinesi? Avranno la forza – e la liquidità necessaria – per affrontare la crisi conseguente al lockdown e all’emergenza sanitaria? Dopo i dati del contagio, l’attenzione si sposta infatti sui dati economici.

Per questo motivo, l’Osservatorio ANIS ha disposto un’indagine sulle imprese associate (manifatturiere in prevalenza, ma anche di altri settori, in particolare i servizi) per valutare l’impatto del COVID-19 sui risultati aziendali, specificatamente sulla salute finanziaria (hanno risposto 121 aziende, le quali insieme generano ricavi di quasi 1,3 miliardi di euro e occupano più di 5mila dipendenti), attraverso l’elaborazione di due simulazioni – una ottimistica e una pessimistica – al fine di valutare la sostenibilità del comparto con riferimento alla crisi economica derivante dalla pandemia. La liquidità delle imprese è una delle criticità emerse dall’analisi, soprattutto “se gli effetti economici negativi della pandemia si dovessero protrarre”, spiega il Dott. Simone Selva, che ha presentato in anteprima l’analisi ai Soci di ANIS durante l’Assemblea dell’8 luglio, “per questo è fondamentale che venga attentamente monitorato l’andamento delle imprese nei diversi settori, al fine di predisporre azioni mirate tese a sostenere determinati comparti, facilitando l’accesso al credito e agevolando il rifinanziamento privato delle imprese”.

 

Perché anticipare l’analisi sui risultati aziendali, rispetto all’appuntamento ormai tradizionale dell’Assemblea pubblica di novembre?

 

“La situazione generata dal lockdown è ovviamente straordinaria e l’Osservatorio non poteva che fare un’operazione altrettanto straordinaria. Inoltre, non avrebbe avuto la stessa efficacia svolgere l’indagine dopo l’estate, magari attendendo i dati di bilancio ufficiali. Avremmo solo commentato dati ormai superati e riferiti ad un’annualità completamente diversa da quella in cui le imprese stanno ora operando”.

 

Come è stata disposta l’indagine e con quali obiettivi?

 

“Siamo partiti dai dati già a disposizione di ANIS relativi ai bilanci 2018, elaborati e presentati dall’Osservatorio a fine 2019. A questi, si sono aggiunti i dati anticipatori dei risultati 2019 e i dati inerenti all’andamento dell’attività registrato e previsto per i primi due trimestri 2020, richiesti attraverso il questionario somministrato alle aziende associate durante il periodo di lockdown. Su questi dati è stata quindi effettuata una proiezione dei risultati sul 2020, per indagare la situazione attuale delle imprese con riferimento ai principali effetti della pandemia sui ricavi di vendita e quindi, a cascata, sui risultati economici e finanziari tenendo conto delle azioni intraprese e comunicate”.

 

E’ stato stimato l’impatto COVID-19 nella prima parte dell’anno?

 

“Abbiamo chiesto alle imprese di comunicare l’impatto registrato in termini di ricavi, tempi di incasso e pagamento e ricorso alla cassa integrazione nei primi due trimestri del 2020 rispetto ai corrispondenti periodi del 2019: dalle risposte si evince che l’impatto del COVID-19 è fortemente invasivo in quanto più del 70% degli intervistati ha dichiarato un calo pari ad almeno il 30% del fatturato rispetto al medesimo periodo dell’precedente. Oltre il 18% dei rispondenti ha dichiarato un calo pari ad almeno il 70% dei ricavi nel secondo trimestre. Ovviamente, come prevedibile e riscontrabile nell’analisi settoriale, emergono comunque alcuni comparti che hanno assistito a un incremento dei ricavi di vendita: più del 10% ha dichiarato una crescita di almeno il 10% dei ricavi nel primo trimestre 2020”.

 

Per quanto riguarda invece le previsioni?

 

“Grazie all’analisi dei dati raccolti abbiamo sviluppato una simulazione finanziaria di chiusura del 2020 secondo due scenari mediante la formulazione di ipotesi forti, nella logica dello stress test, al fine di poter valutare l’impatto potenziale della pandemia sulla salute finanziaria delle imprese. Nello scenario ‘ottimistico’ gli impatti del COVID-19 si esauriscono con la fine del lockdown, di conseguenza dal 1 luglio abbiamo ipotizzato di ripetere i risultati ottenuti dalle imprese nel terzo e quarto trimestre del 2019. In questo scenario, pur subendo un evidente calo rispetto al 2019, si verificherebbe comunque una situazione sopportabile e che non determinerebbe, almeno a livello aggregato, un rischio eccessivo per la sostenibilità del sistema. Da questo punto di vista il comparto sembra evidenziare una buona solidità anche grazie all’utilizzo della cassa integrazione e, sia in termini di EBITDA che di PFN, non si assisterebbe a un tracollo del sistema”.

 

Quali conseguenze ci sarebbero, invece, nello scenario peggiore?

 

“Il secondo scenario differisce dal primo per l’elaborazione applicata sui secondi due trimestri del 2020. In particolare è stata applicata, sempre nella logica dello stress test, una variazione dei ricavi, rispetto ai relativi trimestri del 2019, più calmierata ossia pari rispettivamente al 50% e al 25% dell’impatto dichiarato con riferimento al terzo trimestre 2020. Per esempio, se un’impresa nel terzo trimestre ha dichiarato un calo del 70%, noi abbiamo applicato un calo del 35% al terzo trimestre, rispetto al terzo trimestre 2019, e un calo del 17,5% rispetto al quarto trimestre 2019. Se si verificasse questo scenario si assisterebbe, pur avendo contemplato nello scenario i benefici della cassa integrazione fino a fine anno, ad un’importante riduzione dell’EBITDA aggregato con la conseguente esplosione dell’indebitamento delle imprese, il quale risulterebbe più che raddoppiato”.

 

Come e dove dovrebbero quindi intervenire le imprese in questo momento?

 

“Secondo lo scenario ‘pessimistico’ ci sarebbero risultati fortemente negativi per alcuni comparti e una vera e propria impennata del debito finanziario. L’andamento delle imprese nei diversi settori deve essere attentamente monitorato in quanto, se gli effetti economici negativi della pandemia si dovessero effettivamente protrarre, già nel terzo trimestre occorrerebbe sviluppare azioni mirate tese a sostenere, in particolare, determinati comparti. Il suggerimento per le imprese è quello di pianificare attentamente i risultati attesi. È necessario infatti identificare la liquidità necessaria per superare questo momento di crisi. Una volta identificato il fabbisogno finanziario, le imprese dovranno decidere come sopperire a questa necessità. Da questo punto di vista si caldeggiano oltre allo sviluppo di strumenti per la facilitazione dell’accesso al credito, anche strumenti agevolativi per il rifinanziamento privato delle imprese. Da ultimo sottolineo un aspetto: il mondo post-covid sarà certamente diverso in molti settori economici. Qualora si ricorra a nuovo debito, questo dovrà essere rimborsato con i flussi di cassa generati da una gestione operativa il cui dettaglio, in termini di modello di business e modello organizzativo, non sono ancora del tutto noti. Pertanto è necessario che la direzione aziendale valuti attentamente, in ottica prospettica, quelli che dovranno essere i mutamenti necessari per competere e valutare la sostenibilità dell’azienda. Oggi come non mai capiamo quanto sia essenziale la capacità di fare pianificazione finanziaria”.

 

tabella covid

 

NOTA METODOLOGICA: LE DOMANDE E LE RISPOSTE DI 121 IMPRESE ASSOCIATE

 

Il questionario proposto alle aziende ANIS era inerente i seguenti temi: dati economici e patrimoniali 2019 (ricavi di vendita, costo del lavoro, valore del magazzino, investimenti effettuati); stagionalità dei ricavi storica (per trimestre); informazioni su incassi e pagamenti in tempo di COVID-19; informazioni sull’accesso alla cassa integrazione in tempo di COVID-19; impatto registrato su ricavi e valore della produzione nel I Trimestre 2020 e impatto prevedibile per il II Trimestre 2020. All’indagine dell’Osservatorio ANIS – curato dallo Studio Selva di Riccione – hanno risposto 121 imprese del campione di riferimento (211 aziende), rappresentanti rispetto ai dati dell’Osservatorio 2019: l’89,31% dei ricavi e il 93,85% dei costi del personale.

La relazione del Dott. Simone Selva è disponibile sul sito di ANIS (per scaricarla inquadrare il Qr-code qui sotto).

 

 

impatto covid

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