Home categorieCultura Visti per voi al Festival di Santarcangelo 2050: Castellucci, Fanny & Alexander, Kahn e Menzo, Quotidianacom

Visti per voi al Festival di Santarcangelo 2050: Castellucci, Fanny & Alexander, Kahn e Menzo, Quotidianacom

da Redazione

“Il Trattamento delle Onde” ricorda a tratti il bellissimo “Buchettino”; “I sommersi e i salvati” è un interrogatorio che nei fatti si trasforma in un’intervista a Primo Levi; “Sorry, but I feel slightly disidentified” è un raggio di luce; “Tabù” affronta le discussioni di coppia con un apparente e sottile sorriso.

Menzo

 

di Alessandro Carli

 

SANTARCANGELO (RN) – Le basterebbe anche stare ferma sulla scena e chessò, respirare, camminare, dire qualcosa o anche stare zitta che quel gesto o quell’atto arriverebbe al pubblico in maniera unica e straordinaria. Non ci è dato conoscere il mistero di Claudia Castellucci / Societas quindi è già un dono per gli occhi vedere quello che sa donare ai suoi “attori”. Non distragga il titolo dello spettacolo portato a Santarcangelo Festival 2050 (“Il Trattamento delle Onde”) e nemmeno il sottotitolo (“Insegnamento di una nuova disciplina sportiva per chi ha pochi anni di età seguìto da un Ballo dato pubblicamente”): gli spettatori che si sono radunati all’Orto dei Frati Cappuccini hanno assistito a un lavoro compiuto, delicato, bonsai. Sei bambini con cappello e mantello “escono” dal bosco e iniziano a dare vita ai bastoni: li uniscono in croci, poi li trasformano in batacchi di campane e suonano, invitano i partecipanti al rito collettivo. Forse meno rigoroso dal punto di vista disciplinare rispetto ad altri lavori di Claudia – ma non per questo meno efficace, anzi – “Il Trattamento delle Onde” (a questo punto sonore) ricorda a tratti il bellissimo “Buchettino”: anche qui, come ieri, i bambini e una favola e l’addormentamento, con l’aggiunta, sul finale, di un vento forte e rumoroso che spazza via gli “orchi”, le ombre, e porta i sei pastorelli verso un lieto fine.

Gli squilli di trombe che hanno anticipato le date dello spettacolo “I sommersi e i salvati” di Fanny & Alexander (il progetto “Se questo è Levi” ha vinto il Premio Speciale Ubu 2019; per lo stesso spettacolo, Andrea Argentieri si è aggiudicato il Premio Ubu 2019 come Miglior Attore Under 35) si sono rivelati canti di sirene. Un interrogatorio che nei fatti è un’intervista a Primo Levi: 22 domande scritte che il pubblico deve leggere e alle quali lo scrittore dà risposte. Bravissimo Argentieri – seppur in qualche risposta si lascia andare a qualche gigioneggiamento di troppo -, testo denso e profondo: una lezione di storia (si parla ovviamente di Auschwitz) bella ma “furba” (e un po’ stonata rispetto alla poetica dell’edizione 50 del Festival di Santarcangelo) che trova la sua dimensione ottimale nei licei e nelle scuole.

“Sorry, but I feel slightly disidentified” di Benjamin Kahn (quando sonoro) e Cherish Menzo (corpo che danza, nella foto) è un raggio di luce sul mondo dei neri: si parte da lontano, forse dalla Savana (all’inizio è un puntino colorato, posto al di fuori della pedana, che lentamente – ma sempre muovendosi – si avvicina al pubblico) per poi avvicinarsi agli spettatori. Cherish Menzo disegna tanti piccoli quadri, non sempre collegati, mettendo in risalto – a seconda della musica, che spazia dalla classica alla tecno – un particolare del suo corpo: le gambe, il sedere, le braccia, il viso, la voce, gli addominali. Finisce in maglietta rosa e jeans, quasi a voler alleggerire le tensioni dello slogan “Black lives matter”.

Con “Tabù” i Quotidianacom affrontano le discussioni di coppia con un apparente e sottile sorriso: l’elemento che dà avvio al dialogo (25 minuti in tutto) è una mail che annuncia un virus “preso” dai siti per adulti. Presto – e con efficacia e ironia – Roberto Scappin e Paola Vannoni portano il pubblico verso i tanti tabù che la società impone: la vecchiaia, per esempio, i tanti cliché, “le mascherine” che proteggono il viso e il respiro ma non il pensiero.

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