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Banca di San Marino, mercati finanziari sostenuti dalla liquidità

da Redazione

Economia e finanza: il commento mensile di Denis Manzi, CFA, CIPM. Gli ulteriori rialzi dovranno essere confermati dai fondamentali.

BSM Denis Manzi

 

di Denis Manzi

 

“… si fa presto a cantare che il tempo sistema le cose, si fa un po’ meno presto a convincersi che sia così…”. Inizia con questa frase una famosa canzone di Ligabue che mi è capitato di ascoltare e la mia mente è immediatamente volata al periodo di febbraio-marzo di questo folle anno quando, oltre alle preoccupazioni sanitarie si sommavano, per chi svolge il mio mestiere, le preoccupazioni causate dall’andamento nevrotico dei mercati finanziari che registravano perdite in apparenza senza fine. Proprio di quei giorni ricordo molto bene il confronto con tanti investitori, sia piccoli sia grandi, i quali mi chiedevano consigli su come dovevano comportarsi. E’ infatti nella natura dell’essere umano cercare conforto in situazioni di stress. In quei giorni di marzo, si cercava sostegno nelle parole del virologo di turno per quanto riguardava la situazione sanitaria e allo stesso modo si cercava conforto circa il proprio portafoglio finanziario da persone esperte in materia. Per quanto mi riguarda, il refrain di quei giorni era più o meno del tipo “se il tuo portafoglio è stato costruito diligentemente, in modo tale che la probabilità di raggiungere i tuoi obiettivi di investimento sia massimizzata, non hai nulla da temere e non devi fare nulla. L’essere umano ha una innata capacità di superare le crisi e l’economia, seppure tra alti e bassi, è destinata a crescere nel lungo periodo”… il tempo sistema le cose, verrebbe da dire parafrasando Ligabue. In quei giorni non era facile tenere la barra dritta e convincersi appunto che sarebbe stato così. Sono passati 3 mesi da quei momenti e – almeno per ora – il tempo ha sistemato (parzialmente) le cose. Prendendo come esempio l’indice azionario dei mercati mondiali, notiamo una performance da inizio anno di un -6,5% circa, quando invece il 23 marzo, il giorno dei minimi di periodo, si registrava un -32%. Il rimbalzo è stato pertanto di quasi il 40% in soli 3 mesi! Sebbene il movimento sia stato abnorme, la storia ci insegna che non è raro come si potrebbe pensare assistere in determinati anni a movimenti così repentini, sia al rialzo che al ribasso ed è scontato che la volatilità continuerà a rimanere al di sopra della media.

 

I MERCATI FINANZIARI


Mese positivo per le principali classi di investimento quello di giugno, che permette quindi di consolidare il recupero dei corsi registrato ad aprile e maggio. Le ragioni della positività del secondo trimestre 2020 sono molteplici ma vanno ricercate prevalentemente in due fattori: il miglioramento della situazione sanitaria a livello mondiale, con conseguente rilassamento delle misure restrittive e l’azione rapida e massiccia dei policy makers (banche centrali e governi) che hanno messo in campo misure imponenti per contrastare il dissesto economico causato dalla pandemia. Mai in passato era stato fatto così tanto in così poco tempo!

 

EVENTI PIÙ SIGNIFICATIVI

 

La price action è stata influenzata positivamente dal progressivo ritorno alla normalità sul fronte dell’economia reale e dalle azioni delle banche centrali. In Europa la BCE ha aumentato il programma “pandemico” di acquisto titoli di 600 milioni di EUR, portandolo a 1,35 trilioni, mentre in America la FED, oltre a confermare gli acquisti di titoli ai livelli attuali, ha fatto intendere che i tassi rimarranno a zero almeno sino al 2022.

 

LA CONDIZIONE DI SALUTE

 

Il contesto macroeconomico continua a rimanere negativo ed Il PIL mondiale nel 2020 subirà un contraccolpo forse mai visto prima ma, qualora non vi dovessero essere recrudescenze pesanti della pandemia, non è da escludere che le traiettorie di crescita potrebbero ritornare ai livelli del 2019 già da fine 2021-inizio 2022. La pubblicazione degli indicatori macroeconomici anticipatori mostrano che è attualmente in corso una ripresa dell’attività economica, anche se non si è chiaramente ancora tornati ai livelli pre-Covid. Anche l’analisi di dati non marcatamente macroeconomici, come quelli sul traffico e sull’accesso a hotel e ristoranti, sta mostrando – seppure lentamente – un miglioramento.

 

GLI EVENTI DA MONITORARE

 

Anche per il prossimo periodo l’attenzione continuerà a rimanere focalizzata sugli sviluppi della COVID-19. La sensazione è che nel caso in cui dovessero risvegliarsi dei focolai, difficilmente saranno imposte misure di lockdown totali. Il prossimo mese sarà importante per avere il polso della situazione sull’entità del crollo degli utili aziendali, durante il II° trim. dell’anno, attesi in calo di oltre il 60% rispetto al II° trimestre 2019. Qualora i numeri si rivelassero peggiori delle stime, vi sarebbe probabilmente un aumento della volatilità al ribasso. Sul fronte di nuove iniziative fiscali e monetarie, l’attesa principale è sull’incontro dei Capi di Governo Europei, previsto a luglio, durante il quale si cercherà di trovare la quadra sul recovery fund. Inizierà inoltre a farsi più calda l’attesa per le Presidenziali USA di novembre, con gli ultimi sondaggi che vedono Trump in difficoltà (non positivo per l’andamento dei risky assets).

 

LE VALUTAZIONI

 

Sempre importante dare uno sguardo alle valutazioni delle principali categorie di investimento, in quanto nel medio-lungo periodo la performance dei mercati è fortemente correlata alle valutazioni presenti al momento di investimento (più basse sono le valutazioni più elevato è il rendimento prospettico e viceversa). Marzo aveva segnalato valutazioni in netto miglioramento sulle principali classi di investimento. La positività di aprile, maggio e parzialmente giugno ha invece nettamente peggiorato le valutazioni dei mercati azionari, mentre si nota ancora un discreto valore prospettico in alcuni segmenti del mondo obbligazionario a spread. La tabella 2 ci mostra come i mercati azionari mondiali abbiano le valutazioni peggiori degli ultimi 10 anni prendendo come riferimento i prezzi sugli utili aziendali ma, consapevoli di come l’andamento di mercato degli ultimi anni, sia stato ampiamente influenzato dalla liquidità immessa dalle banche centrali, risulta interessante provare a utilizzare anche metriche meno convenzionali, che invece mostrano valutazioni non così malvagie. A livello generale, partendo dai livelli di rendimento attuale e viste le valutazioni delle principali categorie di investimento, i ritorni attesi medi per i prossimi anni non appaiono allettanti. Per ottenere performance interessanti occorrerà mantenere una certa esposizione alle classi di investimento più volatili, con la consapevolezza che il percorso non sarà lineare ma costellato di alti e bassi.

 

I PORTAFOGLI

 

La parte del rimbalzo dai minimi “più semplice” – quella guidata dai flussi di riposizionamento e dall’espansione dei multipli – è decisamente terminata e da ora in avanti bisognerà sudarsi ogni ulteriore avanzamento, che dovrà essere corroborato da miglioramenti dei fondamentali. Il prossimo mese sarà inoltre influenzato dai ribilanciamenti di portafoglio dei grossi player, il che potrebbe causare una certa pressione al ribasso dei corsi. Come ho sempre sostenuto, chi si è dotato di protocolli di investimento robusti, composti da pesi e contrappesi, può tranquillamente dormire sonni tranquilli e pensare ad altro. Chi non lo avesse invece fatto, farebbe bene a farlo. Di norma, un portafoglio bilanciato costituito – dosando le diverse componenti a seconda degli obiettivi di investimento del singolo investitore – da una componente “monetaria” (che dà stabilità), una componente obbligazionaria con basso rischio di credito (che protegge nei momenti di avversione al rischio) e una componente di azionario mondiale (che contribuisce alla crescita di portafoglio) è quello che dà le migliori soddisfazioni. Particolarmente consigliata la logica di “piano di accumulo” che consente di smussare (nel bene e nel male) le oscillazioni dei mercati. In ottica tattica – o speculativa – i segnali provenienti dai nostri modelli quantitativi per il prossimo periodo ci suggeriscono di:

• portare l’esposizione azionaria leggermente al di sotto dei target stabiliti in sede di costruzione dell’asset allocation strategica;

• mantenere l’esposizione all’obbligazionario, privo di rischio di credito, in linea al peso stabilito in sede di asset allocation strategica (ai livelli attuali risulta particolarmente attrattiva la componente dei titoli obbligazionari legati all’inflazione. Infatti, l’opzionalità implicita legata al caro-vita tratta a forte sconto ed è assimilabile ad una polizza assicurativa a buon mercato che ci protegge da eventi che magari possono essere poco probabili, ma che risulterebbero deleteri qualora dovessero realizzarsi);

• mantenere l’esposizione all’obbligazionario con rischio di credito vicina al peso stabilito in sede di asset allocation strategica.

 

 

TABELLA 1 – Performance mercati finanziari

 

BSM tab 1

 

Fonte: elaborazione BSM su dati bloomberg. Price return per indici azionari, total return per indici obbligazionari.

 

 

TABELLA 2 – Valutazioni di alcune classi di investimento


BSM tab 2


Fonte: elab. BSM su dati bloomberg con dati rilevati in data 25 giugno 2020. Il percentile, con valori che vanno da 0 a 100 (più il valore è elevato e più il mercato è caro) è calcolato su una serie storica di 10 anni e rilevazioni mensili

 

 

TABELLA 3 – Rapporto tra il prezzo dell’indice azionario S&P500 e l’ammontare in USD della massa monetaria M2 in America


BSM tab 3


Fonte: elab.BSM su dati bloomberg. Rilevazioni mensili da giugno 2000 a giugno 2020

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