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San Marino, finita l’emergenza Covid-19: cadono i vincoli per le imprese

da Redazione

Zero contagiati e nessuna quarantena: il Governo vara il DL 108 per la nuova fase. Restano alcune precauzioni e la mascherina se non è possibile mantenere il metro di distanza.

covid team

 

di Daniele Bartolucci

 

Zero contagi e zero quarantene. San Marino torna ad essere un Paese “Covid Free” e, stando alle statistiche, il primo in Europa a potersi fregiare del titolo. La fine dell’emergenza sanitaria era stata invero anticipata dal Commissario straordinario Massimo Arlotti con la lettera di saluti ai sammarinesi, ma l’ufficialità è arrivata con il Decreto Legge 108 promulgato la sera del 30 giugno dai Capitani Reggenti. Con questo atto, in pratica, si torna alla normalità, salvo alcune forme di precauzione come “l’obbligo di evitare assembramenti in luoghi pubblici e privati” e l’obbligo di rispettare le disposizioni igienico-sanitarie ormai note. Lo stesso dicasi per le mascherine, il cui uso resta “fortemente raccomandato” in luoghi chiusi, mentre è obbligatorio “ogni qualvolta non sia mantenuta la distanza interpersonale di almeno un metro per un periodo superiore ai 30 minuti”.

 

ZERO CONTAGI: L’ISS “CHIUDE” TENDA E DATI


Il Gruppo coordinamento Emergenza Covid in data 1 luglio ha emesso l’ultimo aggiornamento ufficiale, in cui risplende un bellissimo “triplo zero”: nessun nuovo positivo, nessun deceduto, nessuna persona in quarantena. La fine di un incubo che, al 30 giugno, aveva fatto registrare tramite il test molecolare dall’inizio della infezione 698 positivi, di cui 42 deceduti e 656 guariti, oltre a 2.147 quarantene, tutte terminate. “Con l’uscita dalla quarantena dell’ultima persona e l’azzeramento (avvenuto già da venerdì 26 giugno) dei casi positivi in territorio”, hanno spiegato dall’ISS, “termina quindi la necessità dell’invio quotidiano dei comunicati stampa di aggiornamento”.

 

TEST SIEROLOGICI IN AZIENDA SOLO SU RICHIESTA

 

Se è vero che il totale dei tamponi effettuati dall’inizio dell’epidemia era arrivato a 5.729, risulta ancora più importante il fatto che sono stati eseguiti ben 17.416 test sierologici. Una grandissima fetta della popolazione adulta, quindi, è stata coinvolta nello screening di questi mesi, senza considerare i lavoratori (compresi quindi i frontalieri). Su questo aspetto c’è comunque una novità importante: l’ISS ha infatti fermato l’operazione, avendo raggiunto un numero consistente di test, come detto, ma non per questo si stopperanno i test sierologici, che però potranno essere fatti su richiesta contattando il numero 0549-994889. Il test sarà gratuito per gli assistiti ISS che non siano ancora stati sottoposti al test, mentre costerà 15 euro per i datori di lavoro che vogliono sottoporre a test sierologico il proprio dipendente per la prima volta e 20 euro per l’assistito ISS che intende ripetere il test sierologico e per il datore di lavoro che intende farlo ripetere al proprio dipendente.

 

COSA CAMBIA PER LE IMPRESE

 

L’art. 15 del DL 108 pone di fatto fine alle varie prescrizioni, specificando che dal 1° luglio 2020 cessano di produrre gli effetti le disposizioni di cui ai Decreti 91/2020, 96/2020 e 97/2020, salvo diverse disposizioni contenute nei singoli articoli. Permangono efficaci fino al 31 dicembre 2020 le disposizioni di cui all’articolo 1 (misure a sostegno dei nuclei familiari) del Decreto 91/2020, agli articoli 12 (presentazione di domande, istanze, dichiarazioni verso la PA) e 13 (obbligo per gli operatori economici di utilizzo della firma digitale e del servizio elettronico di recapito certificato per la presentazione di domande, istanze e dichiarazioni all’Amministrazione) del Decreto 93/2020, agli articoli 14 (misure straordinarie di proroga dei termini), 20 (destinazione somme per fronteggiare l’emergenza da Covid-19), e 25 (disposizioni in materia di pubblica garanzia sui finanziamenti erogati da BCSM) del Decreto 66/2020, dell’articolo 11, comma 2 (disposizioni relative all’Amministrazione) del Decreto 96/2020 e all’articolo 13 (deroga temporanea all’obbligo di deposito dell’originale delle domande di marchio, brevetto o disegno e delle convalide di brevetto europeo) del Decreto 97/2020. Fatta eccezione per quelle che a norma di legge richiedono la forma dell’atto pubblico, per le riunioni assembleari di tutte le persone giuridiche ed enti, anche in deroga alle disposizioni di Legge vigenti e/o statutarie, rimane la facoltà di tenere le stesse con la forma della teleconferenza/videoconferenza, permanendo in vigore fino ad espressa abrogazione le disposizioni di cui agli articoli 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8 del Decreto 56/2020.

 

SMART WORKING, ENTRO L’ANNO UNA LEGGE


L’art. 6 invece punta su uno dei temi emersi durante l’emergenza, ovvero lo smart working: rimangono in vigore le diposizioni relative al lavoro dal domicilio, il quale è consigliato laddove tecnicamente possibile previo accordo tra il datore di lavoro ed il prestatore e previa comunicazione alle organizzazioni datoriali e sindacali, all’Ufficio Attività Economiche ed all’Ufficio Attività di Controllo. Rimane l’incompatibilità di utilizzo della CIG per quei lavoratori per i quali si sia optato per tale modalità. Da segnalare comunque che il Congresso di Stato dovrà presentare entro il 31 dicembre 2020 un progetto di legge al fine di regolamentare in maniera più completa la disciplina del lavoro dal domicilio.

 

“HO IMPARATO TANTO IN QUESTI MESI. UN ONORE LAVORARE CON VOI IN MOMENTI COSÌ DIFFICILI”

 

La lettera che il dottor Massimo Arlotti ha dedicato ai Sammarinesi al termine del suo mandato come Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19.

“Con la fine dell’emergenza legata alla pandemia COVO D 19 arriva a termine anche il mio mandato di Commissario straordinario. Vorrei, nel momento di lasciare il mio incarico, lasciare anche qualche breve riflessione su questo travagliato periodo.

Il primo pensiero va alle persone che si sono ammalate e a quelle che purtroppo non ce l’hanno fatta, a loro e alle loro famiglie. Personalmente credo che non ci siano esperienze peggiori della malattia, a maggior ragione quando questa è accompagnata dalla paura e dall’incertezza sull’esito finale. Abbiamo provato a fare tutto il possibile per non lasciare sole le persone ammalate e i loro familiari. La mia speranza è che questo sforzo si sia tradotto in una percezione di buona assistenza da parte delle persone. Contemporaneamente credo che i cittadini della Repubblica vadano ringraziati per l’adesione alle norme che hanno limitato la mobilità e la libertà personale, la partecipazione convinta dei cittadini è stato l’elemento più importante di contrasto alla pandemia e senza questo contributo la fine dell’emergenza non sarebbe arrivata in questo modo e con questa tempistica. Un secondo, doveroso pensiero alle persone che hanno aspettato, nella grande maggioranza dei casi in maniera paziente e composta, la negativizzazione dei due tamponi prima di poter riprendere la loro vita. Anche in questo caso abbiamo cercato, nel limite del possibile e nelle more di una definizione di guarigione che solo recentemente è stata rivista, soprattutto nelle ultime settimane, attraverso l’esecuzione di tamponi orofaringei e una lettura meno restrittiva del risultato del tampone, di accelerare la fine dell’isolamento domiciliare. Un ringraziamento sentito credo debba essere rivolto a tutto il personale dell’ISS, doveroso e scontato nei confronti del personale che ha prestato assistenza diretta ai pazienti con COVID-19, ma sentito e altrettanto dovuto a quanti, e sono stati tanti, sanitari e non, hanno permesso con la loro presenza, con il loro silenzioso e costante contributo, di mantenere un livello assistenziale sempre adeguato e rispettoso della dignità e dei diritti umani.

Un ultimo ringraziamento va alla politica tutta e al Segretario onorevole Roberto Ciavatta in particolare, per la lucidità e il senso della realtà con cui ha affrontato una prova così difficile, per il supporto e la fiducia dimostrata sempre, non solo nei miei confronti, ma anche e soprattutto nei confronti di tutto il personale dell’ISS impegnato in maniera diretta o indiretta in questa battaglia. Lascio, alla fine del mio incarico, un territorio in cui non solo non ci sono nuovi casi di infezione, ma neanche più pazienti ricoverati o in trattamento domiciliare. Spero di aver trasmesso qualcosa alle tante persone con cui ho avuto il piacere di lavorare, sono certo di aver imparato tanto da loro. E’ stato per me un piacere e un onore poterle rappresentare in momenti così difficili”.

 

Massimo Arlotti

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