Home FixingFixing La leva finanziaria come “moltiplicatore” per l’azienda

La leva finanziaria come “moltiplicatore” per l’azienda

da Redazione

Gestirla con analisi corrette permette di ottenere rendimenti maggiori del costo del denaro bancario utilizzato.

Enrico Gaudenzi new

 

di Enrico Gaudenzi *

 

“Datemi una leva (e un punto di appoggio) e vi solleverò il mondo!”. Così disse il matematico e inventore Archimede di Siracusa in seguito alla scoperta dell’uso delle leve per sollevare gli oggetti. Concetto che apre a tante riflessioni nel modo di oggi.

Modigliani e Miller nel 1958 furono tra i primi a studiare le scelte di finanziamento delle imprese e la teoria economica delle risorse generate dalla modalità più conveniente di leverage.

Spesso sentiamo parlare di prodotti “a leva”, prodotti che moltiplicano “n” volte l’effetto di un investimento di rischio e di guadagno. Comunemente nel trading vengono visti come prodotti rischiosi, dai quali stare alla larga. Ma se riflettiamo, il luogo nel quale la leva finanziaria si utilizza di più, e in maniera ancora più ampia rispetto ai prodotti finanziari presenti sul mercato, è l’azienda. In una impresa parliamo di leva del debito quando con 1 euro di mezzi propri ne otteniamo molti di più di debito. Se sappiamo gestirli con analisi corrette e consapevolezza portiamo a casa rendimenti maggiori del costo del denaro bancario (che ci finanzia). Vanno valutate tutte le variabili in campo per sfruttarne al massimo gli effetti. Ottimizzare al massimo il profitto riducendo i costi si può fare puntando al livello massimo di produzione o servizio sfruttando le economie di scala e riducendo al minimo i costi per realizzare un prodotto o fornire un servizio.

Investire in attività materiali e immateriali, finanziarie e risorse umane è possibile sfruttando il capitale proprio e quindi le risorse finanziarie personali dell’imprenditore oppure il capitale di terzi (come gli istituti finanziari) in cambio della restituzione del capitale e degli oneri finanziari. Quest’ultima strada è più rischiosa ma va tenuto presente l’effetto positivo della deducibilità degli oneri finanziari.

L’obiettivo è trovare il giusto equilibrio tra mezzi propri e di terzi per massimizzare i profitti.

In termini più tecnici se il rendimento del capitale investito nell’impresa è maggiore del costo sopportato per ottenere capitali da terzi, mi conviene ricorrere a capitali di terzi per finanziare i miei investimenti perché questo si traduce in un effetto positivo sulla redditività complessiva del capitale proprio. Se il rendimento del capitale investito nell’impresa è inferiore al costo sopportato per ottenere finanziamenti esterni allora conviene limitare il ricorso al capitale di terzi perché un aumento del debito produce un effetto moltiplicatore negativo sulla redditività del capitale proprio dell’azienda.

Questo è il “cosa”. Per il “come”: va simulato l’andamento di queste dinamiche nel tempo fino a determinare il punto in cui l’effetto leva diventa nullo. Questo punto è quello in cui si raggiunge il livello massimo indebitamento dell’azienda, con quella capacità produttiva. E’ bene evitare di far ricorso esclusivamente al capitale di debito anche in presenza di una leva finanziaria positiva perché ci sono costi variabili che dipendono da finanziatori esterni e dal maggiore rischio (finanziari) e costi fissi che dipendono dall’aumento degli oneri finanziari (economici).

In questa ottica anche uno stato valuta il suo leverage ed è attualissimo il ricorso alla leva per rilanciare la situazione post pandemia.

In questi giorni il Sole24Ore parla di San Marino e di strade alternative per rilanciare l’economia e la leva su cui sembra scommetterà il nostro paese è quella di finanziarsi sui mercati internazionali con il debutto sul mercato dei capitali con il “Titano Bond” e con il lancio della prima “fisco valuta” e di Certificati di Compensazione Fiscale cioè titoli di credito emessi dallo Stato per garantire uno sconto fiscale sul sistema interno.

Nei miei precedenti articoli ho parlato di previdenza, fatturazione elettronica ed Erp aziendale. Tutti argomenti che trasversalmente possono essere studiati ed analizzati con un ottica di fisco valuta che faccia da leva per incentivare il sistema, salvaguardare il futuro e se utilizzata nel modo giusto generare liquidità.

 

* (Chief Financial Officer per primarie aziende industriali e di servizi, già docente di Matematica finanziaria per l’Università di Bologna)

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento