Commercianti divisi, Righi (Industria) chiede una posizione univoca. C’è chi vorrebbe farli in base alle necessità e chi non vuole svendite incontrollate.
di Daniele Bartolucci
La riapertura delle attività commerciali ha a sua volta riaperto una questione importante, sia per gli operatori che per i clienti: i saldi vanno vincolati a determinati periodi dell’anno? La domanda se la solo posta anche in Italia, invero, ma a San Marino la discussione ha ben presto focalizzato due fazioni, una a favore della liberalizzazione e una contraria. La scintilla che ha scatenato tutto, invero, è stata la “retromarcia” del Governo (come han criticato Osla e Unione Consumatori) nel decreto 97 rispetto alla possibilità di vendite promozionali “in ogni periodo dell’anno alla percentuale decisa dall’esercente e senza preventiva comunicazione all’Ufficio Attività Economiche”. L’avevano definita un’occasione mancata per rendere più attrattivi gli esercizi commerciali e venire incontro ai consumatori. Ad oggi, infatti, i saldi sono stati fissati dal 1° agosto al 1° settembre e nelle due giornate del 27 e 28 novembre in occasione del Black Friday.
Anche per questo, dopo l’acuirsi delle dichiarazioni, il Segretario di Stato all’Industria e Commercio, Fabio Righi, è intervenuto non tanto per placare gli animi, ma per chiedere una posizione chiara e possibilmente univoca alle associazioni di categoria interessate.
“Alla luce di quanto emerso nei giorni scorsi in merito all’intervento in materia di vendite promozionali delle attività commerciali”, si legge in una nota inviata dalla Segreteria Industria, Artigianato e Commercio, la quale “ritiene necessario fornire un doveroso chiarimento. Nella prima stesura del disposto normativo riferito al tema delle promozioni”, spiega la nota del Segretario Fabio Righi, “la Segreteria aveva previsto una liberalizzazione delle stesse nella convinzione che l’anno in corso non sarebbe stato caratterizzato da una ordinaria gestione e che quindi una maggiore ‘libertà di manovra’ si sarebbe potuta rivelare utile soprattutto al fine di smaltire le giacenze inevitabilmente createsi nel periodo di chiusura dovuto alla pandemia. A seguito della promulgazione del decreto, tuttavia, l’Unione Sammarinese Commercianti (USC) in rappresentanza dei propri associati destinatari del provvedimento, segnalava l’inopportunità e la non correttezza del disposto normativo precisando che l’impostazione assunta, ovvero la liberalizzazione dell’attività promozionale, avrebbe sminuito il lavoro dei commercianti ed impedito di affrontare dignitosamente questo difficile momento. In ragione di quanto sopra rappresentato dalla categoria USC, che come tale si presume parli a nome del comparto rappresentato”, evidenzia Righi, “codesta Segreteria ha ritenuto, non essendo l’intervento in questione un intervento di programmazione di politica economica ma un intervento una tantum al fine di agevolare per quanto possibile gli operatori del settore nell’anno in corso, ha deciso di cambiare la propria impostazione al fine di accogliere le esigenze espresse da parte di chi rappresenta buona parte di coloro che ogni giorno lavorano in un dato settore”. Insomma, tutto risolto? Neanche per sogno, perché “a seguito di ciò, tuttavia, pervenivano ulteriori considerazioni da parte di OSLA che richiedeva un ritorno alla prima impostazione assunta da codesta Segreteria ritenendo quella la migliore strada per il settore. Preso atto dunque delle posizioni diametralmente opposte espresse dalle due Associazioni di Categorie, non essendo intenzione di questa Segreteria assumere posizioni di principio ma di fornire il miglior supporto possibile ai settori destinatari della disposizione di cui trattasi, si è richiesto di far pervenire quanto prima una posizione condivisa che possa rappresentare al meglio le esigenze dei vari associati nella convinzione che chi affronta ogni giorno sul campo le varie problematiche possa di certo fornire la migliore soluzione. Il Segretario Industria, Artigianato e Commercio è dunque sempre al fianco degli operatori economici ed è per propria indole e dovere istituzionale assolutamente disponibile ed a totale disposizione per un confronto costruttivo e proficuo con le Associazioni di Categoria e con le Associazioni dei Consumatori intervenute sul punto, al fine di rappresentare al meglio le esigenze dei loro associati”. La partita è ancora aperta, in pratica.