Home FixingFixing “Priorità a liquidità e banche. Poi spingeremo sull’economia della Repubblica”

“Priorità a liquidità e banche. Poi spingeremo sull’economia della Repubblica”

da Redazione

Marco Gatti (Finanze): “Avevamo già il debito, ora serve ristrutturarlo e renderlo sostenibile. Sarà creata una nuova società per accentrare la gestione dei crediti bancari non performanti”.

Marco Gatti

 

di Daniele Bartolucci

 

Al di là dell’emergenza Covid-19, il Governo ha sempre avuto ben chiaro quali fossero le priorità del Paese e tra queste spiccano il Bilancio dello Stato e il sistema bancario. Due temi collegati tra loro per diverse ragioni e che hanno impegnato e impegneranno nei prossimi mesi l’Esecutivo e in particolare il Segretario di Stato alle Finanze Marco Gatti, chiamato a ideare e realizzare, insieme ai colleghi del Congresso di Stato, un piano complessivo per rimettere in sicurezza i conti pubblici e il sistema bancario. Senza dimenticare di rilanciare l’economia, già frenata dai problemi del Bilancio dello Stato e delle banche, ma oggi ancora più penalizzata dagli effetti del lockdown di San Marino e del resto del mondo.

 

Segretario, con l’assestamento di bilancio approdato in prima lettura in Consiglio Grande e Generale, si inizia quindi a definire questo piano?

 

“Iniziamo dalle priorità, che sono il Bilancio dello Stato e il sistema bancario, ma l’obiettivo è molto più alto, perché deve necessariamente riguardare tutto il sistema. La sfida che abbiamo accettato non è semplicemente superare l’anno, ma, in prospettiva, è la sostenibilità e la competitività dell’intero sistema economico. Possiamo dividere questo piano in due fasi: la prima è caratterizzata dal reperimento della liquidità necessaria a ristrutturare il debito nel tempo; nella seconda dovremo invece spingere sul rilancio del sistema economico, con interventi certamente non a pioggia ma mirati su quei settori che possono svilupparsi ulteriormente, premiando gli imprenditori che investono a San Marino. La crescita conseguente ci consentirà di rendere sostenibile tutto il resto. E’ un piano ambizioso, che vogliamo far avallare anche dal Fondo Monetario Internazionale proprio per aumentare la fiducia nel nostro Paese: da parte dei cittadini, delle imprese e degli investitori esteri”.

 

L’attenzione sembra focalizzarsi soprattutto sull’indebitamento sui mercati internazionali, fino a 500 milioni di euro.

 

“Se fosse realmente nuovo debito, sarebbe comprensibile. Purtroppo lo Stato è già indebitato per cifre importanti da anni ormai, ma il problema è che si sono assunti impegni senza ottenere liquidità né pianificare efficacemente il modo per ripagarli. Ci siamo nascosti dietro al dito, in pratica, ma ora questi nodi sono venuti al pettine e dobbiamo intervenire. In aggiunta a questo è poi arrivata l’emergenza Covid-19 che, come in tutti i Paesi, ha reso necessaria liquidità aggiuntiva che purtroppo il sistema interno non è in grado di fornire totalmente. Anche per questo, fin dall’inizio della legislatura, abbiamo ipotizzato di ricercarla all’esterno, attraverso i mercati internazionali o i canali istituzionali. La priorità è quindi la liquidità, ma l’obiettivo finale resta quello di pianificare meglio l’indebitamento e renderlo sostenibile nel tempo, inserendo San Marino in un percorso virtuoso simile a quello di tanti altri Paesi e alle imprese, dove le risorse ottenute vengono impiegate e sfruttate al fine di pagare quel debito nel tempo. Non a caso, nella cifra inserita in questo assestamento, ben 150 milioni di euro serviranno a convertire il debito attuale tutto interno in liquidità reperita da prestatori esteri: anche questa era un’operazione necessaria, che, però, non è stata fatta”.

 

In parallelo c’è il sistema bancario e in particolare la questione NPL: una volta definita la nuova mission, quali sono i passi successivi all’iniziativa prevista nel progetto di legge sulla Banca Nazionale Sammarinese?

 

“Questa, come detto, è l’altra priorità su cui stiamo intervenendo. Nello specifico, con il progetto di Legge in oggetto, lo Stato subentrerà al posto di Banca Centrale nella proprietà di BNS, che cesserà l’attività di banca. Con apposito Decreto Delegato, verrà convertita in una società di servizi, e la gestione dei crediti sarà esternalizzata in una società appositamente costituita. Questa nuova società sarà il soggetto di sistema per accentrare la gestione dei crediti bancari non performanti. BNS una volta che avrà saldato le obbligazioni emesse andrà in liquidazione. L’intero progetto che abbiamo già presentato affinché sia condiviso anche con l’Associazione Bancaria Sammarinese e le parti sociali economiche e politiche del Paese si pone l’obiettivo di far confluire nella nuova società la gestione degli NPL delle banche così che sia garantita una economicità di gestione e la trasformazioni di attivi oggi infruttiferi in liquidità per le stesse banche. Si avanzerà pertanto a step a partire dal Decreto Delegato sulla mission di BNS e sui progetti di legge per la cartolarizzazione e la procedura civile delle riscossioni; proposte normative che andremo a presentare a breve. L’obiettivo finale è di rafforzare la liquidità del sistema bancario, che potrà così essere maggiormente al servizio e supporto di imprese e cittadini”.

 

Tanti progetti, quindi, con un impatto enorme sul sistema e la sua economia, che necessitano di una condivisione e coesione anche fuori dalla compagine di Governo: quanto e come coinvolgerete le parti sociali ed economiche in questo percorso?

 

“E’ fondamentale che tutti facciano la loro parte e per farlo al meglio devono essere tutti coinvolti. Sul piano complessivo e gli interventi che lo compongono ci confronteremo con le parti sociali, economiche e politiche tutte perché siamo consapevoli di avere di fronte una sfida enorme, che dobbiamo assolutamente vincere come Paese. C’è la parte pubblica, con la ristrutturazione della P.A. perché sia più efficiente: devono ridursi i costi, ma con la consapevolezza che i servizi devono essere garantiti e di qualità per essere Stato che attrae investimenti. La nostra P.A. deve essere fattore competitivo o, come per la sanità ad esempio, anche in grado di essere un progetto economico pertanto capace di generare entrate e non essere solo un centro di costo. Infine c’è la parte privata, che deve mettersi in discussione per poter competere con la concorrenza su base ormai mondiale. Le imprese devono poter lavorare in un ambiente competitivo e moderno che permetta alle stesse di generare utili e pagare eque imposte che sono la fonte non solo per pagare il debito nel tempo ma anche per garantire i servizi ai cittadini e investire nelle infrastrutture pubbliche; insomma un sistema capace di essere attrattivo per sempre maggiori nuove imprese e nuovi investimenti. Se tutti noi faremo la propria parte, sono convinto che San Marino avrà grandi chance per il futuro”.

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