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CSdL: “Di fronte al blitz sul bilancio di assestamento pronti alla mobilitazione”

da Redazione

SAN MARINO – La CSdL rilancia la richiesta di parità di trattamento tra lavoratori di tutti i settori nelle misure previste dal Decreto 96. Il paese deve ripartire dall’equità. Forte appello alla Magistratura perché faccia giustizia rispetto ai responsabili dei dissesti bancari.

BILANCIO DI ASSESTAMENTO – “La democrazia non si sospende con la pandemia: prima di creare nuovo debito per lo Stato, occorre coinvolgere e ricercare il consenso delle parti sociali e dei cittadini. E contestualmente è necessario accertare tutte le responsabilità del dissesto delle banche e recuperare tutte le risorse possibili, intervenendo anche sui patrimoni di chi ha ricevuto prestiti ingenti senza offrire garanzie.” Al contempo va rilanciato il tema centrale dell’equità fiscale e sociale, che nel dibattito politico tra i partiti è del tutto assente, e occorre riportare a San Marino i capitali all’estero dei sammarinesi, sia quelli dichiarati che quelli nascosti; questo rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per l’intero paese, che avrebbe a disposizione una riserva di liquidità importante, che potrebbe diminuire le necessità di ulteriore indebitamento. “E sul blitz che la maggioranza vuole portare avanti sul bilancio di assestamento, stiamo valutando iniziative di mobilitazione, nel rispetto delle regole sul distanziamento sociale.”

“Dopo averlo già portato in prima lettura consigliare, il Governo ha fretta di approvare il bilancio di assestamento entro il mese di giugno, e nel frattempo il confronto tra le due letture consigliari sarà solo di facciata”, ha rimarcato il Direttivo CSdL. Con 500 milioni in prodotti finanziari ad un tasso del 4%, lo Stato dovrà accollarsi un debito in interessi di 20 milioni all’anno, oltre al ripagamento del debito stesso. Si tratta di un’altra insopportabile stangata per il bilancio dello Stato, attraverso una decisone presa dal Congresso di Stato sfruttando questo periodo di forte limitazione della democrazia.

“Chi in questa maggioranza di Governo nei mesi scorsi, prima di assumere la guida del paese, millantava di avere ricucito rapporti con l’Italia e altri paesi, dai quali sarebbero potute scaturire linee di credito, evidentemente stava bleffando”, ha rimarcato il Segretario Generale Giuliano Tamagnini. Alla fine il Governo vuole ricorrere all’emissione di titoli del debito pubblico sul mercato finanziario internazionale, con il rischio di ritrovarci con un unico acquirente che alla fine potrebbe condizionare pesantemente dall’esterno la vita del paese.

Fatto altrettanto grave, è che manca un progetto su come investire queste risorse, che necessariamente vanno destinate ai lavoratori, al sostegno alle famiglie e alle imprese per il rilancio dell’occupazione e dell’economia colpita gravemente dagli effetti della pandemia da Covid 19. Non sarebbe accettabile, infatti, che le risorse venissero usate prevalentemente per coprire le enormi perdite del sistema bancario, per le quali si è formata la quasi totalità del debito dello Stato, che già oggi ammonta alla cifra enorme di un miliardo e quattrocento milioni. Al contempo è necessario un progetto, anch’esso del tutto assente, per definire come reperire le risorse per far fronte al nuovo debito pubblico e a quello precedente.

APPELLO ALLA MAGISTRATURA – Il Direttivo CSdL ha lanciato un forte appello alla Magistratura sammarinese, la cui attività è stata interrotta nel periodo della emergenza sanitaria. “Le responsabilità di chi ha portato il paese sull’orlo del precipizio vanno accertate e perseguite”. Che fine ha fatto il processo Mazzini? E il procedimento giudiziario sulle vicenda di Banca CIS?

La CSdL chiede al Tribunale di accelerare fortemente le indagini in corso per accertare le responsabilità penali e civili dei dissesti bancari, giungendo al più presto ai rinvii a giudizio dei responsabili. È una necessità di trasparenza e di giustizia che lo Stato e la Magistratura devono assicurare a tutti i cittadini: è ora che inizino i sequestri a carico dei responsabili, e che lo Stato rientri in possesso delle risorse che ha messo nel sistema bancario, riducendo il più possibile le necessità di indebitamento, che continua ad essere addossato sulle spalle della cittadinanza.

DECRETO 96, NECESSARIA LA PARITÀ DI TRATTAMENTO TRA TUTTI I LAVORATORI! – Il Decreto n. 96, varato la scorsa domenica pomeriggio, è l’ennesimo provvedimento assunto unilateralmente dal Governo senza il benché minimo confronto col sindacato. Fin dalla sua emanazione la CSdL ha messo in luce la necessità di realizzare una maggiore uniformità di trattamento tra lavoratori di tutti i settori, del pubblico e del privato, estendo a tutti senza distinzioni le misure adottate.

A queste proposito, nella giornata di ieri è stata inviata una missiva al Governo con una serie di pressanti richieste della CSU. Tra queste, il diritto di assentarsi dal lavoro per accudire i figli con il diritto a percepire un’indennità, che va esteso ai lavoratori di tutti i comparti privati, e l’incremento del reddito minimo a 700 euro mensili per chi non lavora, anche per i dipendenti del privato.

PROPOSTA DI PATRIMONIALE – “Ho detto fin dall’inizio della pandemia che gli unici a cui sono stati chiesti sacrifici sono stati i lavoratori e i pensionati, mentre ai ricchi non è stato chiesto nulla”, ha ricordato il Segretario Tamagnini, riferendosi alle misure inique e parziali assunte dal Governo. Il Direttivo CSdL rilancia quindi la richiesta di una imposta patrimoniale che vada a tassare a le concentrazione di beni immobili e finanziari, escludendo i cittadini comuni e i beni primari come la prima casa. L’equità deve essere l’asse sul quale il paese deve ripartire per risollevarsi dal colpo durissimo inferto dalla emergenza sanitaria.

EMERGENZA FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ – La pandemia ha aumentato il numero dei cittadini che non riescono nemmeno a fare la spesa, come dimostra il grido d’allarme lanciato dalla Caritas, e lo Stato ha il dovere di farsene carico. Pertanto, la CSdL rinnova l’appello a modificare i termini per il reddito minimo garantito – da cui finora troppe persone sono state escluse – affinché sia accessibile a tutti i cittadini e famiglie in difficoltà.

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