Home FixingFixing “Scuola & Impresa”: la Costituzione unì tutti e oggi è motivo d’orgoglio

“Scuola & Impresa”: la Costituzione unì tutti e oggi è motivo d’orgoglio

da Redazione

Voglia di ricominciare e rottura col passato fatto di guerra e dittatura. L’analisi di Aurora Guerra, classe V B del Liceo Economico Aziendale.

Aurora Guerra 1 scelta

 

di Aurora Guerra

 

La penisola italiana sta vivendo un periodo molto difficile a causa dell’attuale crisi sanitaria, dovuta al virus COVID-19 e di conseguenza dovrà fronteggiare una recessione economica.

Il presidente della Repubblica, Mattarella, in uno dei suoi ultimi discorsi, ha detto che: “oggi come allora, al termine di quegli anni terribili, segnati dalla dittatura e dalla guerra, l’unità del popolo italiano consentì la rinascita morale, civile, economica, sociale della nostra Nazione”.

Egli si riferiva al 1946 quando, in Italia, fu indetto il primo Referendum Costituzionale a suffragio universale in cui, per la prima volta, venne chiesto ai cittadini di partecipare direttamente alla vita politica della nazione ed esercitare il diritto e il dovere di esprimere un parere, riguardo ad una materia che li avrebbe toccati in prima persona.

Fu l’unità dei partiti politici dell’epoca, i quali dovettero trovare dei compromessi fra le diverse visioni politiche, che rese possibile l’emanazione della Costituzione Italiana, entrata in vigore il 1° gennaio 1948.

La sua nascita fu dovuta principalmente alla necessità dei cittadini italiani di ricominciare, ovvero di rompere con un passato tormentato da guerre e dittature per realizzare una nazione democratica, fondata sul lavoro, in cui il popolo aveva diritto ad esercitare la sovranità. La Costituzione Italiana è quindi uno dei tanti motivi per cui i cittadini devono essere fieri del proprio paese in quanto, all’interno di essa, lo Stato riconosce e garantisce tutti i principi, i diritti e i doveri fondamentali, presenti già nella natura dell’uomo. Inoltre, egli si fa garante, agisce nei confronti dei più deboli, per dare a tutti le stesse opportunità, confermando in questo modo non solo l’uguaglianza formale ma anche quella sostanziale.

Nell’art. 5 viene sancita l’indivisibilità della Repubblica. Esso è un principio che, nell’ultimo periodo, è ricordato spesso anche dal presidente Mattarella, perché sarà l’unità del popolo l’unico mezzo per risollevare l’Italia.

Nel 1946 le differenze tra Nord e Sud vennero considerate ampie ma non abbastanza, e quindi si decise di lasciare alle autonomie locali determinate competenze, sempre tenendo conto però dello stato unitario.

La Repubblica Italiana non è solo basata sulla democrazia ma anche sul principio lavorista. Essa, quindi, promuove tutte le condizioni, affinché i cittadini possano dare un contributo di sviluppo e ricchezza alla società.

Sono infatti i cittadini che si rendono responsabili e si attivano con l’esercizio dei doveri che la Carta richiama, come scrive l’avvocato sammarinese, Luigi Lonfernini: “Il dovere di essere fedele alle leggi e di garantirne la difesa dei valori e delle tradizioni sui quali si fonda lo Stato democratico; il dovere di ogni cittadino di usufruire attivamente degli strumenti che lo Stato mette a disposizione per la sua formazione culturale.”

La sovranità del popolo è quindi un principio cardine, non solo nella vicina Repubblica, ma anche a San Marino. Esso è sancito all’interno della Dichiarazione dei Diritti dei Cittadini e dei Principi Fondamentali della Repubblica, che ha avuto un iter di emanazione molto diverso da quello della Costituzione Italiana. Infatti, San Marino, al contrario dell’Italia, non aveva la necessità di rompere con il passato ma anzi, di celebralo, in quanto detenente di un sistema legislativo già avanzato, che si tramanda dagli statuti del 1600.

In seguito alle considerazioni avanzate dalla Commissione Astuti, si ritenne necessario solo ricogliere in una Carta i principi fondamentali ed irriformabili, come il numero dei Consiglieri all’interno del Consiglio Grande e Generale.

La Dichiarazione è molto breve e per risolvere questo problema di sinteticità si è deciso nel 2002 di integrarla con i diritti e le libertà dell’uomo, presenti all’interno della Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

Le Carte Costituzionali sono quindi le fondamenta per garantire un sistema democratico, in cui i valori della solidarietà interna ed esterna sono sviluppati in maniera ampia e tutti i cittadini sono tutelati ma anche resi partecipi della vita delle Istituzioni pubbliche: ciò assicura uno sviluppo ordinato e proficuo di una comunità.

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