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Bilancio di assestamento, CSU: “È indispensabile il confronto”

da Redazione

SAN MARINO – “Non accettiamo un bilancio di assestamento che va ad aggravare pesantemente il debito dello Stato e a fare scelte decisive sul sistema bancario, senza che sia stato avviato un approfondito confronto preventivo. Dobbiamo constatare che da parte di Governo e maggioranza non è stato avviato alcun confronto preliminare, almeno fino a quando la CSU ha inviato una richiesta di incontro formale.”

È il messaggio forte che la CSU ha ribadito nell’incontro di ieri con i rappresentanti delle forze di maggioranza al Kursaal, durante i lavori della nuova sessione del Consiglio Grande e Generale, dopo che lo stesso concetto era stato espresso nel precedente incontro con il Segretario per le Finanze e con i rappresentanti delle forze di opposizione. Siamo alle solite, ha puntualizzato la CSU; anche in questo caso si è voluto confinare il confronto con le parti sociali nel ristrettissimo spazio che intercorrerà tra la prima e la seconda lettura consigliare.

“L’esperienza ci insegna che una volta che un provvedimento è andato in prima lettura ha già una sua impostazione di massima, che poi è molto difficile cambiare. Il confronto successivo risulta spesso svilito, dando origine in molte occasioni a qualche emendamento dell’ultim’ora che apporta modifiche marginali.”

L’insoddisfazione del sindacato unitario per il metodo e per i contenuti del bilancio di assestamento è profonda, tanto più verso un Governo che aveva promesso una discontinuità nel metodo rispetto agli esecutivi precedenti; una promessa di discontinuità che, con questo primo atto politico della sua gestione (visto che finora per lo più ha dovuto far fronte all’emergenza Covid-19), non ha di fatto, al momento, mantenuto.

I dirigenti sindacali hanno ribadito che si ha la forte sensazione che il Governo, forse approfittando dell’emergenza sanitaria e della conseguente limitazione delle normali prassi democratiche, stia accelerando nella emanazione di norme che invece necessitano di un ampio e approfondito confronto. “Si torni quanto prima al normale confronto ed al rispetto delle parti sociali”, ha insistito la CSU. “Scelte così forti e vincolanti per il nostro Stato si possono compiere solo con un confronto molto ampio e con la più ampia condivisione da parte di tutto il Paese.”

L’esigenza urgente di reperire liquidità a supporto delle casse dello Stato Bilancio del Paese non giustifica un atto unilaterale come questo bilancio di assestamento, che prevede un ulteriore indebitamento fino a 500 milioni di euro (articolo 3), con un appesantimento dell’equilibrio di Bilancio derivante dalla quota annuale degli interessi che lo Stato dovrà pagare sui titoli del debito pubblico: auspichiamo che i tassi applicati non siano penalizzanti, visto il recente abbassamento del Rating di San Marino.

Sarebbe forse opportuno approfondire la possibilità che, ad una emissione di titoli destinata al mercato internazionale, venga affiancata anche una emissione riservata alla sottoscrizione interna, dando la possibilità ai cittadini che lo desiderano, di dare un concreto aiuto al proprio Paese.

Prima di decidere di ricorrere al mercato finanziario internazionale, con tutte le incertezze che ciò comporta, va percorsa fino in fondo la possibilità di accedere a forme di finanziamento da parte di soggetti istituzionali, in primis rivolgendosi all’Italia e all’Unione Europea.

Lo Stato deve già fare i conti con un debito pubblico rilevante, cresciuto fortemente negli ultimi anni a seguito dei ripetuti dissesti – sinora senza responsabili – del settore bancario. “E’ oltremodo difficile spiegare alla cittadinanza che il debito si incrementerà ulteriormente senza aver individuato con tempestività e certezza i responsabili dei fallimenti bancari e portate a termine le azioni di responsabilità verso chi ha causato il dissesto del Paese. È la domanda che la CSU ha posto agli interlocutori dei partiti di maggioranza.

“Il ‘virus’ del dissesto bancario c’era, purtroppo, ben prima del Covid 19”, ha puntualizzato la CSU. E’ amaro constatare che tra coloro che hanno prodotto gli NPL ci sono dei veri e propri “professionisti del fallimento” e non solo famiglie in difficoltà o aziende che hanno subito crisi di mercato; questi ultimi sono solo una piccola parte.

“I tempi stringono, il termine della fase di risoluzione di BNS (ex Banca CIS) è ormai vicino, la prescrizione avanza inesorabilmente”: per la CSU è indispensabile che il Tribunale acceleri fortemente sulle inchieste in corso e si arrivi quanto prima alla definizione delle responsabilità penali e civili dei dissesti e si giunga, finalmente, ai rinvii a giudizio dei responsabili. Non dimentichiamoci che la larga parte dei crediti non performanti (NPL) pare sia stata originata da una gestione dei finanziamenti fuori da ogni regola, con persone fisiche o società che hanno ricevuto prestiti senza offrire garanzie. È una necessità di trasparenza e di giustizia che dobbiamo verso tutti i cittadini: è ora che inizino i sequestri a carico dei responsabili, è giunto il momento che lo Stato inizi a rientrare in possesso delle risorse che ha messo nel sistema bancario.”

“Solo poche settimane fa – ha ricordato la CSU – abbiamo svolto un incontro in cui si è abbozzato un primo confronto finalizzato alla “mission” di BNS ed alle possibili strategie e soluzioni che riguarderanno gli NPL: un primo passo per trovare soluzioni condivise. Invece nel Bilancio di assestamento si rilevano articoli che riguardano Cassa di Risparmio, con la cartolarizzazione degli attivi patrimoniali, e BNS, con il passaggio allo Stato delle azioni ora detenute da Banca Centrale. Anche su questi punti, di rilevante importanza, non c’è stata la necessaria chiarezza né sono stati fatti gli opportuni approfondimenti.”

La necessità di promuovere il rientro dei capitali detenuti all’estero, più volte sollevata dalla CSU, è stata condivisa in particolare da un rappresentante dei partiti di maggioranza. Gli stessi esponenti dei partiti di governo, nei loro interventi in sostanza hanno tentato di “ridimensionare” l’impatto delle misure del bilancio di assestamento, con particolare riferimento all’articolo 3, sostenendo che si tratta di una “intelaiatura” di partenza che necessita di scelte successive, rimandando il tutto a future occasioni di confronto.

La CSU, da parte sua, ha concluso anticipando che, se non si attiverà il necessario confronto e se da questo bilancio usciranno scelte non condivise, verranno valutate nuove modalità di protesta e coinvolgimento dei lavoratori e dei cittadini, sempre nel rispetto delle necessarie misure di sicurezza.

Infine, la CSU ha rivolto un ulteriore accorato appello affinché venga sostanzialmente modificato il “reddito minimo garantito”, per renderlo accessibile a tantissime famiglie e cittadini, al momento escluse da questo intervento, che hanno difficoltà perfino a fare la spesa quotidiana. È indispensabile intervenire subito, non c’è più tempo da perdere.

 

CSU

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