Nel frattempo, le parti in causa, datori di lavoro e sindacati, potranno iniziare a ragionare su quali tavoli di contrattazione aprire.
di Daniele Bartolucci
Con la presa d’atto dei due candidati indicati dalle organizzazioni sindacali e datoriali, il Consiglio Grande e Generale ha finalmente rinnovato il Comitato Garante per la contrattazione collettiva e la rappresentatività delle organizzazioni sindacali e delle associazioni datoriali, nominando Enrica Zenato e Luciano Angelini.
Finalmente perché il mandato del Comitato (compreso quello del Presidente) era scaduto l’anno scorso e già a fine agosto le organizzazioni sociali e datoriali avevano espresso i loro nominativi. Va detto che nel frattempo c’è stata la crisi di Governo e le nuove elezioni, ma lo stallo che si è venuto a creare si riflette anche sulla contrattazione collettiva, perché non è possibile senza il Comitato Garante pienamente operativo arrivare ai nuovi contratti. E alcuni, come noto, sono in attesa da anni di un rinnovo perché scaduti, nonostante siano settori strategici per il Paese come il contratto del Pubblico impiego (da cui dipenderà anche buona parte della Spending Review) e quello del settore bancario (che necessita di un aggiornamento puntuale per riallinearsi ad un contesto economico profondamente cambiato negli ultimi dieci anni). Va anche detto che oltre ai “due esperti di diritto del lavoro e relazioni industriali, uno indicato dalle organizzazioni sindacali, l’altro dalle associazioni datoriali della cui designazione il Consiglio Grande e Generale prende atto” (art. 28, comma 2, lettera b) della Legge 9 maggio 2016 n.59 – meglio conosciuta come Legge della Rappresentatività), serve anche un Presidente del Comitato Garante (il precedente e finora primo e unico, è stato l’Avvocato Alessandro Bugli, nella foto). Una volta individuato il candidato (o i candidati), occorrerà comunque nominarlo e solo allora il Comitato sarà di nuovo pienamente operativo. Nel frattempo, le parti in causa, datori di lavoro e sindacati, potranno iniziare a ragionare su quali tavoli di contrattazione aprire, essendo ormai arrivata, come si usa dire a San Marino, la “stagione dei rinnovi contrattuali”, anche perché, a parte quello del settore Industria firmato da ANIS e CSU e quello dell’Artigianato tra UNAS e CSU, sono tutti scaduti da tempo anche gli altri contratti, non solo quelli citati di Pubblico impiego e bancari. Passata l’emergenza virus si vedrà se partirà una nuova “stagione”.