Home categorieComunicati Stampa Confesercenti lancia petizione per la riapertura di commercio, mercati e attività turistiche

Confesercenti lancia petizione per la riapertura di commercio, mercati e attività turistiche

da Redazione

“Riapriamo l’Italia in sicurezza” è il titolo della petizione appena lanciata su Change.org da Confesercenti Emilia-Romagna per chiedere al presidente del Consiglio Giuseppe Conte la riapertura programmata delle micro, piccole e medie imprese del commercio, del turismo, dei pubblici esercizi e dei servizi. La petizione ha raccolto un centinaio di firme già nelle prima ora di messa online. “Da oltre due mesi – spiega il presidente provinciale di Confesercenti Rimini, Fabrizio Vagnini, rilanciando l’appello degli imprenditori dei diversi settori – abbiamo imparato a convivere con un’emergenza a cui non eravamo preparati. Ci siamo organizzati, affrontato con disciplina e senso di responsabilità la limitazione della nostra libertà e la chiusura delle nostre attività e del nostro lavoro. Il prolungamento di questa situazione crea ansia, paura e preoccupazione per il destino di tante famiglie. Quello che è stato perso dalle nostre attività non verrà più recuperato mentre i costi non si sono mai fermati e tanti incentivi promessi non sono arrivati se non costringendo le nostre imprese a indebitarsi ulteriormente”. “Prolungando la chiusura oltre il 4 maggio molte delle nostre imprese e attività potrebbero chiudere definitivamente. Negozi, bar, ristoranti, tutte le attività turistiche, mercati, piccole attività artigiane sono pronte a riaprire in assoluta sicurezza, rispettando i protocolli concordati e concordandone di nuovi se necessario. Con la petizione chiediamo al presidente Conte di poter riaprire e tornare ad essere padroni del nostro destino”. Confesercenti accompagna l’appello al presidente Conte alle richieste già avanzate per ottenere interventi urgenti per dare liquidità immediata alle imprese, per cancellare e ridurre le imposte nazio­nali e locali, per recuperare il fatturato perso e dare contributi a fondo perduto per finanziare la riapertura.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento