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La battaglia al Coronavirus diventa “digitale” con le app

da Redazione

Davide Casadei Valentini (Kreosoft): “Tutto più veloce, ma con un metodo certificato e sicuro”. “IMMUNI anche per San Marino? Solo nell’emergenza: poi servirà una scelta indipendente”.

app kreosoft

 

di Daniele Bartolucci

 

La battaglia al coronavirus diventa “digitale”. Come tutti i paesi stanno ormai spiegando da giorni, nella sempre più vicina Fase 2, ma anche nella Fase 3 fino all’arrivo di un vaccino efficace, sarà essenziale riuscire a contenere il contagio e monitorare la diffusione del virus. Da qui nasce l’idea di APP di tracciamento per apparati mobile. I grandi player tecnologici si preparano a scendere in campo con soluzioni che sfruttano le ultime novità disponibili e fanno leva sul senso civico dei cittadini. Apple e Google, nonostante le rivalità commerciali, si sono accordati per uno strumento unico di tracciamento che li accomuna in una possibile strategia. Il governo italiano, in collaborazione con l’azienda Bending Spoons, sta valutando tale soluzione.

Ma come funziona e, soprattutto, arriverà anche a San Marino questo strumento?

Lo abbiamo chiesto a Davide Casadei Valentini, Amministratore Delegato di Kreosoft, azienda sammarinese specializzata in soluzioni digitali per aziende.

 

Perché si parla di “battaglia digitale”?

 

“In tempi di pandemia e in assenza di vaccino, la sfida al Coronavirus consiste nel circoscrivere gli infetti accertati nel minor tempo. Ciò è unicamente possibile mettendo immediatamente in quarantena le persone che sono state a contatto con i contagiati. Attualmente tale indagine viene svolta mediante interviste con i diretti interessati, eppure un’applicazione mobile di tracciamento renderebbe questi accertamenti più rapidi e completi.”

 

Ne esistono già?

 

“Sì, ma le APP di tracciamento utilizzate in quest’ultimo periodo da alcuni Paesi asiatici sono sistemi di sorveglianza di massa, che in alcuni aspetti non rispettano le norme occidentali a garanzia della tutela della privacy”.

 

Il problema sembra essere emerso anche in Europa.

 

“Per rendere il sistema di tracciamento anonimo e impossibile da collegare ai singoli individui, la collaborazione fra i colossi Apple e Google ha di recente portato all’ideazione di nuovi strumenti per soluzioni efficaci, in linea con le norme europee. Il sistema proposto prevede la realizzazione di un processo di codifica, a bordo degli smartphone, sicuro ed affidabile, che i singoli sviluppatori di applicazioni mobile potranno, d’ora in poi, integrare nella creazione dei loro progetti.”

 

Tra quanto tempo, concretamente, potrebbe essere disponibile?

 

“L’integrazione di queste nuove funzioni è prevista per maggio 2020, direttamente nei sistemi operativi delle due aziende leader. Ciò significa che, effettuando l’aggiornamento del proprio device, si contribuirà a creare la rete di contatti necessaria al sistema di tracciamento. L’upgrade renderà infatti possibile tracciare i contatti anche precedenti all’installazione della APP specifica. Dunque, nel caso si rendesse necessario, sarà possibile estrarre gli elenchi completi delle interazioni della persona infetta da ogni device. Naturalmente tutto avverrà su base volontaria: per i dispositivi mobile Apple è probabile che venga aggiunta un’impostazione all’interno del pannello di controllo o nell’APP Salute, mentre per i dispositivi Android ci sarà quasi sicuramente un’applicazione che permetterà di abilitare o disabilitare l’opzione. La nuova tecnologia cloud, tramite richiesta di autorizzazione, permetterà così l’invio all’organo di controllo dei dati di tracciamento di chi è stato sottoposto a tampone ed è risultato positivo.”

 

Resta però il dubbio sulla sicurezza informatica, giusto?

 

“La gestione e la sicurezza del server di raccolta dei dati è un punto ancora tutto da chiarire. Lo strumento messo a disposizione da Apple e Google per realizzare le APP ha il grande vantaggio di far parlare tutti i device con un linguaggio comune di tracciamento anonimo, ma se il server dell’organo di controllo di uno Stato o di una Regione non scambierà i propri dati con quelli delle zone limitrofe o sceglierà un sistema di codifica indipendente, non sarà possibile tracciare gli utenti che viaggiano. Premesso dunque che è preferibile un sistema comune, va però anche adottato un metodo di codifica internazionale certificato e sicuro”.

 

Il dibattito in Italia a cui assistiamo in questi giorni è frutto di questo processo?

 

“L’Italia, dopo l’annuncio della scelta dell’azienda Bending Spoons per la realizzazione del sistema di tracciamento, ha subito messo in discussione il metodo utilizzato dall’applicazione “IMMUNI”, selezionata da tale software house, proprio per la destinazione e sicurezza dei dati inviati dagli smartphone. Le posizioni che si stanno contrapponendo sono sostanzialmente due: da una parte si potrebbe modificare IMMUNI per integrare l’imminente sistema delle due aziende leader del settore mobile a livello globale. Oppure, si potrebbe continuare con un sistema di generazione chiavi esclusivo per l’APP italiana”.

 

Quali sarebbero le diverse conseguenze?

 

“La prima ipotesi renderebbe IMMUNI compatibile con tutti i paesi che adotteranno il medesimo standard di tracciamento, ma richiederebbe di affidarsi alle garanzie di sicurezza di Apple e Google. La seconda ipotesi, che prevede un ‘tracciamento di stato’, anche se escluderebbe qualsiasi forma di sfruttamento dei dati da parte dei giganti del web, renderebbe molto complicato l’interscambio delle chiavi anonime delle persone infette con gli stati esteri. Questo è dunque il nodo principale sui cui si sta articolando il dibattito politico, non solo in Italia, ma nella maggior parte dei Paesi coinvolti.”

 

Anche a San Marino?

 

“Il nostro Paese, essendo quotidianamente frequentato da lavoratori italiani, potrebbe scegliere di sposare le stesse strategie della vicina Italia. Se oltreconfine si arriverà alla decisione di adottare IMMUNI, questa sarà sicuramente anche per San Marino la scelta più efficace nel breve periodo. Tuttavia, usciti dall’emergenza, se l’APP di tracciamento dovesse divenire un servizio di prevenzione indispensabile per tutti i paesi, vista la delicatezza dei dati presenti in ogni device, si potrebbero valutare anche strade alternative più indipendenti e personalizzate”.

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