Home FixingFixing Il Monte Titano scende al grado di “non investimento”

Il Monte Titano scende al grado di “non investimento”

da Redazione

L’agenzia di rating Fitch ha declassato San Marino da BBB- a BB+. Sul Paese pesa il Covid-19. I commenti di Zamagni, Friedman e Gatti.

Fitch big

 

di Alessandro Carli

 

Una delle Tre Sorelle – l’agenzia Fitch – ha declassato la Repubblica di San Marino. Da novembre 2019 ad aprile 2020 il Monte Titano è passato dall’ultima posizione positiva “Grado d’Investimento” alla prima di “Grado di non investimento”. Il rating a lungo termine si è quindi contratto, scendendo dal BBB- (che corrisponde ad “Adeguate capacità di rispettare gli obblighi finanziari. Tuttavia, condizioni economiche avverse o cambiamenti delle circostanze sono più facilmente associabili ad una minore capacità di adempire agli obblighi finanziari assunti”) a BB+ di aprile (“Meno vulnerabili nel breve periodo, rispetto ad obbligati con rating inferiore. Tuttavia, il dover fronteggiare condizioni di incertezza economica, finanziaria, amministrativa potrebbe interferire con le capacità di soddisfacimento degli obblighi assunti”).

Al di là delle tempistiche – in piena pandemia pubblicare un report così sensibile ci lascia più di qualche dubbio sulle ripercussioni che può avere -, i numeri snocciolati da Fitch sono abbastanza severi: “Le finanze pubbliche peggioreranno significativamente nel periodo 2020-2021 alla luce dell’impatto significativo della pandemia di COVID-19 sull’economia e delle misure di sostegno del governo. Il governo intende adottare tra i 150 e i 200 milioni di euro (11-14% del PIL) in misure a sostegno delle imprese e delle famiglie durante la crisi, ma non sono ancora stati dettagliati”.

Il pacchetto di sostegno potrebbe aggravare il disavanzo pubblico dal 2,4% del PIL del 2019 al 24,4% nel 2020. Le previsioni sul disavanzo per il 2020 includono anche 11 punti di PIL in costi di ricapitalizzazione per le garanzie governative della Carisp. Il recupero della crescita del PIL e il restringimento del sostegno fiscale per l’economia nel 2021 dovrebbero comportare una riduzione del disavanzo fiscale al 15,9% del PIL. Secondo Fitch, il debito pubblico dovrebbe salire rapidamente dal 32,2% a fine 2019 all’87% del PIL entro la fine del 2022. Quest’anno, rimarca l’agenzia, a causa dell’impatto della pandemia di COVID-19 l’economia di San Marino passerà da un timido terreno positivo del 2019, circa l’1%, a un -9,5% nel 2020.

E mentre a San Marino RTV l’economista Stefano Zamagni ha detto che “la ragione fondamentale è che la struttura economica e finanziaria di San Marino è particolarmente debole; non è resiliente”, sempre alla televisione di Stato Alan Friedman ha commentato che il declassamento “è una brutta notizia perché significa meno fiducia nella situazione finanziaria della Repubblica”. Per Friedman il Titano ha “doti positive come la tassazione del 17% e la possibilità di far investire gli stranieri anche con acquisto di immobili” anche se il Paese “non è riuscito a comunicarlo”. “Ci vorrà una grande campagna internazionale – ha rimarcato a RTV – mirata alle élite finanziarie e politiche, prima in Europa e poi nel mondo, per spiegare le opportunità per gli investitori”.

Il Segretario di Stato Marco Gatti ha posto l’accento sugli aspetti positivi: “L’agenzia si attende una decisa ripresa nel 2021, con una crescita del 5,5%, guidata dal turismo regionale e dalle esportazioni manifatturiere. Il report inoltre ha evidenziato un buon punteggio negli indicatori di governance del paese, che riflette la lunga tradizione di San Marino nella stabile e pacifica transizione politica con un basso livello di corruzione. Ulteriori driver, in senso positivo, rilevati da Fitch in quest’ultimo report sono che BCSM abbia appoggiato le misure di sostegno alla liquidità fornita dal sistema bancario a famiglie e imprese, quali la moratoria sul rimborso dei mutui fino al 2021, introducendo altresì agevolazioni temporanee per sterilizzare gli effetti della volatilità dei mercati e prevedendo linee di credito di emergenza per le banche. È inoltre valutato positivamente il progresso nella produzione dei dati della bilancia dei pagamenti, anche se con alcune riserve circa la qualità dei dati tuttora in fase di implementazione”.

 

Fondo Monetario Internazionale: PIL mondiale giù al -3%


Il mondo è cambiato radicalmente nei tre mesi successivi all’ultimo aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, uscito a gennaio. FMI che nei giorni scorsi è tornato a ipotizzare gli scenari economici a breve periodo. E i risultati non sorprendono.

“La prospettiva economica mondiale – si legge nel report pubblicato sul sito ufficiale – prevede una crescita globale nel 2020 che scenderà al -3 per cento”.

Si tratta di un declassamento di 6,3 punti percentuali da gennaio 2020, una revisione importante in un periodo molto breve. “Ciò – rimarca il FMI – rende il Great Lockdown la peggiore recessione dalla Grande Depressione, e di gran lunga peggiore della crisi finanziaria globale”.

Il Prodotto Interno Lordo di Eurolandia diminuirà del 7,5% quest’anno per aumentare del 4,7% nel 2021. Quello dell’Italia potrebbe crollare a -9,1% per poi registrare un limitato rimbalzo nel 2021 a +4,8%”.

E gli altri Europaesi? Grecia a -10%, la Spagna è accreditata di un -8%, la Francia di un -7,2% e la Germania del -7%.

L’anno in corso vedrà, secondo gli economisti del Fondo, anche un forte aumento della disoccupazione, sia in Italia, dove salirà al 12,7% della forza lavoro (rispetto al 10% registrato nel 2019), sia nell’intera Eurozona dove passerà dal 7,7% al 10,4%.

La dinamica dovrebbe, o forse potrebbe, essere riassorbita l’anno prossimo con un tasso di disoccupazione stimato al 10,5% in Italia e all’8,9% nell’Eurozona.

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