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San Marino, Covid-19: non quando ma come ne usciremo

da Redazione

Le imprese oggi chiedono sostegno, ma domani garantiranno reddito, quindi è una richiesta legittima.

 

di Daniele Bartolucci

 

Il Coronavirus sta cambiando il mondo, ma quando ci libereremo di questi divieti, avrà cambiato profondamente anche noi stessi: le nostre abitudini, perché saremo tutti più attenti a lavarci le mani, a non andare a fare la spesa con l’auto 7 giorni su 7, a utilizzare Internet per comunicare a distanza anche quando non è necessario spostarsi. Ma saranno cambiate anche le nostre priorità: la salute e la famiglia ad esempio, che valore stanno riacquistando? E che valore avrà il lavoro, per chi l’avrà mantenuto, per chi l’avrà perso e per chi ne ha costruito uno nuovo? Ecco quindi che, al di là dell’emergenza sanitaria, che sta chiedendo un tributo tremendo alla comunità mondiale, diventa altrettanto urgente disegnare la nostra vita quando questa finirà. Non importa tanto il “quando”, anche perché nessuno può prevederlo, ma “come” ne usciremo. Come persone, certamente, ma anche come lavoratori e imprese. Ed è fondamentale che si inizi a pensarci ora, come invita la Presidente Neni Rossini e come sta facendo anche il collega Vincenzo Boccia in Italia: ci sarà una graduale ripresa dell’attività, ma sarà una “nuova normalità”. Di certo, non possiamo restare tutti fermi ancora a lungo. Per questo occorre prepararsi a tornare alle nostre cose, al nostro lavoro, ai nostri impegni quotidiani: ma come? Le imprese oggi chiedono sostegno, ma domani garantiranno reddito, quindi è una richiesta legittima. I lavoratori chiedono sicurezza, altra richiesta legittima. Ma tutti chiedono di poter lavorare, perché altrimenti nessuno avrà più le “proprie cose” a cui tornare, si tratti della corsetta nei parchi, della pesca o altro.

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