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Ascanio Celestini, #laculturanonsiferma il 28 e 29 marzo alle 21

da Redazione

BOLOGNA – Ascanio Celestini prende parte al cartellone #laculturanonsiferma, presentato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con ERT Fondazione.

L’attore, drammaturgo e regista romano legge il brano da lui scritto in questi giorni, Il camminatore, due vite ai tempi del contagio, sabato 28 marzo alle ore 21.00, e i tre testi Secondo Matteo, Bologna e Pinelli, domenica 29, sempre alle ore 21.00.

I video racconti, registrati da Celestini nella sua casa a Roma, andranno in onda su Lepida Tv (Canale 118 del digitale terrestre) e canale YouTube LepidaTV OnAir (https://www.youtube.com/user/lepidatv), sul portale EmiliaRomagnaCreativa (www.emiliaromagnacreativa.it) e su Facebook Cultura Emilia Romagna, e sul 5118 di Sky.

 

SABATO 28 MARZO ORE 21.00

Il camminatore

due vite ai tempi del contagio

Come è solito fare, Ascanio Celestini raccoglie storie dalla realtà che lo circonda, che entrano a far parte di un ingranaggio più ampio, lo scorrere quotidiano degli eventi, di cui anche la noia fa parte, come scrive lui stesso.

«Trovo che il lavoro degli antropologi sia straordinario. Partono e attraversano il mondo. Vivono anni tra gli indigeni di paesi che hanno nomi che da questa parte del pianeta non riusciamo a pronunciare. Ma quanto è lontano l’altrove? E sarà possibile tornare indietro?

Dunque gli antropologi ci pongono davanti a questo dilemma. Cercare l’altro in un altrove lontano o approfondire la sua conoscenza in noi stessi, nell’altrove che ci portiamo dentro.

In più di vent’anni io mi sono mosso pochissimo. Ho scelto questa seconda opportunità. Ho raccolto storie tra le persone della mia famiglia, del mondo al quale appartengo. Cercando di prendere delle piccole storie e giocarci come con un ingranaggio che funziona da sempre, ma nel quale finisce qualcosa di estraneo che lo fa incagliare. Così i due personaggi di questa piccola storia si sono relazionati per tutta la vita in maniera tale da incastrarsi perfettamente. Anche la noia fa parte del procedere quotidiano. Finché arriva il parassita del quale si parla alla televisione. Un estraneo non previsto. Non serve conoscere come va a finire. Basta intravedere il destino all’orizzonte.

Cos’è Covid-19?

Qual è stato il giorno nel quale ci siamo accorti che il parassita è entrato nei nostri discorsi? Ha sparecchiato la tavola delle prime pagine dei giornali, azzerato le polemiche. Nell’ordine del giorno è diventato il primo punto e successivamente l’unico. Dalla mattina alla sera è il centro di ogni discorso. Persino le trasmissioni televisive che parlano di cibo lo hanno messo al centro. I grandi cuochi, quelli che attraversano orizzontalmente tutto il panorama della comunicazione commerciale, ora stanno chiusi in casa a suggerirci piatti caserecci adatti alla quarantena.

Anche io sto chiuso in casa. Prendo i miei personaggi, quelli che abitano la borgata nella quale sono nato e vivo. Li incontro attorno al mio tavolo, li sento parlare in cuffia dalle registrazioni che ho fatto negli ultimi vent’anni. Lyda e il Camminatore mi pare che possano muoversi a poche centinaia di metri fuori dal Grande Raccordo Anulare. Tra i centri commerciali e il Policlinico dove una pizzeria a taglio diventa un presidio di umanità, il bar una sponda per chi gira senza meta e le lunghe camminate tra marciapiedi e strisce pedonali un atto di resistenza».

 

DOMENICA 29 MARZO ORE 21.00

Celestini regala al pubblico tre racconti che ripercorrono fatti di cronaca e storia italiana: parole che parlano di perdita e che danno vita a una profonda riflessione sull’oggi, sulla quotidianità che viviamo e che inevitabilmente non riusciamo a guardare con distacco.

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