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Rapporto 2020 sul mercato del Partenariato Pubblico e Privato nel Veneto

da Redazione

È stato presentato nell’aula magna dell’Università Iuav di Venezia il Rapporto 2020 sul Mercato del Partenariato Pubblico e Privato (PPP) nel Veneto, frutto di una collaborazione fra Cresme (Centro di Ricerche Economico Sociali del Mercato dell’edilizia) e l’infrastruttura IR.IDE del Dipartimento di eccellenza di Iuav, in particolare il centro studi Vault (Value Activators in Urban Landscape and Territory) dedicato alla produzione di valore nel territorio e nel paesaggio urbano.

Osservare, descrivere, interpretare: queste le azioni fondamentali dell’Osservatorio sul PPP del Veneto realizzato da Iuav/IR.IDE con Cresme, che consente ora di fare il punto sui temi strategici che il territorio Veneto ha privilegiato in termini di partnership pubblico privato negli anni 2002–2019. A questo scopo, l’Osservatorio ha costruito una banca dati, aggiornata quotidianamente dal 2009, che mette a disposizione del pubblico bandi e aggiudicazioni delle iniziative di PPP per opere e servizi pubblici nella regione.

Dai dati del Rapporto 2020, Il Veneto risulta essere la seconda regione italiana in termini di PPP, che occupa il 36% della realizzazione di opere pubbliche, per un valore di 11,9 miliardi di euro. Negli ultimi due anni si è registrata nella regione una forte crescita: gli importi complessivi sono passati da 752 milioni nel 2018 a oltre 2,5 miliardi nel 2019, anche grazie a iniziative di importo superiore a 50 milioni nei settori energia e rifiuti. Su 563 comuni, 458 (l’81%) hanno fatto ricorso almeno una volta al PPP.

Ma cosa si può fare con le varie forme di Partenariato Pubblico Privato?

Più o meno tutto: impianti sportivi, edilizia sociale e pubblica, arredo urbano, energia e telecomunicazioni, trasporti, edilizia sanitaria, parcheggi, ma anche erogazione di servizi.

Certo, “si tratta di sistemi e strumenti complessi – ha ricordato Carlo Magnani (responsabile scientifico dell’Infrastruttura IR.IDE) – con una percentuale di bandi non aggiudicati (12%), con tempi di realizzazione non immediati e un forte bisogno di governance, di competenze, di attente valutazioni del rischio. Ma potrebbero diventare un momento virtuoso del ciclo di trasformazione del territorio e delle realtà urbane e contribuire a una visione strategica della nostra realtà. La produzione di valore non è solo estrazione, ma riguarda altri fattori decisivi quali coesione sociale, qualità della vita, politiche del lavoro, in un’idea integrata di sviluppo territoriale. Produzione di valore e PPP dovrebbero dunque mettere al centro il benessere e la qualità della vita, che sono anche fra i principali elementi di attrattività e competitività di un territorio”.

Anche per l’assessore Massimiliano De Martin “le forme integrate di investimenti pubblici e privati possono innescare processi virtuosi di rigenerazione e trasformazione del territorio, di quella re-invenzione urbana che è trasformare tenendo presente la storia. È centrale il tema della sostenibilità, da intendersi soprattutto come principio etico che spinge a cercare le soluzioni migliori.”

“La sostenibilità è oggi un business – ha esordito Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme –, è il nuovo paradigma di riferimento nell’attuale scenario di urbanizzazione che ci fa dire che il XXI secolo è di nuovo il secolo delle città. Non si è mai costruito tanto come oggi. Il mercato delle opere pubbliche è diventato molto complesso, le forme di contratto si sono moltiplicate. Si sta affermando una nuova visione olistica del progetto di pianificazione e trasformazione del territorio, che tiene conto della capacità di lavoro, della qualità della vita, del progetto di futuro. È il ruolo dell’Università e della formazione è fondamentale”.

Per Laura Fregolent, delegata alla ricerca Iuav, l’Osservatorio è anche e soprattutto un servizio che l’Infrastruttura IR.IDE dell’Università Iuav di Venezia offre alla collettività: “Il Rapporto è il primo di una serie di report che l’Osservatorio metterà a disposizione della comunità, come impegno nei confronti del territorio, delle amministrazioni e delle imprese che potranno avvalersi del lavoro di ricerca di Iuav”.

“Sempre più si consolidano – nel commento del rettore Alberto Ferlenga – le relazioni tra l’Università, le istituzioni e le imprese finalmente impegnate, dopo un passato di incomunicabilità, in percorsi comuni e in un reciproco conoscersi e ri-conoscersi nelle reciproche competenze che – particolarmente nel caso di Iuav – nascono sia da specificità che da interdisciplinarietà”.

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