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San Marino, concorsi e selezioni: modifiche confermate

da Redazione

Il Consiglio Grande e Generale ha reiterato il D.D. nr 145 del 2019. Il provvedimento nasce dall’esigenza di dare strutture molto più semplici.

Chamber of the Grand and General Council of San Marino

 

Nella seduta del Consiglio Grande e Generale di metà gennaio è stato ratifica il Decreto Delegato n.145 del 2019, quello cioè che stabilisce una serie di “Modifiche delle norme in materia di concorsi e selezioni” tese a semplificare e rendere maggiormente celeri i procedimenti selettivi, ma anche di “valorizzare le esperienze formative, anche preventive, e l’aggiornamento professionale dei candidati nonché di regolare il reclutamento a tempo indeterminato di personale da inquadrarsi in profili di ruolo (PDR) sino al terzo grado”.

L’articolo 2, si legge nella relazione, introduce una rilevante modifica ai requisiti per l’ammissione a un concorso e a un rapporto di pubblico impiego prevedendo come possano accedere a tale rapporto i cittadini della Repubblica ed i residenti in territorio sammarinese superando per questi ultimi il previgente obbligo di possedere la cittadinanza di Paese nei confronti del quale esistano convenzioni che prevedano la condizione di reciprocità. L’articolo 3 contiene modifiche procedurali in linea con il disposto dell’articolo 7 di precisare la facoltà della Direzione Generale della Funzione Pubblica e del Dipartimento Funzione Pubblica di delegare ad altri uffici del Settore Pubblico Allargato preposti alla gestione del personale nel Settore Pubblico Allargato e ai Capi del Personale funzioni in materia di gestione dei procedimenti selettivi allo scopo sia di aumentare la capacità di gestione, anche simultanea, dei procedimenti sia di consentire la gestione diretta di concorsi e selezioni per particolari figure professionali e tecniche da parte degli Enti Pubblici ed Aziende Autonome di Stato. L’articolo 9 introduce, poi, una rilevante modifica del procedimento nell’ottica di semplificazione. Gli adempimenti preliminari relativi ai concorsi non verranno più effettuati dalla Commissione Giudicatrice, in capo alla quale permarrà unicamente la fase di valutazione delle prove e dei titoli dei candidati ammessi nonché di formazione della graduatoria e relazione finali, bensì dagli uffici amministrativi deputati alla gestione dei singoli bandi secondo quanto in questi ultimi indicato. In sostanza, la fase di ammissione, non ammissione o ammissione con riserva sarà effettuata da organo amministrativo distinto rispetto alla Commissione Giudicatrice, ferma restando la conferma della possibilità del Comitato Sindacale per le procedure di selezione di prendere parte a tale fase.

 

GLI INTERVENTI IN AULA

 

Per il Segretario di Stato Elena Tonnini “è un decreto che va ad attuare una serie di semplificazioni in materia di trasparenza per concorsi e selezioni. Con l’articolo 9 di questo decreto si va a spacchettare la procedura del concorso pubblico. Tutta la parte relativa all’ammissione viene svolta dagli uffici, ma è prevista la partecipazione dei sindacati. Si apre la possibilità di fare dei bandi in base al profilo di ruolo. Non si va ad indicare a priori dove si può eventualmente essere collocati. Spesso e volentieri si cercano figure trasversali alla pubblica amministrazione”.

Guerrino Zanotti (Libera): “Decreto che nasce dall’esigenza di dare strutture più semplici e semplificate e l’indicazione di norme più precise nell’espletamento dei bandi di concorso e selezione. La risposta va a toccare una serie di aspetti compresa la valutazione dei titoli di studio”.

Vladimiro Selva (Rf) ha invece detto che “un bando di concorso difficilmente seleziona una persona migliore adatta a ricoprire un determinato ruolo. E’ un modo che non sempre è in grado di dare il migliore risultato. Difficilmente nel settore privato si fanno dei bandi di concorso per assumere. Qua chi gestisce l’amministrazione gestisce i soldi di tutti. Ben vengano le norme e ben venga questo tipo di approccio. Non se la trasversalità sia tale da poter essere così facilmente applicata”.

Elena Tonnini ha replicato che “l’obiettivo è fare bandi che indichino una rosa di possibili candidati. Questo permette poi all’amministrazione all’interno di quella rosa di individuare la persona migliore per quel profilo. Uno degli emendamenti va proprio nella direzione di rendere ancora più attuativo questo principio”.

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