Home FixingFixing Quando il geniale Andy Warhol, padre della “Pop Art”, espose sul Titano…

Quando il geniale Andy Warhol, padre della “Pop Art”, espose sul Titano…

da Redazione

Negli anni Sessanta il celebre artista, su invito di Giulio Carlo Argan, portò una sua opera a San Marino. In attesa di “Mediterranea 19” ripercorriamo assieme a Rita Canarezza la storia delle Biennali del Monte.

Warhol 1963

 

di Alessandro Carli

 

La Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo è la più importante vetrina mediterranea della creatività giovanile che si svolge ogni due anni in una città diversa del Mediterraneo e approderà per la prima volta a San Marino: il Titano ospiterà la 19esima edizione, dal 22 ottobre 2020 al 28 febbraio 2021. “Mediterranea 19” si svolgerà in alcune istituzioni e luoghi pubblici della Repubblica: Cisterne del “Pianello”, Istituti Culturali di San Marino, Galleria Nazionale di San Marino, Teatro Titano, Prima Torre, Museo di Storia Naturale, Università Centro Studi Permanente sull’Emigrazione – Museo dell’Emigrante, Ambasciata Italiana, Torretta della Porta di San Francesco, ex Galleria Ferroviaria Il Montale, ex Galleria Ferroviaria di Borgo Maggiore e altri ancora. “School of Waters” – questo il titolo – è rivolta ad artisti, scrittori, ricercatori under 35 dei territori europei e del mediterraneo tra cui: Albania, Algeria, Austria, Bosnia ed Herzegovina, Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Italia, Giordania, Libano, Libia, Malta, Montenegro, Marocco, Norvegia, Palestina, Repubblica di San Marino, Serbia, Siria, Slovenia, Tunisia, Turchia, Regno Unito. Il bando anche per i giovani artisti sammarinesi scadrà il 26 gennaio 2020, ore 20 (ora italiana), tutte le informazioni complete anche per i sammarinesi sono sul sito: www.bjcem.org.


LA REPUBBLICA PRESENTE DAL 1992

 

“Mediterranea” è partita nel 1985 a Barcellona ma è dall’edizione del 1992, quella di Valencia, che il Monte Titano vi partecipa stabilmente e ininterrottamente. In quell’anno gli artisti più importanti furono i Fratelli di Soledad, Ghazel, Dimitris Indares, Alexandros Psychoulis, Karim Sergoua, Slaven Tolj e Danijel Žeželj, artista visivo dalla Croazia.

“La Repubblica – ricorda Rita Canarezza, operatrice culturale degli Istituti Culturali di San Marino e Coordinatrice progettuale della Galleria Nazionale – era rappresentata da tre artisti che hanno portato due progetti distinti. Uno, era un video di Carlo Filippini e Raniero Muccioli su ‘Provoc’arte, Provo carte Provocar te’ mentre il secondo era un lavoro scultoreo e plastico di Fabio Rossi. Dopo Valencia nel 1992, seguirono Lisbona, Torino, Roma, Sarajevo, Atene, Napoli, Bari e la Regione Puglia, Skopje, Salonicco e Roma, Ancona, Milano, Tirana e Durazzo. Partecipare alla Biennale ha permesso a più di 479 giovani sammarinesi, dal 1992 ad oggi, di accedere alle selezioni e a 95 di essere scelti e prendere parte all’evento. San Marino si è distinto poi nel tempo a partire dal 2001 come capofila di numerosi progetti transnazionali sempre proposti dagli Istituti Culturali all’interno di questa Biennale, come Sanmarinosarajevo 2001- 2006, ti’/ ti’ta / ti’tano / tano / no 2011 – 2013, A Natural Oasis? 2014 – 2020”. Questo ultimo progetto transnazionale ora è la scuola per giovani critici e curatori che sta curando la Biennale stessa School of Waters.

 

L’ARTE SUL TITANO NEGLI ANNI ’50 E ’60

 

Un dialogo, quello tra l’arte dei giovani e la Repubblica, che in realtà affonda le sue radici ancor più nel passato, come ha ricordato in occasione del lancio dell’edizione sammarinese di “Mediterranea” sempre Rita Canarezza: “Negli anni ’50 e ’60 San Marino era la sede di una delle Biennali più importanti a livello internazionale e non solo Europeo, in cui gli artisti emergenti del tempo e i movimenti culturali erano anticipati e presentati qui da noi. La Biennale di San Marino, in quegli anni, era considerata tra le più importanti a livello internazionale. La storia di queste Biennali fa comprendere la nostra capacità di saperci interrelate con Istituzioni Museali, critici e artisti affermati nel settore dell’arte contemporanea”. Il periodo d’oro fu tra il 1956 e il 1967. “La prima, quella del 1956, si intitolava ‘1° Premio d’Arte Figurativa del Titano’ e venne ospitata al Palazzo del Turismo – prosegue Rita Canarezza, La manifestazione ebbe vasta eco sui giornali italiani del tempo. ‘Il Resto del Carlino’ del 20 agosto 1956, nell’occhiello, già riportava le seguenti parole: ‘Forse è nata la biennale sammarinese’, fu promossa dall’Ente Governativo per il Turismo, lo Sport e lo Spettacolo della Repubblica di San Marino. Le opere presentate furono 1.313 e ne furono esposte 430 di 330 artisti di ogni tendenza, cubisti, neorealisti, impressionisti, astrattisti ed espressionisti”. I giudici erano tutti di primissimo piano: Renato Guttuso, Felice Casorati, Renato Birolli, Gastone Breddo, Toni Zancanaro ai quali si erano aggiunti Bruno Saetti e Mario Penelope.

Nella commissione, per San Marino, era stato nominato Giordano Bruno Reffi, Direttore dell’Ufficio Governativo di Stato per il Turismo.

La dimensione mondiale della Biennale del Titano avvenne però qualche anno più tardi. “Soprattutto la quarta edizione, quella del 1963 (la locandina a fine testo), e la sesta, del 1967 – continua Rita Canarezza – il Presidente era Giulio Carlo Argan, massimo esponente della storia dell’arte e della critica, che decise di invitare gli artisti e non di selezionarli attraverso un bando. Nell’edizione del 1963, intitolata ‘Oltre l’Informale’, Giulio Carlo Argan presentò un’anteprima pionieristica: gli artisti dell’Optical Art che solamente poco più tardi, nel 1966 furono celebrati e trovarono la consacrazione al Moma di New York. Sul Monte esposero, tra gli altri, Jim Dean, Andy Warhol, Robert Rauschemberg, Michelangelo Pistoletto, Pino Pascali e, per ben due volte, Christo. Tutti erano presenti con il meglio dei loro lavori: installazioni di buone dimensioni quindi e non piccole opere. Paolo Icaro creò ‘Campo per San Marino’, un lavoro in relazione con la Repubblica”.

All’interno della Galleria Nazionale di San Marino è costudita la lettera scritta a macchina dallo stesso Giulio Carlo Argan in cui sono spiegate le linee poetiche della quarta edizione e i motivi del titolo. “Le correnti raggruppate non sono passate in giudicato ma formano oggetto di giudizio storico e nulla oggi, assolutamente nulla, può prodursi nella sfera dell’arte che, mediante quel giudizio, non si situi, polemicamente o non, nella dimensione aperta, di fatto o virtualmente, da quelle correnti (..). Perciò, ‘Oltre l’Informale’ le direzioni di ricerca non sono prestabilite o condizionate: soltanto dove manca la scelta e si ritorna, con inutile speranza, a supposte certezza si ha, sicuramente, regressione storica e perdita di valore. Si disilluda, dunque, chi in questa Mostra sperasse di trovare le prove e gli indizi della liquidazione dell’Informale: troverà soltanto, se avrà gli occhi per vedere, i tentativi di situare storicamente e di giudicare un’esperienza compiuta, e di trarne le conseguenze per l’agire presente”.

 

SAN MARINO E LA BIENNALE DI VENEZIA


La Repubblica di San Marino, nel 1982, partecipò poi per la prima volta alla Biennale di Venezia. “Non era una cosa scontata. Il Titano è stato il secondo piccolo Stato dopo Cipro e il primo micro Stato a essere ammesso”, probabilmente aveva guadagnato rispetto e consapevolezza, in particolare per le Biennali organizzate negli anni ’50 e ’60. “La location – conclude Rita Canarezza – fu davvero prestigiosa: un Padiglione prefabbricato ai Giardini della Biennale, assieme alle grandi nazioni. La struttura, di 100 metri quadrati circa, fu disegnata dall’architetto italiano Costantino Dardi mentre il curatore del Padiglione fu Achille Bonito Oliva”.

I primi artisti sammarinesi che esposero furono Marina Busignani, Gilberto Giovagnoli e Walter Gasperoni.

 

 

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