La maggioranza c’è, i numeri per governare anche. Il Governo targato PDCS-DIM-NPR non potrà nascondersi.
di Daniele Bartolucci
La maggioranza c’è, i numeri per governare anche. Il Governo targato PDCS-DIM-NPR non potrà nascondersi, soprattutto nel momento delle votazioni, perché con 44 Consiglieri può veramente portare a casa tutte le riforme che il Paese attende da tempo. Non potrà nascondersi nemmeno fuori da Palazzo, perché una rappresentatività così ampia ed eterogenea dovrebbe garantire una condivisione quasi obbligatoria all’interno dell’alleanza e, si spera, anche all’esterno delle stanze della politica, con le parti sociali in primis. Le dimensioni in questo caso contano, eccome: un Governo di larghe intese, frutto anche delle nuove norme elettorali, può affrontare le questioni più complicate. Come ad esempio la riforma delle pensioni: la questione non è più rimandabile, ma ormai è chiaro a tutti che serva una soluzione di sistema, che comprenda anche altri ambiti a cui è collegata, dalla sanità al lavoro, e quindi all’economia e allo sviluppo. Ma anche, e soprattutto, al Bilancio dello Stato. Sarebbe interessante (e divertente) giocare al “toto-Segretari”, ma ora che hanno definito l’alleanza, il punto fondamentale resta il programma e soprattutto la tempistica con cui il nuovo esecutivo intende realizzarlo. Ovviamente anche il “chi farà cosa” è importante, anzi, sicuramente queste scelte faranno la differenza: la situazione impone persone competenti con staff altrettanto capaci. E questo al di là dei rapporti di forza, dove le urne hanno aiutato parecchio: c’è un “equilibrio”, come lo hanno chiamato gli alleati, perché su 10 Segreterie, 5 andranno alla Dc e 5 agli altri. Un equilibrio che pone comunque il partito di via delle Scalette in una condizione sì di forza, ma anche di maggiore responsabilità. E comunque, le dimensioni contano sempre, dicevamo: la Dc da sola non può votare nulla in Consiglio Grande e Generale, avendo solo 21 Consiglieri (ma nemmeno i suoi alleati). A maggior ragione se si affrontano le questioni più difficili, come le grandi riforme, dove serviranno probabilmente spesso i due terzi del parlamento. Anche per questo la Dc cercherà e dovrà cercare, di fare gioco di squadra su ogni questione. Su ogni “partita” nel linguaggio calcistico: perché dovranno giocare bene, ma anche fare tanti gol. Essere “belli e vincenti”, in pratica.