Esclusa l’alleanza con Repubblica Futura, si profilano diversi scenari con numeri comunque importanti: dai 54 Consiglieri dell’accordo a quattro, ai 36 del patto Dc-RETE.
di Daniele Bartolucci
“Faremo il prima possibile, l’obiettivo è dare un Governo al Paese, sostenuto da un’ampia maggioranza perché possa fare le tante cose che servono per mettere il sistema in sicurezza e rilanciare l’economia”. Così il PDCS, fresco vincitore delle elezioni, ha avviato le consultazioni con i possibili alleati: RETE e Motus Liberi, Libera e NPR. Ovvero quelli indicati prima del voto. Chi farà parte della partita, però, è ancora mistero: di certo le combinazioni sono diverse: 5 gli scenari possibili, più un sesto, il ballottaggio, che però la stessa Democrazia Cristiana vorrebbe escludere a priori: “Con i 32 Consiglieri del premio di maggioranza, il Governo sarebbe troppo debole e poco rappresentativo”. Mentre le intese potrebbero portarne 36, 44, 46 o addirittura 54.
I RISULTATI: PDCS PRIMO PARTITO
Come detto, il primo partito (o meglio, la prima lista) uscito dalle urne è il PDCS, con il 33,35% dei voti validi: in pratica un elettore su tre ha puntato sul partito di via delle Scalette. Al secondo posto la coalizione (l’unica in corsa) Domani In Movimento con il 24,73%, composta da Movimento RETE (18,23%) e Domani Motus Liberi (6,19%), che è una delle sorprese di questa tornata elettorale, essendo una forza politica nata solo negli ultimi mesi e senza politici di lungo corso candidati in lista. Al terzo posto Libera, nata dalla fusione di SSD e C10, con il 16,49% dei consensi, seguita da Noi per la Repubblica (PS, PSD, MDSI e NS) con il 13,13% dei voti, e da Repubblica Futura con il 10,29%. Infine Elego, che con il 2,01% non ha superato lo sbarramento e non ha conquistato seggi.
LE POSSIBILI ALLEANZE DI GOVERNO
La situazione creatasi, con la distribuzione dei seggi con il sistema proporzionale, apre dunque la strada a diversi scenari. Ben 6 diversi in pratica. Tenuto conto che la Dc ha escluso Repubblica Futura, i potenziali alleati restano DIM, Libera e NPR. Il primo scenario, forse irrealizzabile, è la grande coalizione, la più grande mai vista a San Marino: se tutte e quattro le liste si unissero per formare un Governo, questo avrebbe una maggioranza di ben 54 Consiglieri su 60. Nel secondo caso, in ordine di forza della maggioranza, c’è invece l’alleanza PDCS-DIM-Libera, con 46 seggi totali. Se invece ci fosse NPR al posto di Libera, i seggi sarebbero 44. Se fossero invece RETE e Motus Liberi a restare fuori, il Governo avrebbe 39 seggi. Infine, se DC e DIM trovassero un accordo – a questo punto un vero e proprio patto di ferro – da soli, la maggioranza sarebbe comunque di 36 su 60. Questi i cinque scenari con la Dc in testa, mentre il sesto è tutto da scoprire, perché sarebbe l’esito del ballottaggio tra la stessa Dc e la coalizione di RETE e Motus Liberi. Ma il risultato sarebbe una maggioranza risicata, di 32 su 60. Cosa che i vertici PDCS cercheranno di evitare assolutamente, perché “l’esecutivo sarebbe troppo debole”.
PDCS CONVINTO: “SUBITO GOVERNO E AMPIE INTESE”
Due giorni dopo le elezioni la Reggenza ha formalizzato il mandato al PDCS per formare la maggioranza e subito in via delle Scalette si sono avviati i lavori per rispettare questo incarico e trovare una convergenza con le altre forze politiche indicate prima delle elezioni. “C’è grande soddisfazione”, ha spiegato il segretario del partito Giancarlo Venturini, “ma questa è anche una grande responsabilità perché le cose da fare sono molte e non possiamo perdere tempo. Il mandato della Reggenza scade il 25 dicembre, il giorno del Natale, ma vogliamo arrivare alla formazione della nuova maggioranza molto prima, perché ci saranno poi altre tempistiche normative da rispettare prima di arrivare al nuovo Governo e vogliamo averlo prima della fine dell’anno se possibile”. Per questo, già mercoledì è iniziato il giro di consultazioni con i potenziali alleati. “Si cercheranno convergenze sul nostro programma, questo è certo”, ha anticipato il presidente del partito Luca Beccari, “ma più che sulle cose importanti da fare, che credo siano contenute in tutti i programmi elettorali, occorra trovare un accordo sulle tempistiche, sulle priorità. Ed è questo lo scopo di questi primi incontri”. Incontri che comunque si ripeteranno, sempre più mirati ed efficaci “e di cui informeremo costantemente la cittadinanza”, ha annunciato Teodoro Lonfernini, “come abbiamo fatto in questi anni, venendo premiati con un risultato di lista che non si verificava da quasi 25 anni”. Dello stresso avviso anche Lorenzo Bugli, che ha elogiato il lavoro di squdra portato avanti dai Giovani, e il capogruppo Alessandro Cardelli, che riprendendo le parole di Beccari e Venturini, ha ribdaito la linea che si perseguirà: “Il ballottaggio sarebbe negativo, perché la rappresentatività è fondamentale. Cercheremo una maggioranza ampia, per affrontare le urgenze del Paese”.
ECCO IL NUOVO CONSIGLIO GRANDE E GENERALE
Decisi l’8 dicembre i 60 seggi che hanno conquistato le varie liste e che, se non si andrà al ballottaggio, verranno confermati e trasformati in Consiglieri. Per il PDCS: Gian Carlo Venturini; Teodoro Lonfernini; Stefano Canti; Mariella Mularoni; Luca Beccari; Pasquale Valentini; Marco Gatti; Francesco Mussoni; Alessandro Cardelli; Manuel Ciavatta; Massimo Andrea Ugolini; Filippo Tamagnini; William Casali; Francesca Civerchia; Alice Mina; Oscar Mina; Italo Righi; Gian Franco Terenzi; Lorenzo Bugli; Aida Maria Adele Selva; Alessandro Scarano. Per RETE: Gian Matteo Zeppa; Elena Tonnini; Roberto Ciavatta; Marianna Bucci, Paolo Rondelli; Marco Nicolini; Giovanni Maria Zonzini; Sandra Giardi; Emanuele Santi; Adele Tonnini; Grazia Zafferani. Per Domani – Motus Liberi: Fabio Righi; Mirko Dolcini; Carlotta Andruccioli; Michela Pelliccioni. Per Libera Matteo Ciacci; Alessandro Bevitori; Rossano Fabbri; Michele Muratori; Eva Guidi; Marica Montemaggi; Luca Boschi; Guerrino Zanotti; Giuseppe Maria Morganti, Vladimiro Selva. Per Noi Per la Repubblica: Federico Pedini Amati; Alessandro Mancini; Iro Belluzzi; Maria Luisa Berti; Denise Bronzetti; Andrea Belluzzi; Gian Nicola Berti; Giacomo Simoncini. Per Repubblica Futura: Nicola Renzi; Andrea Zafferani; Miriam Farinelli; Fernando Bindi; Sara Conti e Maria Katia Savoretti. Come si può vedere, tanti i volti noti, tra riconferme e ritorni (entrano di nuovo in parlamento Gian Franco Terenzi, consigliere democristiano dal 1978, fermo dal 2016, e Fernando Bindi, tra i fondatori di Alleanza Popolare, eletto in RF dopo 11 anni di assenza). Diversi anche i nomi eccellenti esclusi dal Consiglio, tra di loro anche i Segretari di Stato uscenti, Marco Podeschi e Franco Santi (eletti gli altri che si sono candidati, Guerrino Zanotti ed Eva Guidi per Libera, Nicola Renzi e Andrea Zafferani per RF). Questa la situazione al momento, perché al di là dell’eventuale ballottaggio che cambierebbe tutte le carte in tavola, le liste che andranno a formare la nuova maggioranza potrebbero venire “private” di diversi eletti, chiamati a ricoprire il ruolo di Segretario di Stato. Quindi, a seconda delle decisioni che verranno prese nei prossimi giorni, potrebbero rientrare diversi esclusi, riducendo la lista degli “eccellenti” o rimpinguando quella dei “prima nomina”, che sono attualmente solo 16.
“LE DONNE ELETTE SONO IL 30%, È UN RECORD”
Obiettivo raggiunto, le donne elette aumentano e ora la rappresentanza femminile supera il 30% del Consiglio Grande e Generale. Merito anche della campagna “Le donne ci sono. Votiamole!”, con cui UDS ha voluto “sensibilizzare la cittadinanza sulla necessità di superare una disparità di genere nella rappresentanza politica che pone il nostro Paese tra i fanalini di coda del mondo”. “All’indomani delle elezioni politiche, con l’entrata di 18 donne in Consiglio Grande e Generale, San Marino arriva ad una rappresentanza femminile record del 30%! Rispetto alle 14 donne elette nel 2016 (23,33%), si tratta di un incremento lieve ma estremamente significativo poiché porterà la Repubblica di San Marino a fare un salto di ben 21 posizioni nella classifica delle Nazioni Unite relativa alla rappresentanza politica femminile: dalla 69° posizione alla 48° posizione! UDS è soddisfatta che la parità di genere sia stata raggiunta in 3 liste: Domani Motus Liberi con 2 donne su 4, Repubblica Futura con 3 donne su 6 e Movimento Civico RETE con 5 donne su 11 Consiglieri. In altre liste, purtroppo, il numero di elette è stato scarso: Libera solo 2 donne su 10, Noi per la Repubblica solo 2 su 8. Deludente il primo partito del Paese, dove su 21 Consiglieri troviamo solo 4 donne elette (il 19%), comunque un record per la Democrazia Cristiana se guardiamo i risultati delle elette degli ultimi 20 anni. UDS è consapevole che la parità di genere non è rappresentata da un 30%, né da un 40% ma da un 50% e che, solo quando si abbatteranno gli stereotipi e gli ostacoli di carattere culturale e pratico, il nostro Paese potrà garantire alle proprie cittadine un posto veramente paritario all’interno della politica e delle istituzioni”.